Obiettivo Benessere

L’uso del microscopio operativo in Odontoiatria

L’odontoiatria, come molte altre branche della medicina, è coinvolta in un continuo progresso delle tecniche di diagnosi, delle soluzioni terapeutiche, e delle procedure operative. Basti pensare all’enorme sviluppo che ha determinato l’implantologia, offrendo ai pazienti nuove possibilità di riabilitazione protesica. Del resto, anche i sistemi di lavoro usati dai dentisti, vanno incontro ad un miglioramento e ad un perfezionamento continuo. La ricerca di una sempre maggiore qualità delle prestazioni erogate, il bisogno di migliorare la prevenzione e la diagnosi delle patologie orali, sta spingendo gli odontoiatri ad utilizzare dei mezzi visivi di ingrandimento durante il loro lavoro quotidiano. Attualmente, l’unico strumento che consente di mettere in asse il sistema illuminante con quello ingrandente, è rappresentato dallo stereomicroscopio operativo. Ne parliamo insieme al Dottore Mauro Malvini dello studio  Dentistico ARS MEDICA DENTISTICA di Monza.

Dottore mi descriva le caratteristiche di questo microscopio?

Questa apparecchiatura, viene sempre più spesso utilizzata in odontoiatria dove è senz’altro richiesto un ottimo controllo visivo del lavoro effettuato. Il microscopio operativo, non è però uno strumento facile da introdurre nella pratica di lavoro quotidiana. Si tratta di uno strumento ingombrante, che richiede un sistema di bilanciamento a sua volta poggiante a terra o ancorato al soffitto dello studio. Questo sistema bilanciante fa in modo che il microscopio sia più facilmente spostabile e quindi aggiustabile sulla zona di lavoro. Una volta posizionato, risulta comunque molto statico e difficile da adattare ai diversi punti di visuale che il lavoro richiede. Il microscopio operativo si sposa, invece ottimamente, ad una tecnica già ben conosciuta ed utilizzata dai dentisti: la visione indiretta. Questa consiste nell’inquadrare la zona di lavoro, osservandola riflessa attraverso uno specchietto. Tutto ciò consente una posizione più comoda, sia per il dentista che per il paziente. Ambedue non sono costretti a cambiare spesso la posizione, ma possono anzi impostarne una e mantenerla per tutta la durata del lavoro. Tutti gli aggiustamenti dell’inclinazione e anche della messa a fuoco si possono ottenere con piccoli movimenti dello specchietto. Questo sistema di lavoro richiede, però, un periodo d’apprendimento abbastanza lungo, durante il quale s’impara a controllare le proprie azioni viste attraverso lo specchietto. Alla fine si sarà comunque ripagati dai molti vantaggi che si ottengono sia per il dentista sia per il paziente.

Ci sono dei vantaggi per chi opera con questa apparecchiatura?

Per quanto riguarda l’odontoiatra, i vantaggi principali sono costituiti dalla visione stereoscopica ingrandita con l’asse della luce illuminante che coincide (o quasi) con l’asse visivo. Questo corrisponde ad un’ottima qualità visiva del campo di lavoro. Un altro importante vantaggio è costituito dalla posizione di lavoro: la schiena è molto più dritta rispetto alla posizione che comunemente si adotta nel lavoro in visione diretta. Questo si traduce in un maggior confort per il dentista che si stanca meno e a lungo termine, non sviluppa quelle patologie ortopediche che sono tipiche della sua professione. In poche parole il dentista vede meglio e sta più dritto con la schiena, stancandosi meno. Tutti i piccoli aggiustamenti del campo visivo sono realizzati muovendo lo specchietto. Il dentista sta anche più lontano dalla zona di lavoro ed evita quindi tutti quegli spray (prodotti dai trapani o manipoli ad ultrasuoni) che possono essere fonte di contaminazione infettiva.

Il paziente ne trae beneficio?

