Grazie a questi farmaci si ritiene che nei prossimi anni si arriverà alla scomparsa dell’infezione da HCV e la steatosi epatica non alcolica (NAFLD) diventerà la prima causa di epatopatia cronica, cirrosi, epatocarcinoma e la prima indicazione a trapianto di fegato.
L’infezione si contrae quasi esclusivamente per via ematica, raro il contagio per via sessuale. Purtroppo non esiste un vaccino per l’epatite C, differentemente che per l’epatite B.
L’episodio acuto di solito è asintomatico ed il paziente si accorge di avere l’infezione quando l’epatite è già cronica e si è già instaurata cirrosi. Diventa pertanto indispensabile, nel caso si sia stati esposti a sangue o suoi derivati, fare la ricerca dell’HCV-RNA per evidenziare la presenza dell’infezione virale. La positività per l’anticorpo verso l’HCV (anti-HCV) indica un precedente contatto con il virus ma non la presenza del virus, per cui comunque si deve ricercare l HCV-RNA. Se vi è infezione i test epatici possono evidenziare incremento delle transaminasi (ALT, AST), che però in molti casi al momento del prelievo di sangue sono nella norma anche in presenza di una epatopatia severa come la cirrosi. Può essere utile effettuare il dosaggio dell’albumina e dei test della coagulazione, il PT ed il PTT che, se ridotti, indicano una ridotta funzione del fegato e probabile cirrosi epatica. D’altra parte, quando la cirrosi è compensata, fase che di solito dura 10-15 anni, i test di funzione epatica possono essere nella norma, mentre è già presente il rischio di tumore epatico (epatocarcinoma). Da ciò si evince come la diagnosi precoce di epatite cronica da HCV sia indispensabile soprattutto ora che esistono farmaci salva vita e che impediscono la trasformazione dell’epatite cronica da HCV in cirrosi con il conseguente rischio di epatocarcinoma. Molto utile effettuare l’ecografia epatica che di per sè non permette la diagnosi dell’infezione da HCV ma evidenzia steatosi, presente in circa la metà dei casi, e alterazioni strutturali del fegato quali profili non lisci ma lobati, aumento del diametro della vena porta, e splenomegalia, tutti segni di cirrosi epatica. Inoltre l’ecografia evidenzia possibili alterazioni focali, noduli, che necessitano di ulteriori approfondimenti per escludere epatocarcinoma. In questi casi si dovrà effettuare biopsia mirata del fegato e/o altre tecniche di immagini quali la TAC e la risonanza magnetica per la diagnosi di certezza.
Un aspetto poco noto è che i pazienti con HCV possono sviluppare importanti patologie extraepatiche. Queste sono in gran parte secondarie alla presenza di crioglobuline (anticorpi presenti nel sangue che precipitano al freddo) con conseguente vasculiti cutanee e viscerali, glomerulonefriti, linfoma non Hodgkin a cellule B. Inoltre i pazienti con infezione da HCV hanno una alta probabilità di resistenza all’insulina, diabete e di sviluppare aterosclerosi e complicanze cardiovascolari, oltre a complicanze neurologiche quali stanchezza e disturbi cognitivi. E’ molto probabile che la terapia con DAA riesca a controllare molte di queste manifestazioni extraepatiche rendendo l’infezione con il virus C relativamente innocua.
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