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Prevenzione urologica: perché è importante?

Prostatite, iperplasia prostatica benigna, tumore della prostata, calcolosi, infertilità e le disfunzioni sessuali come disfunzione erettile ed eiaculazione precoce sono alcune delle patologie nemiche degli uomini che associate a stili di vita poco sani (alcool, fumo, sedentarietà, alimentazione scorretta), incidono in modo importante sulla qualità di vita. Eppure secondo un sondaggio dell’Associazione europea di urologia, circa un terzo degli uomini ritiene di non aver bisogno di andare dal medico, né di doversi sottoporre a visite o controlli periodici (solo il 10-20% si sottopone a una visita di prevenzione), valutando l’opzione di rivolgersi a uno specialista solo in presenza di un dolore. La grande maggioranza della popolazione maschile, a differenza del sesso femminile, non matura infatti  la consuetudine e la volontà di sottoporsi a visite specialistiche periodiche e preventive. È sempre l’imbarazzo tipico dell’uomo a frenare il maschio adulto dal sottoporsi alla visita specialistica ed affrontare problematiche che possono interessare, tra le altre cose, la sfera sessuale. Bisogna invece essere attenti e giocare d’anticipo attraverso la prevenzione

Ne abbiamo parlato insieme al Dott. Mauro Seveso, Medico Chirurgo Specialista in Urologia, presso il Santagostino di Milano, ci spiega perché è importante la prevenzione.

Perché è importante sottoporsi a controlli urologi periodici?

L’uomo è interessato in tutte le fasi della sua vita da possibili patologie a carico dell’apparato urinario e sessuale. Sappiamo che esiste un problema di confidenza tra maschi e visite mediche che rende quotidiano il problema dei ritardi nella diagnosi di patologie che se riscontrate nella fase iniziale potrebbero essere risolte con beneficio sullo stato di salute del paziente. Ricordo inoltre che prima si curano le patologie e minori sono gli effetti collaterali delle terapie e maggiore è la probabilità di successo. È  dovere inoltre del medico, dell’urologo/andrologo nello specifico, anche svolgere una attività di prevenzione correggendo eventuali cattive abitudini alimentari o comportamentali. L’uomo dovrebbe frequentare gli ambulatori medici con costanza e fiducia. Da parte nostra dobbiamo imparare ad essere più vicini al paziente monitorando lo stato di salute senza essere oppressivi, facendo quindi eseguire esami necessari e terapie utili.

Quando fare la prima visita urologica?

La prima visita urologica andrebbe eseguita in età adolescenziale. Nei primi anni di vita e nell’infanzia, il maschietto viene valutato dal pediatra unitamente all’essenziale supporto di una costante e quotidiana osservazione da parte dei genitori; durante la fase adolescenziale i ragazzi vengono spesso purtroppo abbandonati a se stessi. In questo periodo della loro vita è essenziale valutare il corretto sviluppo dell’apparato genitale. Sono da prendere in considerazione soprattutto alterazioni della dimensione dei testicoli così come opportuno fornire al ragazzo dei principi basilari per una corretta igiene personale ed una attenta  e consapevole vita sessuale.

Quali sono le principali patologie della prostata?

È importante anzitutto ricordare che la funzione principale della ghiandola prostatica è quella di produrre il liquido prostatico che assicura una maggiore sopravvivenza e motilità degli spermatozoi. Dal punto di vista anatomico la prostata ha all’interno Il passaggio dell’uretra, il canale che porta all’esterno le urine e il liquido seminale; questa sua particolare posizione anatomica e le sue funzioni fanno sì che sia un organo importante per lo svolgimento delle normali attività di  minzione ed erezione. Dal punto di vista patologico la prostata può essere colpita da processi infiammatori, parleremo pertanto di prostatite oppure aumentare di dimensioni, in questo caso si definisce ipertrofia prostatica benigna oppure essere interessata da tumori maligni.

