Ho fatto questa domanda al nostro specialista dottor Carlo Bertoli, del centro Medico Visconti di Modrone di Milano. Ecco cosa ci ha risposto:
“Se, di primo acchito, una domanda del genere potrebbe soltanto far sorridere una persona seria, lo sguardo d’insieme al panorama dell’informazione può invece lasciare sgomenti. Mi chiedevo come avrei potuto approcciare un titolo di questo tipo quando all’improvviso mi sono scontrato con l’ultima bufala in ordine di tempo: il caffè verde.
Non è mia intenzione scagliarmi contro questo o quel prodotto poiché il caffè verde è solo l’ultima trovata di una serie infinita; andando a razzolare in rete si trovano le informazioni più svariate che come sempre sono supportate dalla scientifica esperienza di sedicenti scienziati giapponesi, filippini, americani, e chi più ne ha più ne metta. L’unica cosa importante è che siano accattivanti ma soprattutto tanto tanto lontani. In un mondo profondamente disorientato dove la cultura ha colpevolmente concesso il passo alla ciarlataneria, qualunque annuncio acquisisce di fatto un proprio valore soltanto per essere stato pubblicato.
Pochi sono gli uomini che per amore di verità sono disposti a divenire impopolari, sfatando miti e speranze anche di gente che soffre (ed il mio pensiero riconoscente va in questo caso al Prof. Silvio Garattini, uno dei pochi che si ostinano a farlo); molto ma molto più facile è cavalcare le speranze delle persone fornendo informazioni confuse, contradditorie quanto spesse volte infondate che però lasciano un piccolo spazio ad un’idea di verità.
Su questa pallida ipotesi di ipotetica efficacia nasce un fiorente mercato della stupidità a cui abboccano non soltanto persone prive di cultura, poiché la ricerca della speranza, è decisamente trasversale; ed è così che almeno un tentativo lo fanno in moltissimi, ma anche un solo tentativo moltiplicato per tanti, determina fatturato.
Ora che, credo, ho chiarito la mia posizione, sono pronto a rispondere alla domanda del titolo:
domanda: “E’ possibile accelerare il metabolismo?”
risposta: “sì, no, forse” ma, soprattutto…perché?
Dopo avere tentato di sciogliere i grassi con l’ananas, con il pompelmo, con il the verde, con la corrente elettrica, con gli ultrasuoni, la cavitazione, e scusate se ne ho dimenticato qualcuno, adesso vogliamo anche andare a creare dei problemi al nostro metabolismo? Complimenti!
Per essere più seri cerchiamo di rispondere compiutamente. Con il termine metabolismo viene spesso impropriamente immaginato, un processo che determina un consumo e uno smaltimento di materiale energetico. In realtà il termine metabolismo indica l’insieme di una complessa serie di reazioni biochimiche atte al mantenimento di un equilibrio complessivo del sistema: andare quindi in modo improvvido a tentare di alterarne le modalità di funzionamento può essere spesso causa di gravi effetti collaterali. L’uso più frequente negli anni passati e, purtroppo, in parte anche ora è stato quello dell’ormone tiroideo; l’osservazione del fatto che nell’ipertiroidismo si assiste ad una notevole perdita di peso, ha indicato questo ormone come possibile soluzione al problema dell’obesità.
Se negli anni ’60 del secolo scorso le conoscenze dell’epoca hanno consentito anche ad illustri luminari un errore di questo tipo, la consapevolezza odierna rende chi ancora ne fa uso, un emerito imbecille.
È ormai noto da chissà quanto tempo che nel morbo di Graves-Basedow, ovvero nell’ipertiroidismo, non avviene una velocizzazione del metabolismo nel suo complesso, bensì una violenta accelerazione del catabolismo (dicasi distruzione) prevalentemente a carico della quota proteica: detta in parole semplici, “si smonta un sacco di muscolo!”
Inoltre, non è stato un reperto raro negli anni scorsi, quando questa metodica era più in voga, la totale soppressione della funzionalità della ghiandola tiroide, a causa di questa somministrazione esogena: in non pochi casi, questo blocco funzionale si è rivelato irreversibile, costringendo ad una inutile terapia sostitutiva tutta la vita.
Il calo ponderale a danno della massa muscolare è quindi ciò che di più idiota si possa pensare anche perché un successivo riaumento di peso difficilmente potrà reintegrare il muscolo perso bensì andrà ad aumentare le riserve di grasso; per inciso, questo stesso effetto è quello determinato dall’azione chetogenica delle diete cosiddette proteiche (ovvero solo proteine senza carboidrati) prima fra tutte la dieta Ducan. È possibile infatti alterare l’equilibrio metabolico anche con la semplice alimentazione ma nella maggior parte dei casi si finisce per assistere ad una inutile e spiacevole distruzione di massa muscolare (per un’idea delle corrette proporzioni in vista della prossima estate visitate l’indirizzo http://www.cleverdiet.it/esestate.html)
Spesso giocare con le parole inganna anche i più scaltri: io credo che se anziché parlare di “chetosi”, “dieta chetogenica” e così via, si dicesse semplicemente che si provoca in un individuo “l’acetone”, tutte le mamme che hanno dovuto curarlo nei loro bambini, sarebbero molto più diffidenti nell’approcciare diete di questo tipo.
Se quindi posso convenire sull’utilità e l’efficacia di un modesto relativo incremento della quota proteica in una dieta dimagrante, escludo assolutamente la possibilità che la quota di carboidrati venga a mancare.
Per finire, un breve accenno ad alcuni farmaci purtroppo ancora utilizzati da qualche cialtrone che ha ancora il coraggio di farsi chiamare medico. Esistono infatti individui che nell’ombra somministrano, con la complicità di farmacie compiacenti, preparazioni magistrali contenenti anfetamine spesso in associazione con ormone tiroideo e tranquillanti come le benzodiazepine. Questi intrugli spacciati come prodotti erboristici “naturali” non hanno la fantastica proprietà di stimolare il metabolismo ma sono principalmente psicofarmaci ad effetto anoressizzante. Determinano dipendenza, notevoli effetti collaterali, spesso assai gravi e qualche volta mortali.
In conclusione, esistono 2 categorie di prodotti che servono a stimolare il metabolismo: quelli che non funzionano e quelli che fanno male. Poi… ognuno è libero di credere ciò che vuole perché la speranza non ha prezzo!”
Silvia Trevaini
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