D’altra parte, anche per il paziente, il principale vantaggio è costituito da una posizione più comoda. Infatti, non è costretto a tenere la testa inclinata all’indietro, come spesso accade, quando si lavora sull’arcata superiore, a visione diretta. Lo schienale della poltrona non deve essere eccessivamente abbassato, e questo è importante soprattutto per i pazienti più anziani. Non deve cambiare la sua posizione spesso, perché i cambi di visuale sono realizzati dai movimenti dello specchietto. Infine, riceverà senz’altro delle prestazioni migliori.

Approfondiamo le ulteriori funzioni

Bisogna poi considerare che è possibile applicare delle ottiche accessorie, al microscopio operativo queste, possono essere utilizzate per vari scopi:

Perché consiglia l’utilizzo del microscopio?

Il microscopio operativo rappresenta quindi una nuova opportunità per il dentista. Può aiutarlo ad affrontare e a risolvere quei problemi che fino ad ora non avevano soluzione. Per esempio nel campo dell’Endodonzia (quella branca dell’odontoiatria che si occupa della devitalizzazione dei denti ), si possono rimuovere strumenti fratturati nei canali, correggere false strade, risolvere perforazioni ecc. Come molte altre innovazioni tecnologiche richiede però, pratica, impegno e costanza nell’apprendere un nuovo metodo di lavoro. Ma alla lunga, aiuterà senz’altro, il dentista, a fare passi in avanti nella diagnosi e nella cura delle patologie odontoiatriche, e certamente darà ai pazienti una migliore qualità della terapia e quindi più salute orale.

 

Perché si utilizza il microscopio in odontoiatria?

 

Il microscopio operatorio permette di ottenere immagini notevolmente ingrandite della parte da trattare, permettendo di effettuare trattamenti con grande precisione e, di conseguenza,  massimizzando i successi.

 

 

Per quali procedure e trattamenti odontoiatrici è più usato?

 

Sicuramente in fase di diagnosi, nell’ intraoperatorio e controllo finale. Alcune tecniche operatorie sarebbero inimmaginabili senza l’ausilio di queste ottiche d’avanguardia. L’accuratezza nella visione del particolare, grazie a questi elevati ingrandimenti, consente di correggere anche minime imperfezioni garantendo restauri protesici di grande qualità e quindi di lunga durata. In fase di diagnosi, ad esempio, in caso di frattura dentale con esposizione della dentina, il microscopio operatorio permette di vedere lo spessore e il colore delle stratificazioni smalto dentinali, in modo da riprodurle esattamente ottenendo un risultato estetico perfetto. In fase intraoperatoria il microscopio ci permette di valutare il sito implantare, la corretta rigenerazione ossea e le eventuali lacerazioni della membrana che riveste il seno mascellare; in questo caso possiamo chiudere queste perforazioni prima di procedere all’intervento di grande rialzo del seno paranasale, con un innesto osseo con biomateriali. In chirurgia endodontica, nelle apicectomie, per sezionare l’apice della radice in modo preciso e per la successiva otturazione canalare.Nei trattamenti endodontici particolarmente complessi, con denti che presentano un’anatomia canalare anomala o con ostacoli dovuti a precedenti trattamenti incongrui, come frammenti di strumenti rotti o canali radicolari calcificati.In odontoiatria conservativa ed estetica, per rifinire e sfumare il margine tra dente e ricostruzione, fino a renderlo impercettibile. Ciò consente di evitare “gradini” e infiltrazioni e di  ottenere risultati estetici eccellenti. In protesi, per assicurarsi che la corona ceramica (cementata sia su dente naturale che su moncone implantare) sia chiusa perfettamente sotto la gengiva, evitando infiltrazioni e il conseguente accumulo di placca batterica, la principale causa di infiammazioni gengivali e parodontali. In conclusione, il microscopio operatorio (che non va confuso con altri sistemi di ingrandimento utilizzati in ambito odontoiatrico, come il sistema ottico a caschetto…) ci permette di osservare il campo operatorio ingrandendolo fino a 25 volte, con una precisione di intervento in un tempo impensabile,

 

Silvia Trevaini

Videonews

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