Molti non sanno che esiste un alimento vegetale, il risso rosso fermentato, con una caratteristica molto particolare che lo rende unico. Contiene, infatti, una molecola simile alle statine, cioè i farmaci più utilizzati nel mondo per abbassare il colesterolo. Il riso rosso fermentato, invece, non è un prodotto di sintesi poiché la statina si trova naturalmente in questo alimento.
Il riso rosso fermentato altri non è che il riso comune, denominato oryza sativa che viene fermentato da vari ceppi di un lievito noto come monascus purpureus, un microrganismo che deve il suo nome alla colorazione rossa, è infatti anche chiamato lievito rosso. Il riso rosso fermentato è un componente tradizionale della cucina e della medicina popolare cinese; è usato come colorante in preparazioni alimentari, tra cui pesce, salsa di pesce, vino di riso, formaggio rosso di soia, vegetali in salamoia, carne salata. In medicina è usato per migliorare la circolazione del sangue, nelle indigestioni, in casi di diarrea. Il riso rosso fermentato contiene amido, acidi grassi, fitosteroli, isoflavoni, monacoline, pigmenti naturali quali monascine e monascorubine; le monacoline esercitano un’attività inibitoria sull’enzima idrossimetilglutaril coenzima A redattasi.
Riso rosso e colesterolo
Tecnicamente le sostanze che svolgono questa attività inibitoria su questo enzima si definiscono statine, e sono classificati come farmaci che hanno attività nel ridurre il colesterolo; in particolare le monacoline vengono convertite ad una forma chiamata lovastatina, che è la prima statina che è stata ricavata dalla ricerca farmaceutica. Rispetto alla forma farmaceutica tradizionale di lovastatina, il riso rosso fermentato ha un dosaggio di monacoline assai inferiore ed è classificato, dopo una lunga battaglia legale, come integratore nutrizionale. Il meccanismo con cui il riso rosso fermentato abbassa il colesterolo non è ancora del tutto chiarito; le monacoline di sicuro esercitano attività in tal senso, si trasformano nell’organismo umano prima in lovastatina e poi nella sua componente attiva il, il suo corrispondente beta–idrossi-acido, il quale diminuisce il colesterolo totale circolante nel sangue, il colesterolo a bassa densità (LDL), ed il rapporto tra LDL e colesterolo ad alta densità (HDL). La cosa singolare è che l’attività ipolipidemizzante del riso rosso fermentato è maggiore di quella della lovastatina preparata farmaceuticamente; una dose di riso rosso fermentato dispone di circa 7 mg di lovastatina, mentre la compressa farmaceutica ha dosi di 10, 20 o 40 mg. È ancora da chiarire il meccanismo per cui una dose di riso rosso fermentato risulti più potente nel ridurre il colesterolo di una dose maggiore di lovastatina preparata farmaceuticamente, probabilmente per l’attività di altre sostanze in esso contenute.
Il riso rosso fermentato ha anche attività nel ridurre i trigliceridi.
In uno studio condotto su 502 pazienti afflitti da iperlipidemia, con un trattamento quotidiano di 600 mg 2 volte al giorno per 4 settimane si è avuta una riduzione del colesterolo totale del 22,7% e del colesterolo LDL del 30,9%. A livello di controindicazioni tra i soggetti per i quali è sconsigliato l’utilizzo di riso rosso fermentato abbiamo le donne incinte o in allattamento, i pazienti in terapia con farmaci ipolipidemizzanti, e, naturalmente, gli ipersensibili alla sostanza. Per quanto riguarda le precauzioni d’impiego i soggetti con malattie del fegato devono impiegare cautela nell’utilizzo di riso rosso fermentato. Tra i possibili effetti collaterali ci possono insorgere in taluni casi, a dosi di 600 mg al giorno, delle miopatie, che possono manifestarsi come dolore muscolare o debolezza, in qualche caso si possono avere bruciori di stomaco o flatulenza. A livello di interazioni, l’assunzione concomitante di succo di pompelmo può aumentare il rischio di miopatie. