“George Orwell scrive: “Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”.
Con questo aforisma ho aperto uno dei miei libri a sottolineare il fatto che la maggior parte delle informazioni che riceviamo, se non del tutto false, sono quantomeno artatamente manipolate.
In questo primo scorcio d’estate fioriscono sui giornali e in televisione promesse dimagranti di ogni tipo; il più delle volte si tratta di rimasugli del passato estratti dal frigorifero dei ricordi e ricomposti come una brava casalinga sa fa
re con gli avanzi dei giorni precedenti.
Molto rare, o praticamente assenti, sono le novità poiché, a dispetto di quanto si vuol far credere dagli anni ‘90 ad oggi in campo nutrizionale non vola praticamente una mosca. Tutto ciò che potevamo sapere riguardo ai rapporti tra i nutrienti è stato abbondantemente sviscerato tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio dei ‘90: è paradossale ma è la realtà, che testi di nutrizione clinica di quegli anni siano molto più approfonditi e particolareggiati rispetto a testi ben più recenti su cui si preparano gli studenti di oggi.
Dagli anni ‘90 in poi il Mercato ha preso il sopravvento e molti medici, anche illustri, si sono fatti avvinghiare dalle sue spire; ormai si vive di notizie spot, e più queste sono allarmanti e più assurgono all’onore della cronaca.
Mi chiedo quindi: le proteine sono davvero così pericolose e cancerogene da cancellare l’indubbio miglioramento che la loro introduzione ha determinato nella struttura e nella qualità di vita delle popolazioni? Non sarà piuttosto che per mantenere la ribalta qualche illustre scienziato di veneranda età si presta anche al fine di creare costosi master per medici senza arte ne parte? Strano ma vero tutti i clinici, i cardiologi, specialisti di ogni sorta, pur snobbando la nutrizione come disciplina si sentono stranamente in diritto di parlarne continuamente a vanvera; ma ciò che più dispiace è che le organizzazioni scientifiche e gli enti preposti al controllo della nutrizione si siano piegati alla ragion di stato facendo passare come interesse per la salute dei cittadini quelle che sono soltanto mere opportunità economiche.
La lotta manifesta alla quota proteica giornaliera è, a mio parere, soltanto legata ad un problema di costi, e quando noi pensiamo alla ricaduta economica di un provvedimento non dobbiamo riferirci alla nostra personale situazione ma ad un concetto macroeconomico di gestione della nutrizione.
Per capirci meglio, un’apparente risibile differenza di un 1% di quota proteica giornaliera, pur non avendo alcuna ricaduta sulla spesa quotidiana della signora Maria, assume al contrario un grande valore se applicato ad un contratto di ristorazione collettiva. Ciò che balzerebbe agli occhi se soltanto si volesse provare a fare una verifica è che le regole che vengono proposte in quanto a composizione della dieta giornaliera sono talmente distanti dalla realtà oggettiva da apparire assolutamente incompatibili; io credo che sia molto più facile sparare sui fast food, sulle merendine o quant’altro piuttosto che spiegare ai cittadini come farne un uso corretto, il che è assolutamente possibile!
Di invettive vivono i talk show, la politica e quindi, perché no, la nutrizione: questo però lascia colpevolmente spazio ai ciarlatani spesso travestiti da professori che inondano le trasmissioni televisive disposti a dire qualunque cosa pur di essere presenti.
La Nutrizione è cosa assai seria ma più la sua trattazione è teorica e meno è utile: i nutrizionisti devono cominciare a sporcarsi le mani con ciò che serve alla gente, abbandonando l’atteggiamento in positivo da cattedratici e andando incontro alle esigenze oggettive dei pazienti, rendendosi conto che solo questo può essere un atteggiamento effettivamente efficace e per questo per nulla umiliante.
Quindi, come faccio ogni volta, adesso qualche piccolo consiglio in vista dell’estate:
– La quota proteica deve sempre, anche se in misura contenuta, essere presente in ogni pasto principale;
– I pasti non devono essere mai saltati;
– Evitare di fare pasti di sola frutta, in primo luogo perché non è vero “che non ha calorie” (4 mele fanno 1kg e corrispondono a circa 140 g di pasta… verificare per credere), ed inoltre la frutta fornisce uno scarsissimo senso di sazietà, tale per cui si arriva molto facilmente affamati al pasto successivo.
Per il medesimo motivo evitare di abusare di succhi di frutta che, con o senza zuccheri aggiunti, rischiano di diventare piccole bombe caloriche.
– Vietato demonizzare il gelato prediligendo quello alla creme, molto più equilibrato nella composizione rispetto a quello alla frutta, ma togliersi dalla testa che possa esser un adeguato sostituto d un pasto.
– Via libera alle insalatone a patto però che contengano almeno una scatoletta di tonno e/o un uovo.
– Scordarsi che un piatto di pasta al pomodoro possa essere un piatto unico: in effetti, si tratta soltanto di un unico piatto… per nulla equilibrato.
– Vietato temere la focaccia della spiaggia: è un gradevolissimo e per nulla pericoloso alimento, che se farcita con salume e/o formaggio, può essere un adeguato sostituto di un pasto. Ricordate che ciò che è morbido e unge le mani è spesso molto meno ricco di grassi rispetto ciò che risulta più secco e friabile”.
Silvia Trevaini
Videonews