Per abbronzarsi in sicurezza, fai così

abbronzata

Malgrado gli allarmi sui rischi dei raggi UV, non si rinuncia a prendere la tintarella: allora, meglio attrezzarsi, con solari efficaci e oli naturali…

 

Il sole è essenziale per il benessere, ma dobbiamo usarlo con buon senso e metterci l’animo in pace: va preso con qualche precauzione! Molti pensano che il solo fatto di spalmarsi creme con fattori di protezione altissimi permetta di stare al sole quanto si vuole e a tutte le ore. È sbagliato, e anche molto rischioso. I filtri solari i non sostituiscono la melanina, si limitano a coadiuvarla e a rinforzarla quando è insufficiente a difendersi dall’aggressività di raggi troppo violenti. Inoltre la melanina, pigmento che la nostra pelle produce naturalmente per proteggerci dalle radiazioni nocive, si sviluppa negli strati superficiali con la stimolazione dei raggi Uvb, mentre i raggi Uva arrivano agli strati profondi. Questi due elementi insieme stimolano l’attività dei melanociti, cellule epidermiche che producono la melanina e, perché questo avvenga, non sono sufficienti i 10/15 minuti di una lampada abbronzante o le 4 ore filate sotto un sole micidiale. Anzi, se la melanina non ha ancora iniziato il suo iter, il danneggiamento è notevole nonostante la protezione massima; figurarsi poi se, per abbronzarsi prima, non si mette nulla o, addirittura, si applica un prodotto accelerante!

 

Gli oli vegetali, assieme ai solari proteggono e aiutano l’abbronzatura

Negli ultimi anni, con l’aumento delle conoscenze sugli oli vegetali in cosmetica, si sono scoperte performance importanti nei confronti dei raggi UV di alcuni oli che, inseriti nelle formule dei solari, ne aumentano la potenzialità, dando inoltre il loro prezioso apporto di sostanze utili e restitutive alla pelle. Ecco i più interessanti.

 

Olio di semi di sesamo

viene molto usato nella preparazione di prodotti solari, perché, tra tutti i lipidi di origine vegetale, risulta essere il più efficace nell’azione filtrante dei raggi UVB. Inoltre ha proprietà antiossidanti, lenitive, idratanti e seborestitutive.

 

Burro di karité

presente in quasi tutti i cosmetici di ultima generazione, è molto usato come protettivo solare per pelli secche, fotosensibili, disidratate. Puoi trovare questi prodotti tra gli ingredienti dei solari o applicarli direttamente sulla pelle prima dei solari stessi, per una “marcia in più” che aumenta le difese e favorisce l’abbronzatura, diminuendo quindi i tempi di esposizione. Ecco come fare: amalgama 5 gocce di olio di sesamo in una noce di burro di karité e massaggia l’emulsione su viso e corpo fi no a completo assorbimento ogni giorno, prima e dopo l’esposizione al sole.

 

Come agiscono i filtri

Una doppia barriera da rinnovare di continuo le sostanze schermanti che agiscono da filtri possono essere fisiche, cioè vere e proprie barriere che impediscono ai raggi di passare, o chimiche, che assorbono o rifrangono i raggi, o una miscela delle due. I “filtri fisici” sono soprattutto l’ossido di zinco e il diossido di titanio, mentre quelli chimici sono di vario tipo e vengono modificati di anno in anno per renderli sempre più validi. Un buon solare deve essere a largo spettro, cioè proteggere sia dagli Uvb che dagli Uva, deve essere fotostabile, per non subire degradazioni quando viene esposto alla luce, essere innocuo per l’organismo, rimanere in superficie e non penetrare in profondità, esercitando un’azione idratante, antiradicalica e restituiva. Il solare va spalmato in quantità abbondante su ogni centimetro di pelle esposta e deve essere rimesso ogni due ore e, sempre, dopo bagni o docce. E non dimentichiamo che esistono anche difese sicure e semplici come cappelli a larghe tese, occhiali e ombrelloni.

 

Caldo e raggi ultravioletti: un vero attacco all’organismo

I raggi Uvb colpiscono maggiormente la pelle nelle ore più calde quando il sole è allo zenit e possono provocare eritemi, scottature, ipercheratosi. I raggi Uva invece arrivano fino al derma e colpiscono con uguale potenza a tutte le ore e in tutte le stagioni, quindi se manca una sufficiente protezione determinano il degrado delle fibre di collagene ed elastina, rilassamento dei tessuti, stress ossidativo, aumento dei radicali liberi, infiammazione e fotoaging. Vanno poi considerati i danni che il forte calore produce al nostro corpo. Oltre a sfiancare le strutture del sistema circolatorio, causando couperose al viso e venuzze dilatate sulle gambe, distrugge vitamine preziose. Due ore di esposizione nelle ore più calde fanno perdere l’85% della vitamina A cutanea che fa da scudo contro i danni all’epidermide.

 

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