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Mi sono rotto il polso : cosa posso fare?

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Mi sono rotto il polso : cosa posso fare?
Risponde la Dott.ssa Angela Trabucco, specialista in Ortopedia e Traumatologia del Centro Medico Visconti di Modrone.

Dott.ssa Angela Trabucco,

Le fratture di polso non sono tutte uguali e il trattamento dipende dalla radiografia e dalle esigenze del paziente.

Sono colpiti soprattutto gli anziani, con fratture a bassa energia su osso osteoporotico.

I giovani adulti sono interessati  meno frequentemente ma le loro fratture sono da incidenti motociclistici o sportivi, ad alta energia,  scomposte ed esposte, quindi più gravi.

Una frattura composta può essere trattata in gesso , senza manipolazione.

Il gesso va tenuto per circa 5 settimane.

Se la frattura è scomposta e interessa l’articolazione, il trattamento è essenzialmente chirurgico, volto a recuperare quanto possibile l’anatomia interrotta.

 

 

Un adeguato ripristino dell’anatomia garantisce infatti recupero funzionale ottimale e riduzione del dolore.

L’avvento delle placche in titanio a basso profilo e a stabilità angolare ha permesso  di ottenere buoni risultati chirurgici. Tali placche sono tanto sottili da non “sentirsi”  e sono ben tollerate nel tempo.


Non sempre vanno rimosse.

Ma non si “tira più il polso ?”

La manovra di riduzione e il successivo gesso lungo ( da sotto l’ascella alla mano ) trovano ancora indicazione in fratture extrarticolari , poco scomposte, con pochi frammenti.

 

Tale frattura viene  “manipolata” e trattata con gesso lungo.

Purtroppo  bisogna considerare il rischio di scomposizione in gesso .

Questo avviene perché il gonfiore del polso diminuisce e il gesso risulta non più aderente.

Pertanto, dopo aver ridotto una frattura bisogna programmare diverse  radiografie in gesso,  a circa 7 e 14 gg, e a volte anche a 21 gg, per escludere scomposizioni in gesso.

Tali controlli radiografici devono essere valutati da uno specialista.

Se tutto procede bene, il gesso va mantenuto per almeno 5 settimane.

Se al controllo radiografico si evidenzia scomposizione  in gesso, diventa necessario il trattamento chirurgico.

La decisione chirurgica viene sempre condivisa  con il paziente, che può scegliere di “accontentarsi” di  un polso deformato e con ridotta funzionalità , se preoccupato per problemi di salute maggiori.

Chi valuta le radiografie?

E’ essenziale che a valutare le radiografie e dare le indicazioni di trattamento sia un esperto nel trattamento chirurgico delle fratture di polso, che possa quindi saperci indirizzare correttamente dall’inizio.

Purtroppo, spesso le fratture da trattare arrivano a visita specialistica dopo 2/ 3 settimane , cioè quando già stanno guarendo, male.

In tal caso la procedura chirurgica è più complessa, perché bisogna rimuovere il callo fibroso e/o osseo già formato, ridurre la frattura e fissare la placca in un osso già impoverito ( soprattutto nei pazienti più anziani) dall’immobilizzazione.

Ma se aspetto e vedo come va dopo che ho tolto il gesso?

Dipende, se l’indicazione è già chirurgica, aspettare significa complicare il lavoro del chirurgo.

E i risultati diventano mediocri.

Se invece la scelta chirurgica non è obbligatoria,  i disturbi potrebbero essere minimi e trattabili anche successivamente.

 

Silvia Trevaini

Videonews

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