Con il termine Shehana si indica in Ayurveda la pratica dell’oleazione , che può essere interna o esterna a seconda del trattamento terapeutico che si vuole effettuare sulla persona . Questa sostanza alchimistica, ed estremamente sofisticata rientra tra i farmaci comunemente più usati dai medici indiani.
Prima di tutto il massaggio
Intanto, va detto che anche attraverso un massaggio o automassaggio del corpo, si esercitano in un semplice gesto molti effetti benefici necessari al mantenimento di una florida salute. Infatti, basta un capiente massaggio per riportare equilibrio nei tre Dosha, agendo su diversi meccanismi a livello fisico, mentale e interiore. Per eseguire il massaggio in India si usa spesso un olio che apporta ulteriori vantaggi. Si dice che la mano massaggiatrice pregna olio. Più frequentemente è l’olio di sesamo, semplice o medicato, ma in applicazioni specifiche viene utilizzato il Ghi.
La mano che cura
Già di per sè il passaggio della mano pulisce e apre i canali della pelle e quindi dei tessuti che avvolge e contiene. Libera gli spazi infracellulari dalle tossine stagnanti, permettendo al torrente linfatico e sanguigno di riportare il giusto equilibrio salino e alcalinizzatore nei tessuti. Inoltre, il massaggio distribuisce in maniera uniforme il calore lungo tutto il corpo e restituisce giusto ritmo alle 5 arie vitali che di conseguenza agiscono in modo adeguato sul sistema metabolico.
Effetti su sistema sottile
L’azione più importante di una giusta unzione la registriamo sul sistema sottile. Donare un ritmo scorrevole alle arie vitali, significa donare vitalità al cuore, rafforzare la forza vitale contenuta nel cuore e aprire le porte del sistema autonomo che collega la mente con il sistema dei canali sottili, le vie di comunicazione tra i centri di potenziamento e trasformazione dell’energia vitale.
Lenisce anche le infiammazioni cutanee
Ma, come dicevamo, il Ghi è una delle sostanze oleose più utilizzate per il massaggio. Soprattutto in alcune occasioni. Prima di tutto, spalmare il Ghi sull’epidermide cura gli arrossamenti e l’eccessiva sensibilità al calore, lenisce bruciature ed ustioni. Sì usa per curare disfunzioni come eczemi e psoriasi. È indicato nel periodo estivo, quando fa caldo, e può essere utilizzato in auto- massaggio quotidiano al fine di reidratare, purificare e nutrire la pelle, in modo da contrastare l’azione riscaldante e disidratante del sole. Utile anche nel trattamento di infiammazioni come la candidosi vaginale o le eruzioni cutanee ai testicoli. Tanti Ghi medicati per ogni problema di salute. Ma sono molteplici le possibili applicazioni esterne o interne a scopi medici. La funzionalità del Ghi medicato è determinata dalla miscela di erbe contenuti in esso, la loro preparazione e le ricette fanno riferimento a un’antica tradizione che si tramanda da secoli attraverso le discendenze familiari. In India, a tutt’oggi, la loro preparazione è legata questa tradizione .
Quando lo assumiamo per via orale.
Anche prese per via orale, non nel piatto ma come se fossero farmaco, queste preparazioni svolgono molteplici azioni a secondo delle sostanze aggiunte. In generale, il Ghi, una volta ingerito, risulta essere un potente antinfiammatorio in caso di ulcere gastroduodenali, coliti e nel reflusso gastroesofageo. Agisce, inoltre, sul sistema nervoso contribuendo a lenire stati d’ansia, insonnia, le sensazioni ingestibili di rabbia fino ad arrivare al trattamento di psicosi e demenza. Ovviamente, per questi impieghi, servirà un consulto con un buon centro Ayurvedico. Ne esistono anche in Italia. In alcuni casi, si prevede persino l’iniezione per via rettale per trattare situazioni di disturbi del colon ma anche della colonna vertebrale.
Uno dei protagonisti del Panchakarma
Il panchakarma è la pratica principe di purificazione e cura in Ayurveda. Tradizionalmente il trattamento ha una durata di 30 giorni. Il Ghi gruta in questa pratica viene utilizzato sia per la sua azione disintossicante, sia come efficace vettore di altre sostanze curative, poiché, grazie alla sua permeabilità lipidica, è in grado di attraversare le cellule. Così facendo le ripulisce da veleni e tossine e porta il medicamento direttamente nelle cellule in sofferenza. Spesso la sua forza nutriente si evidenzia sulla persona trattata alla fine del ciclo di panchakarma, osservando la brillantezza degli occhi del paziente, la consistenza della pelle, la mobilità delle articolazioni. Gli organi interni ritrovano regolarità e turgore e si migliora anche la loro funzionalità.
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