BIORIVITALIZZAZIONE CON PRP (Platelet-Rich Plasma)
Studiando il processo di cicatrizzazione, grazie al quale le sostanze contenute nel nostro sangue vanno a stimolare i processi si riparazione dei traumi della cute, è nata l’idea della Biorivitalizzazione con PRP (Platelet-Rich Plasma) sia per il viso che per il cuoio capelluto (e quindi bulbo pilifero).
“In natura, il PRP è una fonte di fattori di crescita che stimolano lo sviluppo dell’osso e dei tessuti molli (cute, sottocute, tessuti miofasciali) del nostro organismo, migliorando la risposta ai danni biologici e favorendo la guarigione delle ferite. Iniettato nella zona da trattare, il PRP accelera la proliferazione cellulare, favorendo i processi riparativi e la rivascolarizzazione di pelle e cuoio capelluto, oltre alla sintesi di collagene. Il tutto senza effetti collaterali, trattandosi di una sostanza biologica naturale, prelevata dal paziente”, afferma la Dottoressa Stefania Greco, esperta in Tricologia, Medicina Estetica, Omotossicologia e Medicine Integrate all’Ospedale San Raffaele di Milano.
Il PRP può essere utilizzato per rigenerare e, dunque ringiovanire, non solo la pelle di viso, ma anche collo, décolleté e mani. Una volta ottenuta la soluzione, lo specialista la inietta sottocute con microiniezioni distanti circa 1-2 cm l’una dall’altra.
Si ottiene subito un leggero “effetto filler” nelle zone trattate, dovuto al fenomeno infiammatorio indotto dalla sostanza, ma i risultati si manifestano nell’arco di un mese circa. Grazie alla stimolazione delle cellule del collagene ed elastina, la pelle appare più turgida, luminosa e compatta.
Questa tecnica, altrettanto promettente per contrastare la caduta dei capelli, costituisce valida alternativa alle tradizionali terapie mediche anti-caduta che prevedono il ricorso a farmaci (per esempio la Finasteride) dai molti effetti collaterali.
Il principio della PRP HT (Platelet Rich Plasma Hair Therapy) è sempre lo stesso: i fattori di crescita presenti nelle piastrine sono in grado di stimolare l’attività delle cellule staminali dei bulbi piliferi ancora presenti, ma silenti o in sofferenza.
È indicata nel Telegen Effluvium, nell’ Alopecia Areata e in tutti gli stadi di Alopecia Androgenetica, sia maschile (interessa l’85% degli uomini) sia femminile (colpisce il 50% delle donne in menopausa e un elevato numero di donne in età fertile). La PRP HT viene inoltre impiegata con successo nei soggetti già sottoposti ad autotrapianto di bulbi del follicolo pilifero, per favorirne un più rapido attecchimento e stimolare la crescita di eventuali bulbi silenti, migliorando il risultato chirurgico.
La seduta e i risultati
Si tratta di una metodica ambulatoriale che richiede circa 30-45 minuti. Non servono particolari analisi preparatorie, ma è sempre meglio effettuare un esame del sangue, specie se si hanno problemi di coagulazione o di funzionalità epatica.
“La seduta inizia con il prelievo di 60-70 ml di sangue venoso – spiega la Dottoressa Greco -. Le provette vengono immesse in una centrifuga che, in pochi minuti, separa le componenti del sangue e permette di ottenere una massa gelatinosa, il plasma ricco di piastrine (PRP), fonte di fattori di crescita”.
Due i metodi per l’applicazione: con la siringa o con un rullo composto da aghi che provocano tanti microfori superficiali. “Preferisco utilizzare la siringa perché il siero PRP viene iniettato in profondità, al livello del derma e si ha la certezza che non venga disperso in superficie – continua la Dottoressa Greco -. Quando si agisce sul cuoio capelluto lo specialista inietta la soluzione ottenuta, per poi procedere al massaggio che ne favorisce la distribuzione. Non è richiesta convalescenza: il paziente può riprendere immediatamente le attività abituali. I primi risultati cominciano a comparire dopo circa 1-2 mesi dalla prima seduta. Nei casi di diradamenti più seri il trattamento si ripete dopo 2-3 mesi. In generale, per il mantenimento basta “un richiamo una volta l’anno”.
L’iter per il viso e le altre parti del corpo è il medesimo. “Possiamo parlare di trattamento curativo, perché serve a rinnovare il tourn over delle cellule e a migliorare la texture della pelle, ma i risultati non sono immediati come con filler, botulino o laser – chiarisce la Dottoressa Greco -. A questa terapia si può associare la biorivitalizzazione con acido ialuronico, con vitamine e proteine per idratare, nutrire in profondità e potenziare l’effetto curativo del trattamento PRP. Queste sostanze iniettate nel derma stimolano fisiologicamente la produzione di collagene e acido ialuronico che con il tempo (cronoaging) e/o con il fotodanneggiamento (fotoaging) e che già dopo i 30 anni cominciano a ridursi quantitativamente”.