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Come fare per mantenere una dieta crudista durante l’inverno?

Come fare per mantenere una dieta crudista durante l’inverno?

In estate è molto più facile alimentarsi esclusivamente, o quasi, di alimenti crudi e sembrerebbe un ostacolo il dover mangiare cose fredde in inverno.

Il fatto di vivere in un clima temperato come quello italiano, dove non si ha scampo a dei mesi freddi, è per me un’ottima ragione per non essere crudisti al 100%! Non tutti abbiamo la possibilità o la fortuna di vivere ai tropici e quindi di godere di una buona temperatura tutto l’anno. Chi sostiene il crudismo al 100%, lo sostiene anche perché lo ritiene più naturale e ottimale per l’uomo. Ma si potrebbe far notare che probabilmente vivere a quel clima non è naturale o ottimale per l’uomo. Dovremmo tutti trasferirci in Tailandia, Costa Rica o altri paesi tropicali? Ma anche no. Che confusione che creerebbe. Siamo troppi! L’essere umano è stato capace di adattarsi a situazioni estreme. Il corpo umano è di per sé una macchina fenomenale, la quale, anche in assenza di cibo o di alimenti “perfetti” ha in se dei meccanismi di sopravvivenza innati a dir poco strabilianti. Pensatevi che possiamo digiunare per giorni, settimane, anche mesi! Siamo stati capaci di alimentarci per migliaia di anni di cibi che hanno poco a che vedere con il nostro patrimonio genetico, eppure siamo ancora qui. Negli ultimi decenni stiamo nuovamente scombussolando la nostra dieta, introducendo non-cibi assolutamente tossici per il nostro organismo, ma, di nuovo, il corpo non demorde! Insomma, anche se non ci alimentiamo al 100% dei cibi più perfetti per noi in Natura, avremo la possibilità non solo di sopravvivenza, ma anche di godere di una vita lunga, serena e in salute.

Ma per chi vuole continuare il suo percorso da fruttariano anche d’inverno può seguire i consigli di Giorgio Bogoni, il nostro esperto di alimentazione fruttariana…

In effetti, la colonizzazione della maggior parte del Pianeta Terra da parte dell’uomo ha preteso un adattamento a climi ben più rigidi di quello tropicale dove l’essere umano ha avuto origine.

Questo adattamento è avvenuto sia in termini comportamentali, nel modo di vestire piuttosto che di costruire e riscaldare le proprie abitazioni, sia con riferimento alle abitudini alimentari.

Del resto, la sopravvivenza di tutte le specie, animali e vegetali, è da sempre legata alla loro capacità di adattarsi.

Da questo punto di vista, ci si potrebbe quindi chiedere perché ostinarsi a mantenere una dieta crudista quando la cottura sembra quanto di più adeguato al clima italiano, quantomeno nei mesi invernali.

Di fatto, non possiamo però trascurare che stiamo parlando di un adattamento richiesto al corpo umano che l’organismo non ha ancora potuto soddisfare perché le modifiche alla struttura e alla fisiologia di una specie animale richiedono milioni di anni: non abitiamo climi freddi, né ci cibiamo di cibo cotto da un tempo sufficiente da esserci cresciuta la pelliccia e aver modificato le caratteristiche del nostro apparato digerente fruttariano crudista!

Stiamo sottoponendo il nostro corpo ad uno stress e ne stiamo pagando le conseguenze in termini di Salute e longevità.

Attenersi ad un’alimentazione per quanto possibile crudista è quindi un’accortezza sensata perché allineata con la nostra attuale anatomia/fisiologia, quanto coprirsi con vestiti pesanti o riscaldare le nostre case.

Questo non toglie che mangiare solo cibo crudo ci farà soffrire maggiormente il freddo durante l’inverno per due ragioni: il minor apporto calorico di quanto abitualmente viene consumato crudo (frutta e verdura) induce una particolare sensibilità generale al freddo (non si chiamano “calorie” per nulla!!!) e ci si priva anche della possibilità di cibarsi con “qualcosa di caldo” per un temporaneo e piacevole “riscaldarsi”.

Diversamente, sia detto per inciso, smettendo completamente di mangiare l’organismo entra in chetosi e comincia a nutrirsi delle riserve lipidiche, estremamente caloriche, accumulate nei tessuti, con il risultato di far sparire completamente la sensazione di freddo già dopo un paio di giorni di digiuno.

Ma, dato che l’obiettivo del crudismo è evitare che il processo di cottura deteriori le qualità nutritive dei cibi, come possiamo godere almeno di “un piatto caldo” durante i mesi più freddi?

Personalmente, dai primi di ottobre, ho introdotto nel mio monopasto serale una pietanza fruttariana invernale molto semplice che preparo in questo modo: cuocio in forno, sufficientemente a lungo ma a temperatura non troppo elevata, una buona quantità di pomodori pelati con cubetti di zucca e pezzetti di melanzane (due frutti poco fruibili senza cottura), quindi aggiungo in tavola moltissime zucchine crude (a dadini o tagliate con lo Spiromat) e mangio il tutto direttamente nella teglia da forno con un po’ di olio a crudo e qualche oliva verde denocciolata. Zucchine e olive non si cuociono ma si ammorbidiscono, nel complesso però il piatto è molto caldo.

Insomma, non necessariamente un crudista deve mangiare sempre solo pinzimoni…

 

Silvia Trevaini

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