Si avvicinano le renne e si avvicina Babbo Natale con i suoi doni, risulta quindi impossibile non fargli trovare sul tavolo una fetta di panettone, quello originale milanese. Ma sapete davvero come sceglierlo e come non prendere fregature? E poi, meglio quello artigianale o industriale?
Gli ingredienti che bisogna leggere
Ricapitolando, un panettone di alta qualità deve possedere la seguente composizione in ordine decrescente degli ingredienti più importanti: farina, tuorlo di uova fresche, burro fresco di panna, zucchero. Una piccola nota: i produttori non sono obbligati a scrivere se il burro è fresco di panna o proveniente da siero di latte congelato e se le uova sono fresche o in polvere o congelate. Sta quindi al buon senso del consumatore scegliere coloro, che di propria iniziativa, forniscono informazioni maggiori e più dettagliate.
Vediamo l’etichetta di questo panettone (vedi figura), acquistato in un comune supermercato, voi che interpretazione date?
Se ci prendiamo la briga di leggere l’etichetta dei tanti panettoni che in questo periodo natalizio riempiono gli scaffali dei supermercati, notiamo che, oltre agli otto ingredienti della ricetta tradizionale (obbligatori per legge per definire un prodotto come panettone), ne possono essere presenti diversi altri, rendendo così il prodotto meno pregiato, molti dei quali hanno dei nomi incomprensibili: sciroppo di zucchero invertito e sciroppi di glucosio o di glucosio-fruttosio (più economici rispetto allo zucchero), mono e digliceridi degli acidi grassi, acido sorbico o E200 (un conservante che può dare allergie). Lo sciroppo di zucchero invertito si ricava scindendo lo zucchero (il saccarosio) nei suoi due componenti, il glucosio e il fruttosio, mediante un enzima (l’invertasi) estratto dal lievito. Poiché il fruttosio dolcifica più alto del saccarosio, l’industria con questo artifizio tecnologico risparmia sui costi di produzione perché usa una minore quantità di zucchero. Gli sciroppi di glucosio e di glucosio-fruttosio si ottengono dall’amido (generalmente quello di mais) che viene poi trasformato in glucosio o in glucosio più fruttosio mediante specifici enzimi estratti da batteri e funghi. Se l’industria ci guadagna per risparmiare sui costi delle materie prime, il consumatore in termini di salute no, visto che sul fruttosio pende il sospetto che faccia aumentare il livello di trigliceridi nel sangue e il glucosio innalza la glicemia più velocemente del saccarosio.
Uno sguardo al prezzo
Il panettone è un prodotto da forno che fa la sua breve apparizione durante il periodo natalizio e poi si dilegua, ed è forse l’unico prodotto industriale venduto già sottocosto nel 90% dei casi. I supermercati pullulano di panettoni a 2-3 euro, con delle offerte anche a 1 euro, mentre nei negozi artigianali si può arrivare a 30 euro. La differenza e’ dovuta, dalla qualità e quantità degli ingredienti e dai processi di lavorazione che, per quelli a pochi euro, sono industrializzati. Da sottolineare che spesso quelli ad alto costo sono disponibili in negozi esteticamente più lussuosi.
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