Il bambino conosce il proprio corpo …
“Il gioco combinato con lo yoga vuole insegnare al bambino a conoscere il proprio corpo, a svilupparlo in modo armonioso attraverso gli àsana (cioè le posizioni yoga), ma anche a fare propri alcuni principi che sono il fondamento dello yoga che sono “YAMA”, cioè non violenza, verità, onestà, controllo di sé attraverso la consapevolezza delle proprie emozioni, il non possedere, e “NIYAMA”, cioè l’accontentarsi, ovvero non volere ciò che hanno gli altri ma apprezzare ciò che si ha,” spiega ancora la maestra yoga.
… impara a respirare e rilassarsi
Attraverso lo yoga, quindi, il bambino ha la possibilità di entrare in contatto con la sua forza interiore, riuscire a mantenere l’attenzione, la concentrazione, scoprire e percepire un mondo misterioso e fantastico dentro di sé; imparare a respirare prendendo coscienza di questo atto vitale; migliorare forza, resistenza, equilibrio, coordinazione, flessibilità, e agilità; sintonizzarsi con le vibrazioni più sottili di tutto ciò che lo circonda; imparare a rilassarsi, conoscere e capire le emozioni e quindi sviluppare capacità di autocontrollo; riconoscere la bellezza della lentezza, della pausa e migliorare le capacità di relazionarsi e collaborare con il gruppo.
Una disciplina adatta ai bambini ipercinetici e ansiosi
Lo yoga è una pratica adatta a qualsiasi bambino , ma è sicuramente ideale per bambini ipercinetici, aggressivi, ansiosi, paurosi o con disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento. Infatti in questi anni molte scuole hanno introdotto lo yoga al loro interno (un protocollo ministeriale del 2007 consente l’insegnamento di questa disciplina nelle scuole, ndr) , notando che i bambini che hanno seguito questo percorso sono diventati più consapevoli e sensibili verso se stessi e gli altri (diminuendo nel tempo comportamenti come il bullismo). Certo, i risultati non sono immediati, ma nel corso di almeno un anno gli effetti sono tangibili.
Lo yoga è consigliato dai tre anni
I principi dello yoga si possono insegnare già dalla nascita, ma per questioni pratiche consiglio di cominciare a partire dai tre anni di età , quando il bambino già ha un minimo di autonomia nel muoversi e nel parlare o sapersi esprimere, e soprattutto ha già raggiunto, tramite l’inserimento nella scuola materna, l’indipendenza per stare sereno in un ambiente lontano dalla mamma. Anche per questo motivo si consiglia sempre una lezione di prova.
Una lezione-tipo di yoga per bambini
Semplice: si i nuovi “yoghini” con i tappetini disposti in cerchio. Nel centro c’è la campana tibetana grazie alla quale pian piano s’impara a prendere il suono e a sviluppare maggior attenzione verso l’ascolto. Tramite una pedagogia del corpo, e come sempre tramite il gioco, si riescono ad assimilare i principi e valori di questa meravigliosa disciplina. Il momento del gioco, infatti è impostato in modo che non si crei alcuna competizione (non ci sono né vinti né vincitori), ma affinché si sperimentino l’aiuto e la collaborazione reciproca. Così facendo si impara ad alternare momenti di gioco: liberatorio, privo di costrizioni, senza troppe regole a momenti in cui si deve “solo” ascoltare…
Successivamente si mostrano alcuni àsana (cani, rane, leoni, gatti, serpenti e tanti altri animali) narrando una piccola storia che con un pizzico di immaginazione mettiamo in pratica prendendo in prestito le qualità di questi animali. Così facendo si liberano corpo e mente creando le prime sintonie di gruppo.
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