“La maculopatia legata all’età può colpire le persone in una fascia di età che parte dai 55 anni, ed è molto diffusa nei paesi occidentali”, sottolinea la dottoressa Barbara Parolini, chirurgo vitreo-retinico e Oculista Responsabile del Centro Eyecare Clinic di Brescia (nella foto). “Anzi, è la causa più frequente di ipovisione in Europa e America del Nord in quel range di età. Può manifestarsi con l’insorgere di macchie nel campo visivo centrale, con un annebbiamento e calo di vista oppure con una deformazione delle immagini. Se il paziente avverte uno di questi sintomi è necessario che si rivolga velocemente ad un Oculista e che riceva l’esame OCT che permette di analizzare nel dettaglio la macula e identificare i segni precoci per poter intervenire”.
Nelle fasi iniziali la malattia può anche non dare sintomi, soprattutto se ad essere interessato è solo un occhio e se la prima parte della macula colpita non è proprio al centro del campo visivo. Si può notare poi una riduzione della visione centrale, uno sfuocamento delle parole nella lettura. “I pazienti mi riferiscono di non vedere bene il viso delle persone e non riescono a leggere. Le linee dritte possono diventare distorte”.
La diagnosi si effettua infatti mediante visita oculistica con esame del fondo oculare e con il supporto di esami strumentati. Oggi l’esame principe per la diagnosi della maculopatia è l’OCT (tomografia a coerenza ottica), in grado di cogliere i segni anche precoci della malattia, specialmente nella nuova versione, l’angioOCT. Fino a pochi anni fa era sempre indispensabile sottoporre i pazienti all’esame della fluorangiografia, più invasivo per la necessità di iniettare un colorante per via endovenosa. Oggi, la fluorangiografia è sempre meno necessaria perché l’angioOCT, senza necessità di iniettare coloranti in vena e molto velocemente, riesce sia a rilevare anche forme iniziali di malattia.
Purtroppo non esiste reale prevenzione. Studi clinici internazionali molto seri come AREDS 1 e 2 hanno supportato l’evidenza che l’uso di alcuni integratori può rallentare il decorso della malattia. Importante anche proteggersi dai raggi del sole.
In alcuni casi la maculopatia passa da un livello più lieve a fasi più severe note come “maculopatia umida”. La vista in questi casi, cala in modo drammatico e improvviso.
A quel punto, la terapia gold standard consiste in iniezioni intraoculari a base di farmaci della famiglia degli antiVEGF, che vanno ripetute mensilmente per molto tempo e sono in grado di mantenere un buon livello di vista.
Non tutti i pazienti rispondono alle iniezioni o non per molti anni.
In questi casi, esiste la possibilità di intervenire chirurgicamente.
Mentre le iniezioni vengono eseguite in quasi ogni centro oculistico per la relativa semplicità della esecuzione, la chirurgia può essere proposta solo in centri con grande esperienza e sono molto pochi a livello mondiale. Eyecare Clinic è uno di questi. La dottoressa Parolini ha dedicato la propria carriera professionale allo studio di questi interventi.
Intervista completa su:
https://www.youtube.com/watch?v=JsQAkF7udqs
VideoNews