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Cambio di stagione: come ritrovare l’energia vitale

Energia vitale bassa? La stanchezza autunnale è una sindrome non grave che colpisce almeno l’80% della popolazione italiana. Con il cambio di stagione gran parte della popolazione accusa una forma a volte piuttosto marcata di astenia, ovvero una sensazione di mancanza di forza e di esaurimento fisico simile a quella provata dopo uno sforzo prolungato. Una condizione molto simile ad una sorta di letargia, caratterizzata da difficoltà a svegliarsi al mattino, stanchezza fisica, difficoltà di concentrazione, irritabilità e debolezza cronica, che non facilita affatto il riadattamento di corpo e mente alla routine pre-estiva. Molte persone sono disorientate, stanche, inconcludenti, perché non riescono a recuperare le forze.  Vivere con una costante stanchezza o comunque con livelli non ottimali di energia rende più difficile portare a termine in modo brillante i compiti della nostra vita. In particolare quando dobbiamo studiare, se ci sono impegni lavorativi pressanti, in particolari momenti della nostra vita come quando abbiamo bambini piccoli, i livelli di energia che abbiamo a disposizione fanno una grande differenza nel renderci più o meno capaci di affrontare tutto al meglio.

L’energia è essenziale per la vita. Secondo le più antiche credenze, l’energia vitale determina molto della nostra vita, durata e qualità ad esempio; esistono poi dei fattori che possono rafforzare e preservare le nostre quantità di energia, ma soprattutto la mancanza di essa può portare a ripercussioni a livello fisico. A nessuno piace l’idea di vivere sottotono, con poca energia e una scarsa vitalità. Tutti noi, quando pensiamo alla nostra esistenza, vorremmo che fosse energica, frizzante, piena. Oggi il Dott. Francesco Catona, psicologo e psicoterapeuta, laureato presso l’Università di Firenze e specializzato presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, ci spiega come recuperare la nostra energia vitale.

Dott Catona, come mai perdiamo la nostra energia vitale?

Perché continuiamo ad avere lo stesso ritmo estivo e non ci accorgiamo che i cambiamenti che avvengono in natura con il ciclo delle stagioni accadono anche in noi. Durante l’autunno l’energia espansiva dell’estate si modifica: gli alberi iniziano a perdere le foglie custodendo le risorse all’interno dei fusti. Avviene un processo di concentrazione e di ritorno verso il centro. L’autunno è il momento dell’introspezione e della perdita del superfluo; questo vuol dire fermarsi un attimo per ascoltarci, per discernere ciò che è essenziale da ciò che non ci serve più. Se questo “risveglio” non avviene, il sonno delle abitudini ci porta a utilizzare le nostre energie in contesti che ci tolgono vitalità perché il piacere di dedicarci a ciò che veramente amiamo, si trasforma in un’ostinazione a ripetere meccanicamente gesti che non ci appartengono.

Quali sono i sintomi più comuni della mancanza di energia vitale?

Svegliarsi la mattina già stanchi, mancanza di interesse e curiosità verso le attività quotidiane, un aumento dei pensieri negativi, perdita del senso dell’umorismo, diminuzione del desiderio sessuale e della fantasia. Sentire ansia anche per le piccole incombenze della giornata. Senso di vuoto, smarrimento, confusione e difficoltà nel trovare la concentrazione. La tendenza a ricercare cibi zuccherati. Una costante preoccupazione per il futuro e la sensazione di non riuscire a portare a termine gli impegni programmati. Apatia, demotivazione e insoddisfazione.

Energia vitale e vitalità possono considerarsi la stessa cosa?

Si, energia vitale e vitalità corrispondono a quella spinta interiore che ci porta ad amare la vita, ad avere l’energia fisica e mentale necessaria per iniziare e per portare avanti le cose che ci appassionano. Basta guardare un bambino che gioca per comprendere il significato di questi due termini: la luce negli occhi, la leggerezza, l’entusiasmo, il sorriso, la grinta e l’interesse che porta i piccoli a dimenticare di mangiare per continuare a dedicarsi a ciò che gli piace. Energia vitale e vitalità sono legate al piacere, una parola spesso dimenticata nelle nostre vite stressanti, piene di impegni che ci assorbono; dove il dovere, lo sforzo e il conflitto diventano gli unici protagonisti.

Come facciamo ad aumentare l’energia vitale?

Riportando l’attenzione sulle nostre capacità innate. Ognuno di noi possiede conoscenze autentiche, profonde, che appartengono alla nostra natura essenziale. Per questo motivo, tornare ad usarle, a nutrire quotidianamente ciò per cui siamo portati, vuol dire accendere l’interruttore dell’energia vitale. In natura ogni essere vivente possiede la sua specificità e in essa trova il senso della sua vita e l’energia per esprimerla. Anche noi rispettiamo la stessa legge, ci accendiamo quando ci dedichiamo a ciò che ci è affine e ci spegniamo quando ci ostiniamo a seguire progetti razionali non in linea con la nostra indole.  Lo psicologo americano James Hillman nel suo libro: “Il codice dell’anima” prendendo spunto dal mito di Er di Platone, affermava che ogni persona viene al mondo con un Daimon provvisto di conoscenze già esistenti; il compito di ognuno di noi secondo Hillman, sarebbe quello di ritrovare questo bagaglio innato e metterlo a frutto per scoprire nel corso della vita ciò che ci differenzia dagli altri e ci rende unici. Ed è proprio in questa impronta originale che si trova la fonte dell’energia vitale.

Lo sport e la natura possono aiutarci a recuperare la nostra energia?

Si, lo sport e la natura sono i nostri migliori alleati per far rifiorire la voglia di vivere. Il nostro corpo aumenta la sua energia con lo sport, praticato nel modo corretto e tenendo conto del proprio stato di salute. Questo avviene perché la sedentarietà crea un circolo vizioso di stasi in cui le energie fisiche inespresse ristagnano, dandoci una sensazione di debolezza. In questa condizione anche la mente diventa fragile perché è più esposta al rimuginio. Invece, praticando sport, quello che ci piace, il corpo si vivifica e diventa più forte grazie al condizionamento naturale indotto dal movimento; la mente si alleggerisce perché il pensiero viene sostituito da un’esperienza. Inoltre l’attività fisica favorisce la produzione nel nostro cervello delle endorfine che sono le sostanze della felicità. Quando ci alleniamo in mezzo alla natura, i benefici aumentano perché noi siamo parte di essa, un evento unico. I colori delle montagne, il profumo dei fiori e della resina degli alberi, oppure la bellezza e la forza del mare ci fanno ritrovare il senso di un’esistenza con ritmi meno frenetici, ridandoci armonia, gioia e forza.

 

Silvia Trevaini

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