Ricordiamo che nelle donne sane, aventi un sistema immunitario efficiente, l’infezione da HPV viene spesso bloccata sul nascere: il sistema di difesa dell’organismo, infatti, impedisce al virus di creare il danno. Purtroppo in alcune pazienti il virus non viene sconfitto completamente e in condizioni favorevoli può lentamente indurre la conversione delle cellule “normali” (specie quelle superficiali della cervice) in cellule impazzite e cancerose.
Scopriamo di più su questa patologia e sulle tecniche di prevenzione grazie al Dottor Alessandro Errigo, affermato specialista in ginecologia e ostetricia della Casa di Cura San Paolo di Pistoia.
Sebbene nella maggior parte dei casi sia transitoria e priva di sintomi evidenti, talvolta si manifesta attraverso lesioni benigne della cute e delle mucose: verruche e condilomi (creste di gallo).
In casi più rari l’Hpv può determinare l’insorgenza di forme tumorali quali il tumore della cervice uterina o altri tumori in sede genitale (vulva, vagina, ano, pene) ed extragenitale (cavità orale, faringe, laringe).
Finora sono stati identificati più di 120 tipi di Hpv, distinti e classificati in base al rischio di trasformazione neoplastica. Dei 14 ceppi classificati ad alto rischio, due (HPV 16 e 18) si sono rivelati i principali responsabili dell’evoluzione tumorale.
Per quanto riguarda i sierotipi a basso rischio, dopo le prime fasi, quasi sempre asintomatiche, l’infezione si manifesta tipicamente con la comparsa di verruche in sede genitale su cervice uterina, vulva, vagina, perineo o ano, o in altre sedi cutanee o mucose.
Per lo più le infezioni associate ai ceppi ad alto rischio sono asintomatiche e questo è il motivo per cui è necessaria una prevenzione secondaria accurata e capillare che si realizza mediante l’esecuzione periodica del Pap test oppure dell’HPV test e, qualora positivi, la COLPOSCOPIA con eventuale prelievo istologico.
La positività non significa necessariamente che una donna svilupperà nel tempo un tumore, infatti il 60-90% delle infezioni da Hpv, incluse quelle da sierotipi ad alto rischio, si risolve spontaneamente entro 1-2 anni dal contagio, ma è bene monitorare l’evoluzione dell’infezione mediante i test citologici ed, eventualmente, istologici.
Al momento non esistono terapie farmacologiche per eradicare il virus dall’organismo. Nei casi in cui l’infezione non regredisca spontaneamente, verruche e condilomi possono essere trattati con creme ad azione antivirale o immunomodulatrice (che modificano la risposta immunitaria), in genere abbastanza efficaci.
In alternativa è possibile procedere con trattamenti chirurgici locali per la rimozione delle escrescenze quali laser terapia, diatermocoagulazione o crioterapia. L’asportazione chirurgica è utilizzata anche per le cellule precancerose localizzate nel collo uterino, in quanto garantisce ottimi risultati senza inficiare le funzioni riproduttive della donna.
L’infezione da Hpv si contrae per via diretta e principalmente sessuale. La prevenzione primaria avviene mediante vaccinazione e costituisce oggi la via più efficace e sicura per combattere il rischio di infezione da HPV. La condizione ideale è vaccinare pazienti che ancora non abbiano iniziato l’attività sessuale: la protezione offerta si abbassa notevolmente se il soggetto è già venuto a contatto con uno dei ceppi contro cui il vaccino è diretto.
La diffusione dell’HPV è ampissima: si stima che circa l’80% delle donne sessualmente attive contragga l’infezione almeno una volta nella vita, con una prevalenza nelle giovani donne tra i 25 e i 35 anni, e che circa il 50% venga a contatto con un ceppo “ad alto rischio”. Si tratta quindi di un evento comune che nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente, ma che in casi più rari può evolvere in severe forme tumorali.
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