Secondo i più recenti dati Istat sono 11,4 milioni le italiane che viaggiano da sole. Il fenomeno è in aumento in tutto il mondo: in America esiste un settore specifico per il “Solo holiday”, lunghe vacanze, gite di un giorno o weekend. Con l’emergenza coronavirus, la richiesta è cresciuta, perché diventa una scelta all’insegna della sicurezza: si viaggia in autonomia, senza dividere la camera con nessuno. E poi il tempo lo decidi tu, gli spostamenti anche, i malumori sono tutti tuoi, spesso le felicità improvvise ti risarciscono il doppio, c’è grande margine per improvvisare e se sei un po’ allenato a quella leggerezza può essere più che divertente.
A scegliere questo tipo di viaggio sono quasi sempre donne ed è in forte crescita l’età media, che è dai 47 anni in su. Il bisogno di libertà è la motivazione più diffusa. Molte sono donne separate o non sono sposate, che hanno investito molto sul lavoro. Più sale l’età più hanno chiaro quello che vogliono e la vacanza è l’occasione per dedicare del tempo a se stesse. Il viaggio è un’opportunità per coltivare i propri interessi, soprattutto per quelle che li hanno un po’ sacrificati per l’ex marito. È vero però che esistono donne che ancora nutrono qualche timore. In realtà è più una sorta di scarsa fiducia nelle proprie possibilità. Talvolta sono il contesto da cui provengono, i familiari p gli amici a scoraggiare. Ancora oggi il condizionamento sociale è forte.
Il modo migliore per imparare il bello del fare le cose da sole è sperimentarlo, ma un poco alla volta. È un errore tentare di partire per un lungo viaggio, se non si è neppure provato a fare una gita fuori porta. Al contrario è bene prendersi il proprio tempo, rassicurandosi piano piano. Viaggiare da soli, anche senza andare lontano, consente di compiere interessanti scoperte che riguardano non solo il luogo che si va a visitare, ma se stesse. Quando siamo in compagnia di qualcuno che conosciamo l’altro ci rimanda un’immagine di noi che si è consolidata con il tempo, proprio all’interno della relazione. Quando andiamo da soli, in un luogo mai visto prima, siamo nuovi agli occhi degli altri e ai nostri. È un’esperienza utile proprio dopo i 50 anni, perché ha una straordinaria forza di rigenerazione. Abbiamo la possibilità di far emergere nuovi lati di noi stessi, parti che non avremmo mai osato o creduto di portare alla luce. Talvolta la cosa che ci sentire più vecchi di quanto siamo in realtà è il fatto di portare in giro il nostro solito personaggio. Andare da soli ci permette di liberarci da questo fardello. Lo dimostra il fatto che, al ritorno, ci si sente più sicuri e capaci di seguire con maggior naturalità i propri desideri.
Ma vediamo in pratica come godersi il bello dell’essere soli.
- Parti senza aspettative. Quando partiamo ci portiamo dietro programmi e attese. Mi devo divertire, mi voglio riposare, voglio vedere una mostra meravigliosa. La mente si fissa sull’obiettivo ma cosi si limita, si chiude all’imprevisto. E l’esperienza diventa qualcosa di negativo se non è come ce la siamo immaginata. Ciò che ti serve invece, è abbandonare tutte le aspettative e sintonizzare la tua mente su ciò che accade, qualsiasi cosa sia.
- Non sfidare te stessa. Fare qualcosa in solitaria non è una sfida, non c’è niente da dimostrare a nessuno, non devi fare nulla che non ti procuri gioia. Non pensare di dover fare chissà cosa. Assapora il momento che vivi, fai attenzione alle sensazioni che il corpo ti manda e sintonizzati sul piacere: è questo che ha un effetto benefico e rigenerante sulla mente.
- Resta centrata su di te. Chissà cosa pensano di me, magari mi considerano una poverina senza nessuno: questi sono tutti film che ci facciamo nella nostra testa, ritorna a concentrarti su di te. Cosa vedi? Cosa attira la tua attenzione?
- Non temere i “ tempi morti”. Ci sono cali di tensione quando si è in compagnia, lo stesso accade se si è soli. Non commettere l’errore di pensare che ti stai annoiando perché sei sola. Slega l’emozione dalla causa. Spesso, proprio dalla noia, emergono più chiari i nostri veri desideri.
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