Adolescenza: aneddoti e riflessioni

Fa veramente male sentire alla TV certe notizie di giovani che muoiono il sabato notte in incidenti dopo lo “sballo” in discoteca o per alcool e droghe assunte negli stessi locali. La morte di un giovane è sempre un evento triste, anzi orribile perché innaturale; ma lo diventa ancor più se pensiamo a quanto sia assurdo morire in queste circostanze, e per questi motivi. Perché questi luoghi che dovrebbero costituire un divertimento, uno svago per i nostri giovani diventano invece la loro tomba, o provocano comunque, nel migliore dei casi, danni permanenti alla loro salute?

Per rispondere a questa domanda occorrerebbe conoscere le ragioni per le quali i ragazzi di oggi si danno a questo tipo di attività e frequentano locali dove tutto è permesso e nessun controllo viene messo in atto per la tutela dell’integrità fisica e morale delle persone. Vediamo le riflessione di Qlara, la nostra  adolescente in crescita:

Divertirsi è molto importante nella vita di qualunque individuo, in quella dei giovani in particolare. Ci sono molti modi per svagarsi: feste, discoteche, compleanni, o semplici uscite.

Generalmente i ragazzi tendono a strafare in ogni cosa che fanno. Ad esempio, si ubriacano alle feste, fumano dalla fermata dell’autobus alla scuola e talvolta assumono sostanze pericolose, spesso per farsi belli agli occhi dei compagni. Gli adolescenti pensano ormai che questi comportamenti siano normali, e non possono fare a meno di desiderare di essere come gli altri, di prendersi un drink e sballarsi un po’.

Prendiamo in esame questa situazione:

consideriamo A e B come due amiche in procinto di andare ad una festa; aggiungiamo poi C, elemento disturbatore delle due ragazze che le accompagnerà alla festa per dare loro un’occhiata. 

A, infastidita dalla presenza di C, si lamenta con B di non poter più bere e fumare in tranquillità. B esprime la sua indifferenza al riguardo, dicendo che ci si può divertire anche senza compiere quelle azioni. Dopodiché, A afferma “siamo andate ad una festa senza bere, ti sembra normale?”.

Effettivamente sì, mi sembra piuttosto normale. Non vedo la necessità di essere ubriachi marci per ballare con naturalezza e ridere insieme. 

Ovviamente per i giovani questo pensiero non è comune: per loro è importante esagerare; “bianco o nero”, “tutto o niente”, questo pensano, quando in realtà dovrebbero rendersi conto del fatto che esiste anche il grigio, che le vie di mezzo non sono per gli “sfigati”. Ci si può divertire moltissimo anche da soli, senza emulare i comportamenti altrui, e per carità, per coloro che sono maggiorenni prendersi qualcosa da bere va bene, in fondo è una serata con gli amici. L’importante è non dover guidare la macchina garantendosi l’astemio di turno.

Ma di frequente i ragazzi sono incentivati a bere anche dal fatto che in alcune discoteche viene servito alcool ai minori, ai quali sembra un atto di coraggio diventare trasgressivi e far vedere a tutti che loro hanno il bicchiere pieno. 

Questi sono solo esempi al fine di far comprendere che non è necessario andare fuori dalle righe per vivere una serata/giornata in allegria. 

I ragazzi possono divertirsi un mondo; ascoltandosi e facendo uscire da loro stessi la voglia di trascorrere tempo con le altre persone, in modo sano, tale che siano ugualmente felici da non aver bisogno di usufruire di “aiuti” esterni.

trevaini50Silvia Trevaini

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4 risposte a “Adolescenza: aneddoti e riflessioni

  1. Di adolescenza, e dei problemi che comporta, non si parlerà mai abbastanza. Secondo me, un ruolo principale per gli adolescenti è quel maledettissimo strumento chiamato cellulare. Nelle loro mani è pericolosissimo perché sfugge a qualsiasi controllo. Se i genitori lo sequestrano fanno male. Se non lo sequestrano fanno male. Se ne parlano con i figli, “uffa che p…..” A ciò aggiungiamo programmi demenziali tra grandi fratelli e isole fetuse attraverso cui il messaggio è sempre quello di diventare ricchi e famosi con poco sforzo e senza sacrifici. Per quanto riguarda le feste, è stato coniato il simpatico termine “shottino” come a dire: “bevi un goccio che non fa niente…è tutta salute e moda!”. E poi blu jeans che sono stati assaliti da cani inferociti, tatuaggi e piercing dappertutto come se tutto ciò fosse normale! E così facendo sta diventando normale che i genitori siano separati e i figli stiano un pò qua e un pò là, mentre sempre più “mosche bianche” stanno diventando le famiglie “definite normali”. Bisognerebbe che ciascuno – dal genitore, al professore, all’impiegato, riprendessimo in mano i rispettivi ruoli e insegnare ai nostri cari giovanissimi i due valori che più di altri stanno scemando: umiltà e rispetto.

  2. Che blog è se poi non pubblicate i commenti! Non mi sembra che il mio fosse offensivo o altro, ma mettesse piuttosto in evidenza ciò che oggi aggrava ulteriormente il difficile periodo adolescenziale. Se poi ci si vuole nascondere dietro al classico dito….

  3. io classe 1972 adesso 45 anni
    quando avevo vent’anni c’era lavoro e perlomeno
    un po’ di dignita’ bevevo poco e non da sfasciarmi,
    adesso bevono per forza per affogare i problemi che gli crea questo governo,,,,,,,,,caspita bel futuro

  4. Sono un padre divorziato di due meravigliosi figli di 13 e 17 anni e mai come in questo momento ho il terrore che possano prendere brutte strade. E’ una paura, anzi una battaglia, che per ovvi motivi combatto da solo. Cerco di riflettere sul loro comportamento cercando di capire la soglia dell’adolescenza sconfina con l’idiozia. Purtroppo oggi vivono in una giungla piena di insidie e non so fino a che punto un genitore può arrivare. Ma mai smetterò di proteggergli. Colgo l’occasione per rivolgermi (invano) alle istituzioni chiedendo di arginare i pericoli e i rischi che incorrono quotidianamente i giovani di oggi, non con la repressione, ma, con una educazione e senso civico che la scuola deve insegnare. Non voglio la BUONA SCUOLA ma una BUONA SCUOLA educatrice ed educata. Fantasia? Forse. Ma spero di no!

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