La doppia faccia dei farmaci

Siamo cresciuti nell’epoca del farmaco: la medicina spinge per fornire rimedi non solo per malattie gravi, ma anche per disturbi di lieve entità. Benché a prima vista possa sembrare uno scenario idilliaco, di recente stanno emergendo serie complicazioni legate a questo modo di concepire la farmacologia.

Il tema caldo è la farmacoresistenza, una problematica che sta assumendo proporzioni drammatiche. I dati preoccupanti della farmaco resistenza: 700mila morti l’anno.
È l’Onu a lanciare l’allarme. Molte procedure mediche, interventi chirurgici e patologie comuni non sono più sottovalutabili, a causa dell’aumento del livello di resistenza ai farmaci di uso comune. Un abuso dilagante che ha portato all’aumento dei casi di tubercolosi e di altre infezioni delle vie aeree e non solo. I numeri parlano di 700.000 morti l’anno legati alla farmaco resistenza.
Il presidente della Iacg (Interagency Coordinating Group on Antimicrobial Resistance), Amina Mohammed, sottolinea quanto fondamentale risulterà un radicale cambio di prospettiva a livello comunitario globale. Tra gli interventi sollecitati, le amministrazioni governative dovranno provvedere a stanziare dei fondi per arginare il problema. Tra campagne informative e sistemi regolatori che dovranno essere necessariamente rigidi, si è dovuto correre ai ripari di fronte a questa tendenza malsana dell’assunzione immotivata di farmaci.

La cultura del farmaco: il momento in cui si dà troppo potere alle pillole. Come abbiamo detto prima viviamo in un’epoca in cui il benessere ha raggiunto ampie fette di popolazione. In questo panorama le industrie farmaceutiche hanno affinato e rilasciato in commercio prodotti specifici, che vanno a intervenire in modo efficace anche sul raffreddore più banale. L’abuso denunciato dall’Onu nasce proprio dall’utilizzo improprio che tendiamo a fare della medicina. Curarsi è importante, ma lo è altrettanto permettere all’organismo di sviluppare difese immunitarie efficaci. Ogni volta che curiamo un raffreddore, un’emicrania o un mal di pancia ingoiando dei farmaci da banco, deleghiamo l’azione dei nostri naturali anticorpi ai principi attivi racchiusi nelle capsule.

Perché lo facciamo? I motivi sono tanti, nessuno dei quali corretto. Non si ha voglia né tempo di sopportare il dolore, nemmeno di minima intensità. Perché aspettare il decorso quando si può scegliere la strada più semplice? Ne parliamo con il nostro esperto di alimentazione fruttariana Giorgio Bogoni…

Ricordo una serie televisiva che seguivo da bambino: Spazio 1999. La luna, a seguito di un’esplosione che l’aveva fatta uscire dall’orbita terrestre, si era trasformata in un’astronave per gli abitanti della stazione lunare Alpha. Questi ultimi, ormai assuefatti all’atmosfera asettica di Alpha, sarebbero condannati a indossare sempre una tuta protettiva nel caso riuscissero a rientrare sulla Terra.

La narrazione fantascientifica si appoggiava a un dato reale: il nostro Sistema Immunitario viene mantenuto in efficienza attraverso l’uso che ne facciamo, come accade per un muscolo tenuto in allenamento con l’attività fisica. Così, esattamente come investiamo il nostro tempo in palestra, dovremmo abituarci a sollecitare il nostro organismo a difenderci da virus e batteri, dandogli la possibilità di confrontarcisi. Direttamente con la malattia nel caso si sia in buona Salute, oppure con una sua forma attenuata, come succede quando si assume un vaccino.

Diversamente, sopprimere i sintomi di un malanno con un farmaco, alla ricerca di una guarigione più veloce, inibisce la naturale azione del Sistema Immunitario, al pari di quello che succede disinfettandosi le mani con un gel idroalcolico o indossando a lungo una mascherina, che limita l’ingresso nel nostro organismo a una gran varietà di microorganismi: il corpo viene impoverito nelle sue capacità e risorse per contrastare un’aggressione dall’esterno perché non deve più gestirne. Come un popolo che ha perso la capacità di difendersi, dopo parecchie generazioni vissute in pace.

Al di là del fatto che, così facendo, si sviluppa un’inutile dipendenza dalla Medicina, bisogna poi evidenziare il concetto della farmaco resistenza: tanto gli agenti patogeni, quanto quelli deputati alla difesa del nostro organismo, sono infatti in grado di modificarsi per vincere questa guerra dentro di noi; all’opposto, i principi attivi della farmacologia sono molto efficaci ma statici e quindi destinati a perdere quando gli aggressori, dopo le prime battaglie, indosseranno una maschera per non farsi riconoscere.

Detto questo, è evidente che pillole e pastiglie siano uno strumento molto attraente, perché in grado di risolvere rapidamente una situazione di malessere. Purtroppo però, con il tempo finiranno con non poter offrire più alcun effetto, anche aumentando le dosi.

L’alternativa è dedicarsi alla costruzione e al mantenimento di un Sistema Immunitario forte, sopportando i sintomi delle battaglie in corso dentro di noi, al primo squilibrio di quel delicato sistema che è il nostro organismo.

Sicuramente questa opzione non è riservata a tutti coloro che sono affascinati dalle scorciatoie e dal tutto-e-subito, ma è dimostrato che questi ultimi sono anche quelli che sviluppano più facilmente molte intolleranze alimentari e tutto quell’insieme di fastidiosi disturbi di ignota eziologia sempre più diffusi.

 

trevaini50Silvia Trevaini

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