Pietre, cristalli e minerali: oggigiorno si assiste a un crescente interesse verso questo magico mondo, denso di leggenda e mito. Nota all’uomo da almeno 7.000 anni, la cristalloterapia (definizione che attualmente va sostituita con “armonizzazione con i cristalli”) è una tecnica olistica finalizzata a un riequilibrio su più livelli, energetico -psichico – emotivo -fisico, alla base della quale vi è la concezione fondamentale che materia ed energia siano interconnessi e che ogni disturbo fisico sia soltanto il campanello di allarme di un disagio interiore che necessita la nostra tensione. Fare cristalloterapia non significa quindi utilizzare passivamente dei rimedi, ma è più simile a stringere una collaborazione con il regno minerale, il quale ci accompagna lungo un percorso evolutivo, catalizzando il cambiamento e la crescita spirituale dentro di noi. In realtà, pietre, cristalli, minerali non sono esattamente sinonimi. Con pietra si definisce ogni parte solida della crosta terrestre. E, con minerale intendiamo delle pietre con una composizione chimica ben definita. I cristalli, invece, sono minerali connotati da una struttura perfettamente geometrica, il reticolo cristallino.
In che modo e perché le pietre curano
Di base, le pietre posseggono la capacità di assorbire, di trasformare la luce, quindi energia elettromagnetica, prevalentemente nella gamma degli infrarossi E, in misura minore, in quella delle radiazioni visibili e delle microonde. Recenti studi hanno dimostrato che, avvicinando al corpo un grosso cristallo di quarzo, in meno di un minuto avviene un aumento dell’ossigenazione del sangue nei tessuti periferici, grazie all’azione dei raggi infrarossi lontani, i quali migliorano la circolazione sanguigna e attivano il metabolismo dei tessuti e delle cellule, con effetti sul sistema immunitario e nella riduzione della stanchezza. La cristalloterapia esplica inoltre la sua funzione agendo sul campo elettromagnetico umano (aura), il quale in via a sua volta i segnali energetici al corpo fisico. Le pietre hanno una loro frequenza caratteristica, influenzata da numerosi fattori: ogni colore, forma e componente biochimico ha la sua informazione, in grado di entrare in risonanza con i nostri bisogni profondi, agendo sia su aree specifiche dell’aura, sia sui chakra, centri energetici fondamentali a loro volta legati a determinati stati di coscienza, oltre che su ghiandole, organi e tessuti del corpo. Esse lavorano come veri e propri diapason, secondo un principio fisico di biorisonanza, senza dover necessariamente essesre messe a stretto contatto con il corpo. È sufficiente tenere una pietra in tasca, nel raggio di qualche centimetro al corpo, affinché espleti la sua azione. Le qualità intrinseche della pietra entrano in sintonia con le qualità analoghe presenti dentro di noi. Il lavoro delle pietre e quindi molto articolato, un dialogo tra la nostra energia e la saggezza del regno minerale, che sa sempre dove andare ad agire.
Come beneficiare dei cristalli
Beneficiare dei cristalli è molto più semplice a farsi che a dirsi, perché il loro è un linguaggio universale, fatto di forme e colori. Siate come i bambini, perché è questo l’alfabeto giusto. Potrei paragonare il richiamo delle pietre all’attrazione impellente per un cibo, un abito: è la vostra energia che vi trasmette attrazione o repulsione per le cose, in base alle esigenze dell’anima. Vi piace tanto un determinato cristallo di una forma specifica? È quello che serve a voi in questo momento.
In che modo pulire e ricaricare i cristalli
Per concludere, ci tengo a puntualizzare una cosa davvero importante, sulla quale purtroppo gira moltissima disinformazione: la questione pulizia e ricarica. Pietre e cristalli non dovrebbero essere trattati come dei contenitori energetici, da svuotare e riempire: essi necessitano unicamente di poter ritornare armonici nel modo più semplice possibile. Acqua e sale sono una modalità di purificazione aggressiva per gran parte di essi poiché in grado di alterarne la biochimica. Se si sente necessità di purificare un cristallo, lo si può passare tra i fumi di un incenso naturale, oppure utilizzando il suono, magari di una campana tibetana. Si può, al massimo, pure il cristallo a bagnomaria su di un recipiente di vetro vuoto, posato a sua volta su di un altro recipiente trasparente pieno di sale, così da evitarne il contatto diretto. Ora non vi resta che sperimentare e avventurarvi con le pietre in questo viaggio dentro di voi, cominciando dal cristallo che più vi attrae in questo momento.
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