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La vitamina B12 va integrata nell’alimentazione?

b12Quello della carenza di vitamina B12 è un argomento piuttosto controverso, che spesso viene usato dalle persone che criticano le diete vegane per cercare di dimostrare la loro “innaturalità”. Ma quello in cui viviamo non è più un ambiente naturale, e molte persone finiscono per sviluppare un’effettiva carenza. Il ragionamento in genere è: se la dieta vegana è naturale, perché abbiamo bisogno di una vitamina che si trova solo nei prodotti animali? Buona domanda.

In realtà, la B12 non viene prodotta né da piante, né da animali, ma da batteri. Oggi sappiamo che c’è B12 in qualsiasi cibo contenga una certa quantità di vitamine del complesso B, anche se in precedenza non eravamo in grado di rilevare queste piccole quantità. Tecnologie più moderne ci hanno permesso di scoprire che la B12 è presente nei cibi ricchi di vitamine del gruppo B. Tuttavia, questa non è sufficiente per coprire il nostro fabbisogno! Questo è il punto da ricordare. Perciò, il fatto che ci sia B12 in alcuni cibi vegetali non prova che essi siano la fonte da cui dovremmo ricavare questa sostanza. Perciò, se qualcuno ti dice che la frutta contiene B12, non discutere, semplicemente chiedi, “ma è sufficiente a coprire il nostro fabbisogno?” Perché questo è ciò che conta. L’argomento B12 è molto dibattuto e le informazioni che circolano a riguardo sono spesso contraddittorie e a volte scorrette. Per fare chiarezza ne parliamo insieme al nostro esperto di alimentazione Fruttariana Giorgio Bogoni, che ha studiato a fondo l’argomento.

Giorgio Bogoni

In effetti, anch’io trovo che la carenza di vitamina B12, a cui spesso conduce un regime alimentare vegano, sia indice della sua insostenibilità sul lungo termine e quindi, in ultima istanza, di una sorta di “innaturalità”.

Da fruttariano, del resto, osservo che il vegano, nutrendosi anche di vegetali e semi, già pretende di possedere l’anatomia e la fisiologia caratteristiche degli erbivori e dei semivori, che invece mancano completamente all’uomo.

Approfondirò quindi il discorso sulla B12 dal punto di vista fruttariano, collocando la necessaria integrazione di questa vitamina alla dieta vegana, nell’ambito di un quadro più ampio che vede questo regime alimentare come una fase necessaria, ma transitoria, e propedeutica ad un’alimentazione basata esclusivamente sulla frutta.

Come si diceva, la vitamina B12 non è tipica del mondo animale, ma viene prodotta da batteri, protozoi e funghi che prediligono vivere sul substrato cellulosico a pori caratteristico della buccia dei frutti a polpa dolce.

In minor quantità troviamo questi microorganismi anche sulle foglie e sul terreno, ragione per cui, se questi batteri si trovano nello stomaco di un bovino, è solo perché li ha assunti nutrendosi di erba e hanno avuto il tempo di proliferare.

Data quindi la presenza un po’ dappertutto dei batteri produttori di B12, si tratta giustamente di capire se la nostra dieta ne contenga a sufficienza, proprio perché il corpo umano non è in grado di produrre questa vitamina e la sua mancanza porta a squilibri metabolici anche gravi.

Si tenga però presente che il fabbisogno di B12 non è un valore assoluto, ma dipende dal regime alimentare che si segue ed in particolare dall’usura proteica che ne consegue.

La B12 è infatti un regolatore del metabolismo proteico, utilizzato in larga misura nella sintesi di nuove proteine, che viene innescata dal corpo a seguito di un deterioramento di quelle già presenti a causa di un’acidosi ematica ed, in generale, dal consumo di legumi, semi oleosi, frutta acida e cereali da forno.

L’alimentazione vegana non sarebbe quindi completamente priva di B12, ma ne richiede moltissima a conseguenza del fabbisogno indotto dai semi e dalla frutta acida consumati.

Diversamente, il fruttariano, cibandosi di solo frutta, magari con l’accortezza di non lavare la superficie della frutta polposa ma limitarsi a strofinarla, può raggiungere un equilibrio.

Preciso comunque che i moderni processi industriali di coltivazione e distribuzione, conducono facilmente anche un fruttariano alla carenza di B12, in questo caso per oggettiva scarsa reperibilità della stessa sulla buccia della frutta.

Invito quindi tutti ad un controllo periodico della presenza di questa vitamina nel sangue e del valore dell’omocisteina che, qualora troppo alto, preannuncia una successiva carenza di B12.

 

Silvia Trevaini

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