Vediamo cosa ci ha raccontato.
Le origini di questa tecnica sono molto antiche e quindi non chiarissime, così come quelle del popolo che l’ha messa in pratica.
La Thailandia si trova in un punto strategico, un crocevia nel cuore dell’Asia che ha visto passare molte ondate diverse di migranti. In particolare è sempre rimasta un intermediario tra Cina e India. Si trattava principalmente di scambi economici, tutte le merci che questi due paesi si scambiavano dovevano per forza di cosa passare dalla Thailandia. L’incontro di questi due popoli ha lasciato delle tracce ancora oggi visibili, in particolare a livello culturale: la religione buddhista, il cibo, lo stile artistico dei templi e via discorrendo. I thailandesi, comunque, non si limitarono a copiare i loro vicini, ma crearono qualcosa di nuovo e singolare una via di mezzo, che prendesse spunto da entrambe le culture ma che avesse un carattere proprio.
Il massaggio tradizionale Thailandese nasce proprio con questo spirito. Si fonda sulla medicina tradizionale Thailandese, che altro non è se non la miscela di medicina Ayurvedica e medicina tradizionale Cinese. Si ritiene che il padre della medicina Thai sia Jivaka Kumar Bhaccha, conosciuto come Shivago Komparaj. Era noto per essere amico e fisiatra del Buddha stesso, circa 2500 anni or sono. Nessun testo fu però scritto a quell’epoca sulle sue pratiche e così la conoscenza passò da maestro ad allievo nel corso delle generazioni. Successivamente troviamo rari testi di medicina, scritti su foglie di palma, nei quali si fa spesso riferimento alle tecniche di massaggio Thai. Purtroppo la maggior parte di questi testi fu bruciata durante l’incendio alla città di Ayutthia e fu solo nel 1832 che i pochi testi superstiti furono incisi nella pietra e sono giunti fino a noi sulle epigrafi del tempio di Wat Pho a Bangkok.
Preparazione
Come molte tecniche orientali anche il massaggio Thai è avvolto da un velo di misticismo e sono molte le preghiere e i canti che sono associati a questa tecnica. Si pratica su di un apposito materassino posizionato a terra che come caratteristica deve avere la non flessibilità. Dev’essere abbastanza comodo per che vi si sdraia ma non soffice da poter deformare la normale e corretta conformazione fisica. Ci si può avvalere di alcuni cuscini o supporti non soffici per sostenere la testa o gli arti se dovessero esserci complicazioni e dolori.
Essendo una tecnica orientale che è nata nei monasteri si pratica vestiti. Abiti comodi in cotone o fibre naturali sono l’ideale. Sia il praticante che il ricevente avranno le medesime esigenze di movimento, quindi da evitare sono tutti quei vestiti che impediscono il normale fluire del corpo come jeans, cinture, magliette attillate anelli, bracciali e collane. Stesso discorso vale per le pietre dure, avendo esse una forte valenza energetica, se non stiamo utilizzando coscientemente una di queste pietre, è bene spogliarcene prima di iniziare un massaggio Thai.
L’ambiente in cui scegliamo di praticare questa tecnica è fondamentale. Deve trattarsi di una stanza con colori ed aromi che inducano rilassamento e tranquillità. Possiamo scegliere di avere un sottofondo musicale, ma non è obbligatorio.
Il Massaggio
Si tratta di un insieme di pressioni, torsioni e trazioni volte a promuovere la flessibilità, rilassare la muscolatura e riequilibrare l’energia corporea, e come risultato otteniamo una eccellente calma mentale e fisica. Sia il praticante che il ricevente sono in costante movimento, in una fluida coreografia che dona serenità.
Il nostro sistema corpo-mente-emozioni funziona bene solo se l’energia fluisce correttamente all’interno dei Sen.
L’obiettivo del Thai Yoga Bodywork è proprio quello di far raggiungere e mantenere il corretto fluire dell’energia nel corpo, così da essere privi di blocchi e dolori, permettendo alla mente di essere libera da tormenti.
Silvia Trevaini
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