La prostatite è una patologia che colpisce prevalentemente i ragazzi dai 18 anni fino agli uomini in giovane età. di 35-40 anni. Si tratta della infiammazione della ghiandola prostatica e può avere origini batteriche soprattutto dovute a germi intestinali oppure a seguito di un processo infiammatorio secondario a traumi, disordini immunitari,  stress o in particolar modo per regimi alimentari non corretti e abuso di alcol. Da ricordare anche come importanti fattori favorenti la vita sedentaria e l’utilizzo continuo di bicicletta o motocicli. L’infiammazione della prostata si manifesta con bruciori minzionali secrezioni uretrali, aumento della frequenza minzionale dolore durante la minzione difficoltà allo svuotamento della vescica fino ad arrivare a fenomeni importanti come febbre e ritenzione urinaria. La prostatite può essere curata con farmaci antinfiammatori, decongestionanti specifici e nei casi di infezione batterica è possibile ricorrere ad una terapia antibiotica mirata. La seconda patologia che interessa la ghiandola prostatica molto diffusa nei uomini dopo i 45-50 anni e l’ipertrofia prostatica. È  una malattia benigna dovuta a variazioni ormonali e all’invecchiamento con alterazioni dei fattori di crescita che regolarizzano la struttura anatomica della ghiandola prostatica. La prostata aumenta anche in modo significativo ostruendo il canale uretrale. La conseguenza è l’inizio di un’alterazione del nostro regolare modo di urinare con un aumento della frequenza minzionale il getto delle urine diventa sempre più debole e filiforme fino ad arrivare a un mancato svuotamento della vescica oltre ai frequenti fenomeni di minzione notturna. La diagnosi prevede una accurata visita medica una ecografia dell’apparato urinario e una uroflussometria per rendere oggettivi i disturbi segnalati dal paziente. Per quanto riguarda la terapia, questa si basa su farmaci decongestionanti farmaci alfa litici che permettono un miglior svuotamento della vescica fino ad arrivare a farmaci di origine ormonale che riducono la dimensione della prostata. Per ultimo parliamo del tumore della prostata una tra le neoplasie sempre più comuni, in assoluto la più comune tra la popolazione maschile. Insorge prevalentemente dopo i 45, cinquant’anni. Ci sono alcuni fattori di rischio come la familiarità, un aumento dei valori degli ormoni maschili come il testosterone e il diidrotestosterone, ma anche l’abuso di fumo, l’obesità e un’alimentazione ricca di grassi animali.

Il tumore della prostata nelle prime fasi è assolutamente asintomatico; è proprio in questa fase che l’urologo mediante una visita accurata e il dosaggio dell’antigene prostatico specifico, il famoso PSA, può arrivare a formulare una diagnosi precoce. Ricordo che la terapia del tumore della prostata in fase iniziale è una terapia non invasiva. Possiamo porre il paziente sotto sorveglianza attiva quindi monitorare la malattia fino ad arrivare ad eseguire trattamenti di tipo radioterapico o chirurgico mini invasivi che consentano di mantenere le normali funzioni sessuali e minzionali che nel caso di scoperta del tumore prostatico in stadio avanzato non sono più possibili. In tale situazione la terapia consiste nella somministrazione di farmaci anti androgeni che inibiscono la produzione di testosterone, la cosiddetta benzina del tumore della prostata fino ad arrivare a chemioterapici , con buona risposta del paziente ma costi, in termini di effetti collaterali non paragonabili alle terapie effettuate negli stadi iniziali della malattia.

In cosa consiste la visita urologica?

La visita urologica rappresenta un importante momento in cui il paziente deve interagire con una figura professionale che deve vedere come un amico, un consigliere, un professionista che lo possa aiutare ad affrontare le problematiche della sfera sessuale e urinarie; soprattutto per aiutarlo ad avere la consapevolezza che una corretta alimentazione e  igiene personale, una regolare attività fisica così come una costanza nei controlli  ambulatoriali possano essere utili allo scopo preventivo. La visita urologica nello specifico consiste nel raccogliere la storia clinica del paziente con una approfondita  valutazione dei disturbi presenti  e avuti in passato, eventuali altre patologie concomitanti e la terapia farmacologica in atto. Sarà successivamente scopo del professionista valutare con un attento esame clinico ed ecografico a situazione salute dell’apparato urinario e genitale rilevando l’eventuale presenza di alterazioni anatomiche funzionali.

 

Silvia Trevaini

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