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Quando la caduta dei capelli è una vera patologia

calvizie
Caduta dei capelli, fisiologia o patologia? E’ ormai risaputo che esiste una caduta di capelli che può essere considerata fisiologica quando riferibile al normale ciclo di ricrescita dei capelli. Tuttavia una caduta di capelli eccessiva e non periodica ma duratura (più di 1-2 mesi) può provocare un progressivo diradamento. Ma cosa fare in questi casi?
La diagnosi di uno specialista è certamente un ottimo punto di partenza. Ne parliamo insieme al dottor Giacomo Urtis dell’istituto Dermoestetico di Milano.

La causa più comune di caduta dei capelli è rappresentata dall’alopecia androgenetica, comunemente nota come calvizie, una malattia cronica la cui frequenza aumenta con l’età, interessando fino all’80% della popolazione maschile. Tuttavia anche le donne possono esserne affette, particolarmente dopo la menopausa. Nei casi gravi la caduta può iniziare precocemente portando ad un diradamento già prima dei 25 anni, causando notevole disagio.

Questo giustifica l’interesse profuso nella ricerca di terapie in grado di contrastare l’assottigliamento e la progressiva perdita dei capelli. Esistono lozioni e compresse contenenti principi farmacologici che possono contribuire all’irrobustimento del fusto dei capelli e al rallentamento della caduta. Tra gli agenti topici, di notevole interesse è il minoxidil, un vasodilatatore, utilizzato anche in combinazione con altre sostanze tra cui il latanoprost, che ha portato a risultati molto incoraggianti. Di notevole interesse risulta inoltre la finasteride, che inibisce l’enzima che porta alla conversione del testosterone in diirotestosterone, responsabile della caduta dei capelli. Questa sostanza può essere assunta per via generale ma recentemente è stato sviluppato un gel di finasteride, con concentrazioni variabili, in grado di annullare il rischio di effetti collaterali massimizzando i risultati.

L’armamentario a disposizione si è ampliato nel corso degli ultimi anni. È  infatti possibile ricorrere all’utilizzo di fattori di crescita provenienti dalle proprie piastrine, avvalendosi della tecnica PRP (Platelet Rich Plasma), in grado di aumentare la sopravvivenza dei capelli e di prolungarne la fase di crescita attiva, come dimostrato da studi scientifici. La suddetta tecnica può essere abbinata con degli attivatori molecolari e fattori di crescita sintetici, messi a punto per amplificare esponenzialmente l’efficacia della terapia.

E se il diradamento è eccessivo? E’ oggi possibile ricorrere ad un autotrapianto di capelli con la tecnica FUE (Follicular Unit Extraction), che non lascia nessuna cicatrice, non prevede l’applicazione di punti di sutura e conferisce un rinfoltimento del tutto naturale con effetto immediato.

Come è facile intuire, le terapie elencate non sono in conflitto tra di loro ma del tutto sovrapponibili al fine di potenziarne gli effetti. Quindi, dopo un attento inquadramento, è possibile stabilire una strategia del tutto personalizzata per combattere la caduta dei capelli.

 

Silvia Trevaini

Videonews

 

 

 

 

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