Ancora oggi chiunque decida di intraprendere la carriera medica pronuncia il giuramento di Ippocrate, un concentrato di etica professionale che ha sempre un grande valore, anche se purtroppo non sempre viene seguito alla lettera. Ippocrate non vincolò la sua attenzione alla sola filosofia, tanto amata dai greci, ma decise di concentrarsi sulla ricerca, viaggiando per ampliare le sue conoscenze.
Già nei tempi antichi infatti Ippocrate poneva l’attenzione al cibo non solo come semplice nutrimento per il corpo ma come strumento per una salute migliore. Mentre Epicuro parlava della filosofia come elemento importante, se non essenziale, per la vita, come lo sono i farmaci per la malattia. Il cibo quindi che nutre e cura il corpo (la prima medicina) e che costituisce quella forza vitale che rende possibile alla mente qualsiasi forma di ragionamento. Il cibo inteso anche come la filosofia che ci può liberare dal timore, ci solleva dalla paura della morte, ci affranca dal dolore e rende possibile sperimentare il piacere. Il cibo quindi qui inteso come farmaco per la mente.
Ma il cibo può davvero guarire? Ne parliamo con Giorgio Bogoni, il nostro esperto di alimentazione fruttariana…
Compreso che la sostanza Y è, al più, solo in grado di far regredire i sintomi manifestati della malattia X, deve essere chiaro che tutto quanto introduciamo nel nostro organismo, il cibo al pari dell’aria che respiriamo, determina il nostro stato di Salute, sia fisico che mentale.
Il corpo è in Salute quando la sua fisiologia è in equilibrio, quando cioè dispone di sufficiente energia per le sue attività e riesce a smaltire correttamente la tossicità dell’aria che respira e di ciò che mangia. Infatti, qualsiasi cosa si consumi deve essere assimilata e questo comporta sempre il rilascio nel corpo di residui tossici.
Parimente, la mente è in Salute quando anch’essa trova un suo equilibrio, quello stato di appagamento che si potrebbe chiamare Felicità.
Inoltre, occorre introdurre un concetto di Salute che non sia limitato all’assenza della patologia, ma includa la manifestazione della più completa espressione vitale da parte dell’individuo, attraverso il raggiungimento di un generale stato di Benessere.
In che senso allora il cibo può guarire?
Aria buona e cibo sano garantiscono l’equilibrio del corpo, lo stato in cui la malattia non si manifesta, e sono anche in grado di “guarire” nel senso che, tornando a ri-alimentarsi correttamente, l’organismo tenderà naturalmente a ripristinare questo equilibrio.
Piuttosto che parlare di cibo-medicina, sarebbe quindi più corretto dire che il cibo consente al corpo di guarirsi da solo, nel momento in cui scegliamo alimenti sani e li assumiamo con moderazione nelle quantità.
Parlando in particolare di alimentazione, la frutta è in assoluto quanto di meno tossico si possa mangiare, nel senso che viene digerita con estrema facilità e lascia poche tracce del suo passaggio nell’organismo. Conseguentemente è quanto di meglio si possa scegliere per “guarire”, perché non impegna il corpo in faticose digestioni, permettendogli di liberarsi da tutte le tossine che dapprima scatenano la malattia e poi la sostengono.
Mangiare frutta è poi salutare anche a livello mentale perché innesca la biochimica che caratterizza tutti gli animali fruttivori, tipicamente miti e propensi alla collaborazione, mentre i carnivori mostrano per natura aggressività e competitività, e questo contribuisce al conseguimento del proprio personale stato di Benessere.
Si, scegliere con consapevolezza e attenzione ciò che si mangia contribuisce alla guarigione, ma soprattutto previene la malattia!
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