(Henry David Thoreau, Walden ovvero Vita nei boschi)
Novembre come Ottobre, mesi di colori unici e indimenticabili, di dolce autunno, di imminente relax.
La luce è soffusa sia in campagna che in città e il bello, per chi lo vuol vedere, si scorge ovunque, anche tra le cose più comuni; una panchina solitaria in un angolo del parco, un fiore selvatico che spunta fuori stagione dal cemento, un albero con la chioma semispoglia a forma di cuore, un rilucente tappeto di foglie color del rame. Questa stagione di intime sfumature tramuta il paesaggio in opera d’arte.
I colori spaziano dal rosso al giallo, dall’oro al prugna, dall’arancione al verde, creando una tavolozza variopinta che, da Gauguin all’Arcimboldo, da Van Gogh a Mucha, e perfino Kandinsky, ha ispirato e tuttora ispira.
Come si può definire l’autunno “stagione grigia”?
Ne parliamo con Giulia, fondatrice dell’Associazione L’Ombra del Platano.
Gli appassionati di Foliage attendono con trepidazione questa esplosione di colori, toccasana per anima e corpo, senza necessariamente andare oltreconfine per ammirare tale spettacolo; il nostro territorio è ricco di zone in cui la vegetazione propone distese, boschi e viali di alberi e piante caducifoglie.
I profumi pungenti dell’Autunno esaltano ulteriormente i sensi, incitando una sorta di riconnessione con l’Universo.
La camminata nel Bosco o, come lo chiamo io, il Bagno di Bosco, oltre a deliziare vista e olfatto, apporta numerosi benefici.
In primis l’abbondanza di ossigeno che favorisce una respirazione profonda e goduta, irrorando per bene
vasi grandi e piccoli, per meglio nutrirli e rendere il cuore felice. In tutti i sensi.
La glicemia si abbassa, il sistema immunitario si rinforza così come l’apparato muscolo-scheletrico.
Le emozioni positive, scaturite dal contatto con la natura, fanno si che anche il sistema endocrino produca l’emissione di sostanze preziose per l’organismo.
Camminare nel Bosco risulta essere anche un potente antidoto per ansia e pensieri compulsivi, una sorta di meditazione mobile con ripercussioni positive perfino nei giorni successivi.
La mente rilassata produce e proietta visioni gradevoli, accettabili, salutari, risolutive.
Sia che siate amanti del trekking o indomiti pigroni dal passo lento, l’escursione può solo portare salutari vantaggi, risultando rilassante e suggestiva.
Il contatto con la natura favorisce il benessere psicofisico; lo sapevano molto bene i nostri antenati che fruivano del potere curativo e preventivo, constatando inoltre che un albero è felice senza possedere niente perché cosciente di avere tutto, che il merlo non si preoccupa di quello che mangerà domani perché ha certezza di trovare qualcosa che lo sazi, che la nuvola resta fiduciosa in balia del vento. La natura è il vero insegnamento, vera scuola di vita e osservare le sue dinamiche ci offre l’opportunità di capire. Di accettare. Di avere fede nella vita.
Il cervello reagisce in modo diverso a seconda del luogo e dello spazio in cui ci troviamo.
Possiamo notare come lo stesso pensiero fatto in un luogo chiuso e successivamente riproposto in mezzo alla natura, in un viale alberato, al mare o in montagna, cambia di impulso e di intensità emotiva, riducendo il pessimismo e favorendo la predisposizione alla positività.
Dalle statistiche emerge che sono le zone più urbanizzate a registrare l’incremento di depressione e violenza.
Non mi dilungo sulla necessità di ripristinare zone green nelle grandi città, ma vorrei spezzare una lancia a favore dei moderni urbanisti che tentano di dare precedenza e lustro ad alberi e piante non solo come decoro ma come necessità olistica inserendo nei moderni concept spazi atti a favorire gli aspetti emotivi e cognitivi della popolazione.
La hippy generation assecondava l’istinto di abbracciare un albero; la silvoterapia si dimostrava più efficace di pillole e medicamenti vari tramite le vibrazioni scambiate con i fratelli “vegetali”.
Io stessa abbraccio l’albero che mi sono scelta, un Platano per l’esattezza…. e quando per vari motivi non riesco a farlo mi sento in carenza, diversa, incompleta.
Molto bello, e significativo, il libro di Thoreau: “Walden ovvero vita nei boschi”.
Racconta come lui stesso, per scelta, sia riuscito a vivere nel bosco per due anni.
Imparando a conoscere il sé interiore e l’immensità della natura. Molto interessante.
Buona passeggiata!
VideoNews