Obiettivo Benessere

Come smettere di rimandare tutto

Nell’articolo precedente abbiamo parlato dei buoni propositi per l’anno nuovo e delle strategie più efficaci per realizzarli. Ma come evitare di impedire la loro realizzazione?  Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi: un proverbio di buon senso che non possiamo considerare come un comandamento. A volte, infatti, abbiamo bisogno di prendere tempo, guadagnarlo, prima di decidere qualcosa, e la fretta non aiuta nei momenti in cui bisogna scegliere, dentro o fuori, sì o no. Ma, una cosa è ponderare con la dovuta cautela e un’altra è invece procrastinare sempre e comunque, magari in attesa di eventi che non si verificheranno mai. Rimandare è un comportamento tipicamente umano e molto diffuso. È un meccanismo di difesa della nostra mente che tende a “spostare”, se non può eliminare, un’attività che provoca paura, ansia e difficoltà. Inoltre, decidere e iniziare sono operazioni faticose, che assorbono molte delle nostre risorse mentali. Le conseguenze del procrastinare sono varie, ma di fondo resta il fatto che, in questo modo, tendiamo a non vivere centrati nel presente. Rimandare, oltre che minare la nostra credibilità nei confronti del mondo, è un boomerang per noi stessi. Maturare la consapevolezza che questo aspetto può rappresentare un problema per la nostra felicità è un primo passo importante. La tendenza a procrastinare non in tutti si manifesta allo stesso modo e con la stessa gravità. Inoltre sembra che la procrastinazione non abbia solo a che fare con la gestione del tempo, che è sicuramente importante, ma anche con le emozioni e con la considerazione e la compassione che proviamo verso noi stessi. Approfondiamo l’argomento con il Dott. Francesco Catona, psicologo e psicoterapeuta, laureato presso l’Università di Firenze e specializzato presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano.

Dott. Francesco Catona

Perché la gente rimanda i propri impegni?

Rimandiamo gli impegni quando viviamo una vita costruita sugli automatismi. Incontrare le incombenze quotidiane ci costringe ad essere presenti, ad uscire dalle abitudini, ad improvvisare, a metterci in discussione. Il risveglio dal sonno della routine può disturbarci e accendere la paura di sbagliare o il timore di non fare la scelta giusta. Per evitare tutto questo rimandiamo al giorno dopo, alla settimana successiva, al mese prossimo. Questo atteggiamento ci calma temporaneamente, innescando però un circolo vizioso in cui fuggiamo dalla realtà per non confrontarci con quegli aspetti della vita che non ci piacciono o che ci procurano ansia.

 

Perché non si riesce a smettere di procrastinare?

Perché corriamo dietro gli stimoli che arrivano dal mondo esterno e non riusciamo a fermarci per riportare l’attenzione su di noi e sulle cose importanti da fare per nostra la vita. Perdiamo il centro, distratti dalle persone che ci circondano, dalle loro aspettative, dalle fantasie e dalle illusioni. Diventiamo passivi, non riuscendo a trovare dentro di noi la forza di volontà per cambiare direzione e iniziare ad assolvere gli impegni quotidiani. Questo atteggiamento mentale, con il passare del tempo, può diventare sempre più forte, trasformandosi nella nostra identità. Per questo motivo il cambiamento diventa sempre più difficile.

 

Procrastinare è patologico?

Se rimandiamo saltuariamente i nostri compiti, il procrastinare non è patologico, perché manifesta quel lato pigro sano che ognuno di noi possiede e che ci permette di prenderci una pausa quando siamo incalzati da troppi impegni. Rimandare può diventare un problema più grande  quando costantemente posticipiamo le nostre scadenze. In questo caso evitiamo certi contesti per non incontrare i nostri limiti, le preoccupazioni e le incertezze che alcune situazioni accendono in noi. Costruiamo una barriera che ci protegge dai disagi che un problema da risolvere  può generare. Diamo priorità alla tranquillità del momento, rischiando di danneggiare così molti ambiti della nostra esistenza futura.

 

C’è correlazione tra bassa autostima e procrastinazione?

Si, spesso tendiamo a procrastinare perché non ci stimiamo abbastanza e rincorriamo il perfezionismo. Preferiamo evitare un compito se non siamo sicuri di poterlo assolvere come desideriamo. Avere degli standard troppo elevati può creare dentro di noi la paura di non essere all’altezza della situazione e il timore di non riuscire a sostenere il giudizio degli altri in caso di fallimento. Dietro questo comportamento ci può essere anche la credenza di non possedere le conoscenze oppure le capacità necessarie per affrontare un incombenza. Per questo motivo si tende ad cercare le situazioni ritenute facili e ad evitare tutto ciò che potrebbe rimettere in discussione il nostro valore.

 

Che suggerimenti ci dà per il superamento della procrastinazione?

Per superare questo problema possiamo cambiare il nostro atteggiamento mentale, abbandonando alcune false credenze che ci immobilizzano. Una di queste è la paura di fallire. Questa emozione blocca ogni iniziativa sul nascere, non tentiamo neanche perché siamo convinti di non farcela. Possiamo sostituire la paura del fallimento con la curiosità verso ciò che non conosciamo, trovando così il coraggio di osare. Un altro timore che ci porta a procrastinare le nostre decisioni è la paura delle conseguenze che possono portare le nostre azioni. Non vogliamo assumerci la responsabilità di fare una scelta e non ci rendiamo conto che anche rimanere fermi è una decisione che avrà degli effetti sulla nostra vita. Questa nuova consapevolezza può renderci più intraprendenti. Possiamo anche commettere l’errore di credere di non meritarci il successo e quindi di evitare quei contesti in cui possiamo far emergere le nostre peculiarità. Questo pensiero va contro il codice stesso della natura che porta ogni fiore a sbocciare e a far sentire il suo profumo al mondo che lo circonda. Comprendere che il successo è una conseguenza naturale dello sviluppo delle nostre capacità innate, ci aiuterà ad accendere la motivazione e ad affrontare i compiti che la vita ha preparato per noi.

Silvia Trevaini

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