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Stipsi: cosa fare

La regolarità intestinale può essere pregiudicata da una serie di fattori. La stitichezza o stipsi, oltre a essere un sintomo di patologie ben più preoccupanti, può essere temporanea e rappresentare comunque un disturbo cronico che altera notevolmente la qualità di vita. Spesso un viaggio, il cambiamento nei ritmi di vita o nell’alimentazione contribuiscono a rallentare il transito intestinale.
Ne parliamo con la Dott.ssa Beatrice Salvioli, consultant di gastroenterologia clinica del Centro Medico Visconti di Modrone.

La definizione di stipsi non è più quella che considera la frequenza settimanale di evacuazioni bensì il grado di soddisfazione. Quindi, una persona si definisce stitica quando presenta diverse difficoltà nello svuotamento intestinale che comprendono la quantità del “prodotto” considerata insufficiente, alla sensazione di sentirsi ancora pieni, al lungo tempo impiegato al mattino in toilette, agli sforzi spesso dolorosi, alle manovre manuali che si devono compiere per aiutarsi.

Se la stipsi è quella transitoria, tipica ad esempio di chi si reca in viaggio, è gestibile con alcuni consigli sull’alimentazione. Dal momento che l’intestino è un organo abitudinario, è importante cercare di mantenere una buona idratazione (in estate con il caldo deve aumentare l’introito di liquidi), evitare di assumere cibi tipo “spazzatura” come patatine, noccioline e troppi superalcolici. A colazione, al mattino, non deve mai mancare la frutta, in particolare prugne, pere o kiwi e cereali integrali.

Se le modificazioni dell’alimentazione non sono sufficienti, sono utili le fibre assunte come granulato o compresse a base di psyllium oppure di glucomannano, sempre da assumere con abbondante acqua. Se non sono sufficienti, il farmaco più idoneo è un lassativo osmotico come il PEG (polietilenglicole) che arrivando nell’intestino, richiama acqua facilitando così il transito della massa. E’ importante sottolineare anche il ruolo dell’attività fisica: maggiore è il movimento (es. camminare), migliore è la funzione intestinale.

 

Silvia Trevaini

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