Obiettivo Benessere

Il cancro visto e il concetto Igienistico-Naturale

Il male del secolo? I tumori, il cancro… una realtà abominevole, che ci fa vivere di ansie tutti i giorni. Ma sappiamo veramente cos’è? Ne parliamo oggi con il nostro esperto Giuseppe Tedeschi, laureato in Scienze della Salute e professionista di Igiene Naturale, analizziamo in linee generali prima di tutto il punto di vista della medicina allopatica cioè quella ufficiale e poi quello dell’igiene naturale per quanto riguarda la malattia.

Giuseppe Tedeschi

La Medicina Ufficiale verte su 3 punti fondamentali attinenti la malattia:

1) La malattia è un acerrimo ed insidioso nemico di tipo esterno, che arriva da lontano e si concretizza in disfunzioni, dolori, febbre, infiammazioni, ulcerazioni, squilibri ormonali, carenze, escrescenze. Un nemico da combattere duramente e sgominare facendo ampio impiego di farmaci, bisturi e trapianti (che sono le tipiche armi della medicina curativa-interventista).

2) Le cause di malattia, da Pasteur in poi, non sono più il malocchio e gli spiriti maligni da contrastare mediante esorcismi, ma i batteri e i virus, da annientare coi vaccini (che sono le armi tipiche della medicina preventiva allopatica-omeopatica).

3) La malattia, identificata e confusa col dolore e col sintomo locale o distrettuale, si combatte senza quartiere, organo per organo, con la tecnica  search and destroy  (cerca e distruggi) dei marines, mediante terapie specialistiche.

 

Il concetto Igienistico-Naturale, sostiene al contrario quanto segue:

  1. La malattia non è un nemico ma un alleato. Non è una presenza estranea ma è il rovescio della medaglia chiamata salute. Combattere la malattia col napalm, per quanto inverosimile appaia, significa “napalmizzare” la salute, ovvero perseguitare se stessi e il proprio sistema immunitario. Meglio di tutto restare sempre sani. Ma se si perde l’equilibrio e ci si ammala, il processo patologico non è altro che la via più economica-rapida-intelligente verso il ripristino della normalità. La malattia in altre è la chiave che conduce all’autoguarigione. Controproducente combatterla, mentre serve solo coadiuvarla e rispettarla, togliendo però le motivazioni causative a monte, e lasciando il compito risolutivo finale al sistema immunitario, cioè all’infallibile medico interno di cui ogni organismo vivente è in possesso.
  2. I virus sono figli naturali ed innocenti delle nostre cellule in continua moria e disgregazione, mentre i batteri sono nostri preziosi soci nel complesso e meraviglioso affare della nostra vita, e collaborano nel ripulire l’organismo fagocitando scorie e virus inespulsi, ovvero materiale intasante che il nostro organismo non è riuscito ad espellere.
  3. La malattia vera non è dunque il sintomo (segnale d’allarme e spia rossa), non è lo sbrocco di essudati dell’herpes, non è il muco che fuoriesce, non è la fronte che scotta, non è il grasso che dilaga, non è la testa che scoppia, non è la cellula che muta e tumorizza i tessuti.

Qual è allora la reale patologia? E’ la scelta di vita, il comportamento, il pensiero, l’alimento, l’ambiente, l’atteggiamento etico-morale, è la cattiveria e l’ignoranza che stanno a monte degli effetti dolorosi. Al limite c’è la sfortuna, il caso, l’incidente, tutte situazioni di emergenza dove l’igienismo naturale ammette un uso limitato e mirato di armamentario medico.

Il mondo medico è alla costante ricerca di un rimedio per curare l’entità malattia, nonostante l’ovvio fatto che la natura non ha bisogno di alcun rimedio, le serve solo l’opportunità di poter esercitare la sua stessa prerogativa di autoguarigione. Tutte le cosiddette malattie organiche hanno, dall’inizio alla fine, lo stesso processo evolutivo. La causa è costante, sempre presente e sempre la stessa. Solo gli effetti e l’oggetto sul quale essa agisce cambiano, e questo cambiamento è piuttosto incostante. Per esempio: un catarro allo stomaco presenta dapprima irritazione, poi infiammazione, poi ulcerazione, ed infine indurimento e cancro. Non tutti i casi, però, arrivano allo stesso stadio, solo in una piccola percentuale avviene l’ulcerazione, ed in una ancora più piccola si arriva allo stadio del cancro. Il cancro è il culmine di anni di abusi in nutrizioni ed anni di tossiemia derivanti dall’eliminazione sbagliata. Il forzare gli intestini ad agire è un vecchio metodo convenzionale consistente nella cosiddetta evacuazione che causa un’eccessiva eliminazione di acqua attraverso i reni, tale misura forzata, comunque, tramite l’iperstimolazione e la conseguente inibizione della corretta espulsione, aggiunge dell’altro alla debolezza già esistente. Il mezzo eliminatorio più potente allora qual è? Il digiuno ed il riposo. Detto in altri termini, fate riposare la natura e lei non avrà bisogno di alcuna cosiddetta cura. Per riposo si intende: stare a letto, digiuno, equilibrio mentale e fisico. La natura, allora, lavora senza intoppi, eccetto nei casi in cui i sapienti della medicina o il sapientone di turno, non incutano timore dicendo: “È pericoloso digiunare, può darsi che tu non riesca a sopravvivere”, questi sapientoni ignorano che esiste un’infinita differenza tra il digiunare e il morire di fame. Sapete perché le persone allettate per delle ferite non guariscono mai bene, soprattutto le persone anziane? Perché sono sovralimentate.

Termino con l’introduzione del libro del Dr. Herbert Shelton (che vi consiglio di leggere) dal titolo: “Tumori e Cancri loro sparizione naturale per autolisi”.

Il corpo non è solo capace di guarire se stesso e di costruire i tessuti, ma attraverso il processo di autolisi (auto-digestione) è anche capace di distruggere i tessuti e le sostanze che non servono all’organismo, quali ad esempio i tumori, gli ascessi e tutti gli accumuli morbidi. L’autolisi consiste nella disintegrazione dei tessuti dagli enzimi generati nelle stesse cellule.

Nel corso di un digiuno, i tessuti vengono dispersi nell’ordine inverso al loro uso, prima di tutto si disintegrano i grassi e le crescite morbide. I tessuti vitali vengono nutriti sulle riserve e i tessuti meno vitali, in modo che l’astinenza dal cibo non produce alcun danno fin tanto che le riserve esistono, e molte migliaia di persone hanno digiunato un mese o più con risultati benefici. Ma, naturalmente, questo deve essere fatto sotto un’assistenza appropriata.

I tumori sono composti di carne, sangue e ossa e sono soggetti alla disintegrazione attraverso l’autolisi, specialmente durante il digiuno. L’astinenza provoca dei profondi cambiamenti nel metabolismo e non determina alcuna carenza. Esso funziona sempre allo stesso modo. Il tasso di assorbimento durante i digiuni varia nei diversi tipi di tumori. La rimozione dei tumori mediante l’autolisi ha diversi vantaggi rispetto alla rimozione chirurgica. L’autolisi è un processo fisico e non apporta alcun pericolo. La chirurgia abbassa sempre la vitalità ed aggiunge dell’altro ad un metabolismo perverso che costituisce la causa del tumore. Il digiuno, d’altra parte, normalizza la nutrizione e permette l’eliminazione delle tossine accumulate, aiutando pertanto la rimozione della causa del tumore. La tendenza al maligno viene diminuita dal digiuno. Molti casi sono stati risolti mediante questo processo. 

 

Silvia Trevaini

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