Molti grandi personaggi del passato soffrivano di questo problema: Mozart sembra che soffrisse di reumatismi, Voltaire era profondamente malinconico in autunno, entrambi erano meteoropatici.
Cinque secoli prima di Cristo Ippocrate consigliava ai medici di prendere in debita considerazione l’influenza che le stagioni dell’anno avevano sui pazienti. Oggi queste parole sono decisamente attuali, infatti gli effetti prodotti sulle persone dalle condizioni del tempo e dai suoi cambiamenti sono studiati. Il problema del “mal di tempo” negli anni 50 riguardava solo il 5% della popolazione, ma oggi interessa il 25/30% degli italiani: un italiano su quattro soffre di quei disturbi fisici o psichici dipendenti dai fenomeni meteorologici.
Essere meteoropatici significa infatti essere soggetti a tutta una serie di disturbi più o meno gravi, che possono variare dalla semplice irritabilità causata dal vento a serie crisi cardiovascolari in occasione di condizioni metereologiche perturbate.
La causa di questa maggiore sensibilità al tempo probabilmente è legata al ritmo di vita dei giorni nostri, allo stress ambientale e sociale e alla conseguente diminuita capacità dell’organismo umano di difendersi. Le difese immunitarie si abbassano a tal punto che il normale cambiamento di stagione, uno sbalzo di temperatura causano malessere non giustificato da reali motivazioni organiche.
Gli studi fatti finora hanno messo in evidenza tutta una serie di sintomi tipici causati dal tempo e sono:
irritabilità
depressione
malinconia
aumento dei disturbi cardiovascolari come palpitazioni, tachicardia, ipertensione
riacutizzazione della sintomatologia artro-reumatica
cefalea ed emicrania.
Quando il tempo migliora e si stabilizza chi soffre di questi disturbi finalmente può sentirsi meglio, infatti si verifica il miglioramento delle condizioni sia fisiche che psichiche. Se arriva una nuova e immediatamente successiva perturbazione, i meteoropatici si trovano nuovamente esposti ai suoi effetti e passano da un malessere all’altro senza nessuna pausa. I temporali con la carica di elettricità che comportano sono un rischio per le persone che soffrono di disturbi cardiaci. Il vento denominato Fohn e conosciuto non a caso come “il vento della pazzia”, accentua gli squilibri di tipo psichiatrico ed emotivo. Il comunissimo periodo in cui cambia la stagione sottolinea l’aumento dei disturbi gastrici e della depressione. Il cambiamento meteorologico, insomma, è causa di mutamenti, talvolta anche importanti, delle funzioni del nostro corpo e della nostra mente almeno fino al momento in cui l’organismo si abitua al cambiamento o alla sbalzo di temperatura.
Come intervenire
I segnali che il corpo ci manda devono essere ascoltati con attenzione e la sindrome atmosferica ci indica che esiste un reale malessere. Se si riesce a recepire questo messaggio possiamo meglio affrontare e lenire i disturbi dovuti alle variazioni climatiche.
Sarebbe certamente utile non programmare, quando questo è possibile, attività particolarmente impegnative nei giorni di grande perturbazione. Aumentare le difese organiche con l’aiuto di sostanze antiossidanti o con rimedi omeopatici, seguire un’alimentazione adeguata, eventualmente utilizzando integratori alimentari , sono comportamenti efficaci e utili.
È bene evitare di prendere farmaci in modo sconsiderato ed eccessivo, ma è importante capire che i disturbi possono essere controllati con la mente tanto che può essere utile, per i soggetti particolarmente sensibili, fare ricorso a terapie di sostegno psicologico.Talvolta può servire assumere un calmante blando poco prima dell’arrivo di quel fenomeno meteorologico per noi particolarmente a rischio.
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