Obiettivo Benessere

Medita nel mondo

 Ti sei mai trovato in coda al supermercato o alle poste con davanti una lunga e inaspettata fila di persone e la fretta di correre a un appuntamento? E in metropolitana nell’ora di punta, spintonato dai passeggeri che entrano dalle carrozze? Situazioni, a guardarle con attenzione, del tutto ordinarie.

Eppure, a volte bastano questi piccoli inconvenienti a dare forza a quell’onda di energia dell’insofferenza che immediatamente sorge dentro di noi e a scatenare la catena dei pensieri insofferenti tipo “stai perdendo tempo”, “ potresti stare al bar con un buon caffè a parlare con un amico invece che chiuso in questo posto”. Poi, senza accorgertene, ti ritrovi a giudicare le persone che ti stanno intorno solo perché “colpevoli” di essere l’ostacolo che ha rovinato i tuoi piani: “guarda quello come si è vestito stamattina” oppure “ma che inutile giornale sta leggendo questo signore qui a fianco?”. Nella vita quotidiana queste situazioni si ripetono costantemente. Sei continuamente sollecitato da stimoli, dalla presenza, dall’energia di chi incroci lunga la strada.

Schemi della mente

Non c’è nulla di sbagliato in questo modo si agire: si tratta di uno schema reattivo che abbiamo sviluppato nel corso della nostra evoluzione. L’essere umano, per quanto fragile, è infatti una specie vincente, dominante, che ha saputo adattarsi alle condizioni naturali e ha sviluppato strategie di sopravvivenza e difensive per modificare l’ambiente in base ai propri bisogni. “ Le cose dovrebbero andare così e non diversamente”: questo è il modo in cui, sostanzialmente, percepiamo il nostro diritto alla felicità e opponiamo resistenza proprio quando incontriamo le situazioni più difficili che spesso non vogliamo vedere o che richiamano alla nostra mente le  nostre stesse paure e fragilità. La mente si muove su questo schema: si-no, giusto-sbagliato, vero-falso, buono-cattivo. E in base all’intensità del vissuto che associ a un tale episodio, ecco scattare la tua reazione. La città produce continuamente situazioni che sollecitano i sensi e mettono a dura prova la capacità di guardare ciò che accade con una relativa serenità. Sono un’ottima palestra per esercitare introspezione e flessibilità.

Pratica: medita sui rumori

Non è necessario essere in un luogo isolato e silenzioso per praticare la meditazione di consapevolezza. Prova con la meditazione dei suoni e rumori: mentre sei in fila in attesa dell’autobus, ad esempio, approfitta di questi minuti in cui sei obbligato a stare fermo e chiudi gli occhi. Centra l’attenzione sulla sensazione del tuo respiro per alcuni istanti per trovare un po’ di concentrazione. Senza Forzare ma seguendolo in modo naturale, dove lo senti maggiormente. Poi, gradualmente, focalizza l’attenzione sull’ascolto dei suoni e rumori intorno a te. Alcuni sono vicini, altri più lontani. Alcuni piacevoli, altri meno. Di qualsiasi rumore o suono si tratti, nota come prima sorgono e poi svaniscono. Prova solo ad ascoltarli senza dare loro un’etichetta o una spiegazione e osservane i cambiamenti di intensità, di tono. Se un rumore ti infastidisce osservalo e prova a vedere se riesci a conviverci, mantenendo lo stato di rilassamento. Se noti che il fastidio si fa più forte, torna al respiro per alcuni istanti. Se ti scopri nervoso, fai un respiro profondo e rilassati. In qualsiasi momento puoi tornare al respiro e utilizzarlo come un’ancora che ti riporta a te stesso. Una volta ritrovato il tuo stato di rilassamento torna ai suoni. Tutto quello che devi fare è ascoltare ed essere presente. E quando lo desideri riapri gli occhi. Torna alle tue occupazioni quotidiane. Questo è un esempio di meditazione, breve, facile, alla portata di tutti i giorni. Ti porta a fare esperienza di ciò che ti circonda con maggiore chiarezza come il più delle volte i tuoi schemi reattivi abituali guidano i tuoi comportamenti e il modo in cui vivi nel mondo.

 

Silvia Trevaini

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