Molti pensano che sia sufficiente una bella passeggiata in riva al mare, ma purtroppo non basta. L’acqua del mare è si ricca di iodio, e una piccola quantità di questo sale minerale evapora e viene respirata, tuttavia lo iodio presente nell’aria è scarsamente disponibile. La fonte principale di questo elemento chimico, quindi, è rappresentata dall’alimentazione, ma non sempre quello che mangiamo è sufficiente a coprire il fabbisogno.
Importanza dello iodio
Viene utilizzato dalla tiroide per la sintesi degli ormoni tiroidei, fondamentali per regolare il metabolismo, controllare la temperatura corporea , incidere sul ciclo mestruale e sulle funzioni del sistema nervoso e di quello cardiovascolare. Inoltre contribuisce alla rimozione delle tossine e migliora la corretta assimilazione e utilizzo di altri minerali, come calcio e silicio. Quando questo minerale scarseggia, la ghiandola posta nel collo, funziona male e si può andare incontro a una serie di problemi: primo fra tutti il gozzo, un aumento di volume della tiroide, ma anche ipotiroidismo e noduli. Difficile accorgersi di una carenza, che viene individuata con certezza grazie a esami specifici come la ioduria (il dosaggio dello iodio nelle urine) e il dosaggio degli ormoni tiroidei, che contengono lo iodio nella loro struttura chimica. Ma non vanno sottovalutati alcuni sintomi come l’aumento di peso, la stanchezza, la scarsa concentrazione, gli sbalzi d’umore e anomalie nel battito cardiaco.
Effetti sulla psiche e sullo spirito
La carenza di iodio può essere tra le cause del ritardo mentale, ma anche presentare sintomatologie che vanno dalla depressione, alla cattiva percezione sensoriale, oltre che diminuzione della fertilità, stanchezza e frustrazione.
Prevenzione a tavola
Fin dallo svezzamento, le persone in buona salute non devono rinunciare al sale, ovviamente quello iodato, e naturalmente senza esagerare con le quantità per non subire gli effetti collaterali del sodio, dalla ritenzione idrica all’ipertensione arteriosa: 3-5 grammi al giorni sono la quantità ideale. Il sale iodato è un normale sale salgemma o marino al quale viene aggiunto iodio chimico. Molti pensano che lo iodio sia contenuto naturalmente in altri tipi di sale come quello integrale, quello rosa himalayano, o altre qualità più esotiche e pregiate come il nero hawaiiano, il blu persiano. In realtà, nessuna di queste varietà contiene iodio o tutt’al più ne contiene piccole tracce. Ecco perché il modo migliore per assumerlo è attraverso la dieta e attraverso il sale addizionato. La raccomandazione è di usarlo crudo per non disperdere i benefici attraverso il calore, mentre per le cotture si può fare a meno di sale ricorrendo a spezie , erbe aromatiche e altri insapori tori privi di sodio.
Per fare il pieno di questo oligoelemento vanno scelti alcuni cibi che ne sono ricchi. Ad esempio due porzioni di pesce a settimana, latte tutti i giorni e due e tre porzioni di formaggio alla settimana, garantisce il 50-60% del fabbisogno. Lo iodio è presente anche nei cereali, nella frutta, nel latte e in piccole dosi anche nella carne. Le concentrazioni, però, sono in proporzioni variabili: dipende dalla ricchezza del terreno o dei mangimi utilizzati. Le alghe, invece, sono perfette per chi sceglie un’alimentazione vegetariana. Non bisogna eccedere nel consumo per evitare un surplus di iodio e conseguenti problemi alla tiroide. Cibi da evitare, invece, non ve ne sono. Esistono però alimenti che, assunti in grandi quantità, possono interferire con l’assimilazione dello iodio e riducono la produzione degli ormoni tiroidei. Tra questi ci sono le crucifere, come i cavoli e i broccoli, poi la soia e gli spinaci.
Integrazione
La scelta di assumere un integratore alimentare contenente iodio non può essere frutto di iniziativa personale. È sempre necessario chiedere il parere di un medico che valuterà la singola situazione. L’obiettivo di questi prodotti è quello di favorire il normale ripristino delle funzioni tiroidee, accelerare il metabolismo e combattere, tra gli altri sintomi, il sovrappeso.
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