E’ opinione corrente, e anche giustificata, che la voce sia il prodotto dell’attività delle corde vocali.
Nulla di più giusto.
“Ma le corde vocali sono strutture dipendenti da tanti altri eventi che si realizzano nel corpo; e la voce, a sua volta, ha tanti connotati che dipendono da strutture ben diverse dalle corde vocali.
Alla nascita le corde hanno una lunghezza di circa 7mm. Poi inizia l’interferenza degli ormoni sessuali, e così nella donna si sviluppano fino a 15/16 mm, mentre nell’uomo raggiungono anche 21 mm”, ci spiega il Prof. Roberto Barocci del Centro Medico Visconti di Modrone.
E così, per causa ormonale, il timbro di voce da soprano infantile cambia in quello baritonale dell’adulto con abbassamento del tono.
Ma la lunghezza delle corde vocali non è il solo fattore di variabilità per il timbro della voce.
Sono altrettanto importanti sia la tensione o l’elasticità , sia la pressione dell’aria che sale dai polmoni. E infine hanno un ruolo molto significativo le camere di risonanza (polmoni, faringe, naso, seni paranasali, etc..); basta al riguardo ricordare la voce durante un banale raffreddore!
Così definita l’origine della voce si potrebbe pensare che, controllando attentamente i fattori in gioco, tutti possiamo cantare.
Il quotidiano dimostra però il contrario.
E infatti, il fattore più importante che regola la voce è quanta aria utilizziamo per produrre una certa nota: questa correlazione non può essere creata, essa è un attributo…. di natura, che non si può acquisire.
Allora, lo sviluppo ormonale, l’aumento di lunghezza delle corde vocali, una buona risonanza delle cavità nasali, una quantità d’aria abbondante che risale dai polmoni, tutti questi fattori da soli non bastano a garantire una buona voce.
E ben lo sanno gli attori, categoria di professionisti più esposta ad uso e abuso della voce, perchè devono impiegare un volume alto in ambienti con acustica talvolta precaria; seguono i predicatori e gli insegnanti, che parlano ad alta voce e con un timbro molto acuto.
Infine i cantanti di musica leggera e chiunque conviva da molto tempo con un familiare un po’ sordo.
Ma qualcosa sembra sfuggire alla descrizione dell’evento “voce” e dei suoi problemi.
Un qualcosa che è di comune osservazione nel quotidiano più usuale, per cui rileviamo che la nostra voce cambia e i modifica in continuazione.
Ho interrogato in merito la dott.ssa Elena Pagliacci, che di voce e di fenomeni prodotti dal corpo umano ha chiarezza di informazioni. Seccamente mi ha risposto che “la voce è il sonoro dell’anima: inesistente quando l’anima soffre, ridente quando è felice, stridente nella rabbia.”
Ma allora gli ormoni, il pomo di Adamo, la muscolatura delle corde, la risonanza?!…
Ancora una volta la conclusione più vicina alla verità è quella che assembla il miglio dell’essere umano nella produzione di ciò che caratterizza l’uomo.
E in natura, ad oggi, siamo gli unici a parlare.
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