All’inizio il dentifricio non aveva il fluoro
Dovresti sapere che, anche secondo quanto ci racconta Wikipedia, si iniziò a usare una sorta di dentifricio ai tempi degli Egizi (più precisamente nel IV secolo d.C.), ma i primi composti che cominciavano davvero a somigliare al prodotto che usiamo oggi per lavarci i denti, risalgono al 19° secolo. Questi venivano preparati con delle sostanze che erano ritenute molto strane all’epoca. Tuttavia, già nel ‘900, il dentifricio tipo era composto da bicarbonato di sodio e acqua ossigenata, ma le persone preferivano usare ancora la “polvere da denti”… Nel 1802 inventarono il tubetto, che tuttora contiene la pasta dentifricia, e il fluoro venne iniziato ad usare come ingrediente solo nel 1914. Questo cambiamento scatenò fin da quel momento una serie di teorie contrastanti e le ricerche sono attualmente in atto… Tra l’altro, dobbiamo pensare che il dentifricio non può essere ingerito… Questo avrà a che fare con il fluoro? Sì, è proprio così. Infatti, è stato dimostrato che, specialmente nei bambini, potrebbe scatenare alcune malattie e questo è uno dei principali motivi per il quale molte aziende hanno “inventato” di nuovo il dentifricio senza fluoro. I più piccoli vengono spesso tentati dal buon sapore dei prodotti e finiscono così per ingerire il dentifricio… Le ricerche hanno dimostrato che questa sostanza potrebbe provocare dei deficit per quanto riguarda l’apprendimento e scatenare una costante difficoltà di concentrazione. Oltre a questo, sono stati riscontrati rischi per la tiroide, per le ossa (da non sottovalutare il tumore alle ossa al di sotto dei 20 anni) e, per chi ha già problemi ai reni, il fluoro potrebbe causare l’osteodistrofia renali.
Ma vediamo gli effetti collaterali del fluoro
Numerosi sono gli studi su un eventuale effetto sistemico dell’aggiunta di fluoruri all’acqua potabile, sembra non aver avuto alcun effetto sullo sviluppo del bambino. Studi su adulti che bevono acqua con una concentrazione di fluoruro tra 0,4 e 8,0 ppm, non hanno rilevato alcuna fluorosi dentaria. È stata inoltre osservata una maggiore incidenza di patologie cardiovascolari in soggetti provenienti da zone in cui l’acqua aveva un basso contenuto di fluoruri. L’aggiunta nell’acqua potabile favorisce una migliore mineralizzazione del tessuto osseo e diminuisce l’incidenza dell’osteoporosi. Su quest’aspetto tuttavia non si dispongono attualmente di dati sicuri. Numerose obiezioni sono state sollevate contro l’aggiunta di fluoruri all’acqua potabile ma sempre con scarso successo. Dapprima si pensava che l’aggiunta di fluoruri all’acqua potabile, avesse qualche rapporto con l’aumentata mortalità, negli USA, attribuita soprattutto ad un aumento dell’incidenza di neoplasie. Questo suscitò naturalmente molto scalpore, perché da tempo molti milioni di americani bevevano acqua fluorurata, ma rigorose verifiche sperimentali dimostrarono che queste obiezioni erano prive di fondamento scientifico.
Insomma, le ricerche parlano chiaro e se prima del 1914 ci lavavamo i denti senza questa sostanza, perché ora dovremmo continuare a farlo nonostante ci possa far male? Il rischio è più elevato per i bambini, ma purtroppo anche gli adulti potrebbero ingerirne un po’ tutti i giorni, senza neanche accorgersene. Vediamo allora quali sono le caratteristiche importanti che deve aver un buon dentifricio:
– sapore Gradevole: ognuno ha i suoi gusti, ma il dentifricio va usato in bocca e mette in moto tutte le papille gustative e l’olfatto. un dentifricio dal cattivo sapore renderà più difficile una corretta igiene orale
– privo di SLS: è un tensioattivo piuttosto aggressivo e potrebbe irritare il cavo orale favorendo l’isorgenza di screpolature ai lati della bocca o stomatiti aftose
– privo di PEG, Petrolati, parabeni: parte del dentifricio che utilizzamo per l’igiene orale verrà ingerito quindi meglio evitare sostanze che non vogliamo siano presenti nemmeno nei cosmetici che applichiamo solo sulla pelle
– privo di microsfere sintetiche: promettono un effetto sbiancante sfregando contro i denti ma inquinano il mare depositandosi sui fondali e contaminano i peschi che li ingeriscono. una buona azione con lo spazzolino sarà più che sufficiente!
– certificato Ecobio: la qualità degli ingredienti e la loro origine è importante, così come l’assenza di sostanze potenzialmente nocive. Una certificazione Ecobio ci da la garanzia che il prodotto sia più sicuro e che non contenga strane sostanze.
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