Carcinoma mammario: la prevenzione salva la vita

Il carcinoma mammario, com’è noto, risulta essere la patologia tumorale più frequente nel sesso femminile.
In particolare in Italia sono circa 31000 i tumori al seno diagnosticati ogni anno con un incidenza crescente dal Sud al Nord. I dati più allarmanti riguardano attualmente le donne al di sotto dei 45 anni di età: infatti in questa fascia si calcola un incremento di incidenza di tale patologia del 28,6% contro il 13,8% delle donne over 45.
Il numero di casi di carcinoma mammario é aumentato in modo significativo a partire dagli anni ’70 parallelamente al cambiamento di stile di vita del mondo occidentale. Oggi la la Dott.ssa Margherita Millefiori, senologa presso il Centro Medico Visconti di Modrone, ci parla dell’importanza della prevenzione.

Dott.ssa Margherita Millefiori

A tutt’oggi non si conoscono la o le cause di tale patologia, sono noti dei fattori di rischio. Alcuni di questi sono comuni ad altre patologie tumorali e sono collegati ad errate abitudini di vita quali ad esempio una dieta squilibrata, sia quantitativamente sia qualitativamente, l’abuso di alcol ed il fumo di sigaretta.
Altri sembrano essere correlati in maniera elettiva al tumore mammario e risultano tutti collegati all’influenza ormonale cui le mammelle sono sottoposte durante la vita della donna. Quindi vengono chiamati in causa il menarca precoce così come la menopausa tardiva e tutte le stimolazioni ormonali aggiuntive cui la ghiandola mammaria viene sottoposta siano esse per problemi di infertilità che per terapie ormonali sostitutive.

Negli ultimi anni é stata scoperta una predisposizione genetica legata a geni (BRCA1 e BRCA2) considerati ad alto rischio per la formazione di un carcinoma mammario. Tuttavia nelle donne che si ammalano di tumore al seno spesso nessuno di tali fattori di rischio é presente. É stato calcolato che solo il 30% delle donne ammalate di tumore al seno avevano uno o più dei fattori di rischio sopraelencati ed addirittura che la predisposizione genetica abbia un’importanza solo nel 5- 7% dei casi. Questo ci fa ritenere che il carcinoma mammario sia un evento, secondo le nostre attuali conoscenze, casuale e pertanto che tutte le donne siano potenzialmente a rischio.
Questa presa di coscienza ci porta a capire come la diagnostica del tumore mammario ricopra un ruolo fondamentale nell’economia della malattia ovvero nel rapporto stadio di identificazione/ aggressività di intervento chirurgico e terapie mediche o radianti post- intervento/ sopravvivenza delle Pazienti.
Entrando nel dettaglio: esiste una correlazione ben precisa tra lo stadio (correlazione tra dimensione della neoplasia ed invasione dei tessuti adiacenti ed a distanza da parte della stessa) il tipo di intervento chirurgico che si rende necessario (nodulectomia, quadrantectomia con o senza coinvolgimento del cavo ascellare, mastectomia) ed il ricorrere o meno a terapie mediche (chemioterapia, ormonoterapia) e terapia radiante. Ed in particolare esiste una correlazione ben precisa tra una diagnosi effettuata in uno stadio molto iniziale (stadio 0) e una elevatissima percentuale di sopravvivenza delle donne (98%); percentuale che si abbassa al 75% in caso di positività linfonodale. La capacità/ possibilità di identificare una neoplasia in uno stadio così iniziale si chiama diagnosi precoce ed é, attualmente, una delle frecce più efficaci che coloro che operano in questo campo hanno al loro arco.

Questo viene documentato anche dai dati forniti dalla 12ma commissione di Igiene e Sanità nella seduta dell’ 8 marzo 2011 che documenta si un aumento dell’incidenza del tumore al seno, come già riferito, ma anche una progressiva riduzione della mortalità grazie alla diagnosi precoce ed alle migliori terapie integrate. La diagnosi precoce é resa possibile dall’uso della diagnostica per immagini (mammografia ed ecografia variamente combinate a seconda dell’età della donna nonché del tipo di tessuto mammario; RMN in seconda istanza ovvero in presenza di peculiari situazioni diagnostiche) combinata sapientemente all’indagine clinica. É resa possibile dalle campagne di sensibilizzazione verso il tumore mammario e dai programmi di screening regionali attuati nel nostro paese che tuttavia escludono le donne della fascia di età under 45. Ed è resa possibile anche da tutti gli operatori dedicati ed esperti che operano nel campo.

Silvia Trevaini

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