Digiuno terapia, può davvero uccidere?

Lo scorso 8 giugno i telegiornali riportano la seguente notizia: “Perugia, donna muore dopo malore. Per marito uccisa da digiuno-terapia”. La notizia diceva che la donna 57enne affetta da sclerosi multipla, sarebbe deceduta dopo essersi sottoposta ad una digiuno-terapia prescritta da un medico regolarmente iscritto all’albo. Secondo quanto riportato dal marito, la 57enne avrebbe bevuto per 21 giorni tre litri d’acqua senza mangiare, sottoponendosi a cicli di agopuntura e perdendo dieci chili. Ho pensato di parlarne insieme al nostro esperto Giuseppe Tedeschi, laureato in Scienze della Salute, e professionista di Igiene Naturale.

Da Igienista Naturale, posso affermare che chi cerca il digiuno come mezzo guaritivo, fa lo stesso tipo di errore ideologico di chi cerca la guarigione, nel farmaco speciale, nei rimedi alternativi, nei riti magici, o nelle cellule staminali. Al Dr. Shelton (padre dell’Igienismo) quando gli veniva chiesto se la mela curasse, si metteva a sghignazzare dicendo che la mela non ha intelligenza curativa. E’ solo un ottimo strumento cibario che facilita l’opera del sistema immunitario e non va ad interferire con esso, come fanno invece tutti i cibi carnei e tutte le proteine animali.

Oggigiorno siamo tutti alla ricerca della bacchetta magica, parliamoci chiaro, non esiste! Sono contrario al digiuno settimanale, e anche a quello mensile, perché? Semplicemente, il modo migliore per godere di un ottima salute, vive in un’alimentazione corretta e naturale e ad uno stile di vita igienista, che non accumuli scorie e non porti mai a dover ricorrere a strumenti di emergenza, incluso il digiuno stesso. Sono contrario ai digiuni di un giorno che servono solo a penalizzare il fisico e ad affamare le cellule, senza produrre alcun risultato depurativo concreto. Quando c’è da mangiare si mangia. Quando c’è da digiunare lo si fa per almeno 3 giorni, stando a riposo assoluto (fisico e mentale) e bevendo abbondante acqua preferibilmente distillata.

Come in tante altre cose, “l’animale uomo 2.0”, ha messo da parte i suoi istinti, e con esso, in questo caso anche il saper gestire il digiuno. Osserviamo cosa succede, nel saggio mondo dei nostri fratelli animali, che anche senza internet, lauree e farmaci miracolosi, ci insegnano tanto per quanto riguarda la salute ed il benessere.

Il digiuno nel mondo animale è una cosa normale per la sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In autunno gli stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per accumulare grasso per l’ inverno, che a causa dell’altitudine dove vivono, non permette l’ approvvigionamento di cibo sufficiente. Il bello che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’ accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno, quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro energie. Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da pesare il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare anche a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro perso ritorna normale. I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze per procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come del resto quasi tutti i predatori. Anche i pesci digiunano, come per esempio il salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova. In sostanza il digiuno è una condizione che non è quindi nata da 10.000 anni, ma da milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed è per questo che apporta molti benefici.

Questi esempi sono un modo semplice e diretto per far capire al lettore che, il digiuno è sempre stato parte del modo di vivere di tutti gli esseri viventi. Il digiuno (come tante altre cose) se non è violentato dai media, dal fanatismo, estremismo o surrogato dalla medicina allopatica, come nel caso della signora 57enne, che durante crisi eliminative dovute ad un digiuno importante come quello di 3 settimane, stressata fisicamente dai viaggi dalla Sardegna all’Umbria, stressata psicologicamente dalle persone intorno che le dicevano di dover mangiare, affetta da sclerosi multipla quindi e purtroppo debilitata da anni di farmaci di tutti i tipi che poi sono stati stoppati improvvisamente, costretta a subire agopuntura (tecnica che anche se ritenuta “naturale”, non significa che faccia bene al corpo o meno male della medicina allopatica), senza una preparazione psicofisica adeguata al digiuno, possono terrorizzare e sviare le persone, quando sono esistite persone come ad esempio il Dr. Herbert Shelton, un esperto in fatto di digiuni, che ne organizzò, ne diresse e ne completò con successo oltre 40 mila. Non si parte con un digiuno da oggi a domani su due piedi, soprattutto se si è altamente intossicati. E’ necessario un minimo di preparazione igienistica, prima di buttarsi a capofitto nella materia. Occorre adottare un cambio dieta progressivo a base di dieta crudista rigorosa per una o due settimane e poi passare al digiuno vero e proprio, onde evitare una crisi eliminativa intensa e sormontante.

 

trevaini50Silvia Trevaini

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2 risposte a “Digiuno terapia, può davvero uccidere?

  1. La sua preparazione mi dà da pensare quando afferma di bere acqua distillata, molto pericolosa per l’organismo. Verifichi!!

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