Per esempio nell’ambito dell’Ayurveda è possibile trovare alcuni tecniche sul piede che sono riflessologia e nello stesso tempo sono altro. Per esempio il Padabhyangam (letteralmente massaggio del piede e, per estensione, della gamba) è un massaggio con olio che stimola in modo importante tutto il piede, dita comprese, e la gamba nella sua interezza, con un tocco pieno scandito da vari ritmi, scivolamenti con diverse profondità, frizioni generalmente vigorose, percussioni e quant’altro. Inoltre l’olio utilizzato, nell’esecuzione, naturale o medicato, varia in base alle esigenze della persona, della stagionalità e dell’effetto che vogliamo ottenere. Il Padabhyangam oltre a procurare un benessere generale attiva la circolazione in modo importante, dona leggerezza, idrata i tessuti in profondità, elimina la secchezza della pelle, rilascia tensioni e previene le rigidità articolari.
Un altro esempio sono i pediluvi curativi, che a prima vista sembrano il classico “rimedio della nonna” ma in realtà appartengono alla tradizione occidentale, in particolar modo europea, della Naturopatia o Igienista che dir si voglia. Non a caso questi trattamenti sono stati riscoperti e riproposti con modalità più attuali, in SPA e centri benessere, anche all’interno di rituali più complessi. Spesso precedono i trattamenti viso e/o corpo più disparati (per esempio nel massaggio Thai e quello indiano) integrando e ampliando gli effetti con un approccio sinergico. È interessante a questo proposito l’utilizzo di oli essenziali specifici durante il pediluvio, in base alle esigenze personali o all’effetto desiderato, per esempio si può aggiungere l’olio essenziale di aghi di pino per un effetto riscaldante che si propaga per tutto il corpo, specialmente in inverno, oppure l’olio essenziale di lemongrass per rinfrescare e attivarsi nella stagione più calda. Le combinazioni sono davvero infinite.
E per finire non possiamo non citare il “Barefooting”, una sorta di filosofia che ha molto a che fare con i piedi, ovvero il camminare a piedi scalzi. Potremmo definirlo il ritorno ai piedi scalzi, niente di nuovo effettivamente, piuttosto un cambio di prospettiva rispetto al solito utilizzo dei piedi, una rivalutazione del camminare naturale con un occhio di riguardo rispetto ai benefici evidenti: oltre al benessere diffuso e un senso di libertà, si attiva la circolazione, stimola la termoregolazione, si ha un evidente azione benefica sui muscoli del piede e di tutto il corpo. Tecnicamente questa disciplina prevede di estendere l’idea dei piedi scalzi a tutti gli ambiti della nostra vita quotidiana, ma francamente mi sembra impossibile da applicare. In alternativa consiglio sempre di fare delle piacevoli e lunghe passeggiate a piedi nudi durante l’estate, in particolar modo qui in spiaggia e tra le dune, tra un massaggio rilassante e una lezione Yoga… che non a caso si pratica rigorosamente a piedi scalzi!
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