Obiettivo Benessere

Il bosco che ti cura

È sempre lì che ti aspetta. Anche ora che sei avvolto da mura o dalle ore organizzate della giornata, lui è lì. Come una istantanea sospesa e pronta ad animarsi non appena raggiunta dall’attenzione di qualcuno. Il bosco è lì che ti aspetta perché sa di avere tanto per te. Quante chiome nude o tempestate di gemme sono pronte a riempirti di stupore, quanti suoni perfetti sono prossimi a farsi assorbire dal tuo dito,quanta bellezza.

Tornare al bosco: tornare a vero sé.

Ogni volta che torno al bosco e per me è un tornare a casa. Già dal viaggio che si consuma piano piano mi porta dentro a quel versante della montagna, o del giardino verde di un torrente. Già il viaggio e nutrimento, insapore. Come un gioco di forze magnetiche, sento di essere attratta e sento di attrarre. E appena giunta mi posiziono, quasi a riempire un vuoto che, colmandolo, mi rende piena. Mi piace osservare, investigare lentamente come fosse giunta sul luogo dei miracoli. Cerco la novità, il particolare. So che in  mia assenza hanno fatto qualcosa di straordinario e lo voglio trovare. Osservo i diversi piani della natura selvatica. Parto dalla forma intera, per giungere al dettaglio, dalla immensa posa dell’albero secolare, per giungere alla microscopica crepatura della sua corteggia. Ogni centimetro del mio strisciare porta negli occhi forme e colori nuovi. Infiniti colori nuovi che attivano sinapsi tra i miei neuroni e mi rivitalizzano. Mi nutrono. Sono colori nuovi e infiniti, ma se posso cogliergli significa che risiedevano già in me e la mia vista diventa la connessione di due parti speculari che si ritrovano. Nei luoghi della civiltà i colori e le forme sono scelti, quasi imposti. Vestiamo le scelte di manager e gestori dell’umore della gente. Quest’anno va il viola, l’anno prossimo il rosa. Quest’anno saremo strategicamente condizionati da quella vibrazione cromatica e l’anno seguente da quella più performante. E ad ogni scelta imposta ne segue una apparente. Ci illudiamo di scegliere cosa vedere: ma vediamo ciò che hanno scelto di farci vedere. Nel bosco no. Li incontri  sempre il vestito autentico della vita. Non c’è forma di un ramo che non sia spontanea e sincera. Il bosco non ti chiede mai niente ti offre tutto di se. Possiamo fidarci e lasciarci riempire. Anche un odore troppo forte ci induce ad un miglioramento del nostro stato di salute. Anche se inconsueto e scomodo, scende e muove dinamiche inconsce utili a fare agire l’animale che è in noi. Per strade e dentro le stanze tendiamo l’automatismo, reagiamo sempre meno e la riflessione è rara. La vita ordinaria ha inaridito la nostra facoltà di osservarci e metterci in discussione. È tutto preconfezionato, ed è buono ciò che è buono in maniera condivisa. Nel bosco no. Li incontri l’eterna occasione di entrare in crisi e costruirti un equilibrio nuovo. Il bosco ti obbliga a evolvere, a raffinarti, a trovare le forze più violente e  decise che albergano in te, nel luoghi più nascosti  del tuo animo. Attiva anche la parte più minima, perché sa da dove trovarla. Il bosco può farlo perché il tuo corpo gli appartiene. Cibo, acqua, ossigeno, suoni, forme e colori hanno forgiato la nostra macchina biologica per millenni. Vediamo da li e  un po’ dal cielo. Come un genitore che si prende cura del proprio figlio, il padre bosco si prende cura di tutti noi. Questo tempo è arido di esempi di coerenza e fedeltà. Al mondo artefatto gestito in nome del dominio, il bosco contrappone la sua opera gloriosa e impeccabile, volta esclusivamente alla celebrazione della vita. Gli alberi, che ne costituiscono il telaio vegetale, sono l’immagine fissa della fedeltà a se stessi. Osservateli una volta che hanno subito le potature. Rinunciano forse di avere un ramo lì dove gli è stato tolto? Assolutamente no. Il ramo è stato tagliato e loro lo ricreano ancora. Anzi ne  ricreano più di uno. Nel caso venissero potati nuovamente l’albero li ricrea di nuovo. E di nuovo, fino a quando avrà forza di essere albero. Fedeltà a se stessi e coerenza. Trasparenza e aperta dichiarazione delle proprie volontà naturali.

 

Silvia Trevaini

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