Impara a goderti senza sensi di colpa il dolce far niente. Fermati, per un istante. Osservati dall’esterno, con oggettività. Stai correndo da quando hai messo i piedi fuori dal letto, non ti sei neanche chiesta come stai oggi, se ti domandassero che cosa hai mangiato a colazione dovresti pensarci. Sì, hai bevuto un caffè in piedi mentre scrivevi la tua “to do list” quotidiana, l’elenco delle cose da fare, e sgranocchiato un biscotto di cui non ricordi il gusto. Nel mentre impostavi mentalmente l’organizzazione dell’intera settimana, scandita al nano secondo. Più che essere esaurita, sei abituata ad affannarti anche quando non ce ne realmente bisogno. Soprattutto chi abita in una grande città, lo fa in ogni occasione, come un automatismo. Al lavoro le ore volano e ti agiti perché temi di non stare nei tempi, la pausa pranzo è un prolungamento della mattinata, dura giusto il tempo di mettere a tacere i brontolii dello stomaco e i discorsi affrontati con i colleghi vertono sempre solo su problemi professionali.
A casa, anziché concederti cinque minuti di relax, riassetti compulsivamente anche quando non c’è un filo di fuori posto, incalzi i tuoi figli a fare in fretta come fossi seduta su una bomba orologeria. Per strada scapicolli anche se sai di essere in anticipo. Quando devi prepararti per andare ad un appuntamento con le amiche, con il tuo partner o con qualche nuova conoscenza, ti vesti, ti trucchi, mentre parli al cellulare in vivavoce. Invece potresti goderti un bagno rilassante, in silenzio, che ti predisponga all’incontro. Urge cambiare mood, rallentare, riscoprire l’ormai dimenticata arte del dolce far niente. Che può significare oziare senza uno scopo preciso o dedicarti del tempo, rispettandoti e ascoltandoti. Un tempo più dilatato, dove la parola d’ordine è calma, i pensieri cattivi sono banditi e si impara rifiutare di fare quello che non ha un’effettiva necessità. Per esempio, quando ti siedi al tavolo di un bar, perché armeggi con il tuo smartphone, aprendo e chiudendo applicazioni, come se temessi di perdersi qualcosa di vitale? Prova ad alzare gli occhi, osserva le persone che camminano, sorseggia lentamente la tua ordinazione, abbraccia con uno sguardo la bella piazza che si apre davanti a te oppure, se proprio non riesci a star ferma concedici una passeggiata a zonzo per le vie più belle della tua città, senza meta, per il solo gusto di farlo e sforzarti di mantenere un’andatura lenta e rilassato. Quando rincasi dopo una giornata impegnativa prova, ogni tanto, a lasciare il mondo fuori, sdraiati, spegni tutti i dispositivi elettronici, metti l’orologio in un cassetto, svuota la mente o, al massimo, pensa a quello che ha funzionato nella tua giornata e non a ciò che non è andato per il verso giusto. Il tempo che ti concedi, l’ozio che spezza la frenesia feroce dei nostri tempi.. Non è tempo sottratto alla vita, non è tempo perduto, e tempo capace di rigenerarti e pacificarti con te stessa. L’arte del dolce far niente è un atteggiamento criticato della società moderna. Le persone si irritano quando ne vedono un altro concedersi piccoli piaceri. Essere felici è ormai un atto di pura sovversione. Pensate che un mio amico è stato costretto a cambiare casa perché vicini sostenevano che la sua attività sessuale fosse troppo intensa e quindi disturbante. In realtà, lui e la sua compagna erano discreti ma la gelosia della gente, invidiosa della loro felicità, si è trasformata in un’accusa infondata. Non è una questione di cattiveria, è che le persone si sentono schiacciate da una società asfissiante, che pretende il massimo dando indietro il minimo. Che incoraggia l’omologazione e nega l’individualità di azione e pensiero. Chi si concede una tantum di far niente, di fermarsi, di riposarsi, di cedere a qualche istante di pigrizia, si rende colpevole di non essere produttivo e quindi utili alla collettività. Invece è importante riacquistare potere sulle nostre vite, ritagliandoci spazi individuali minimi, ma constanti. È vitale come bere mangiare.
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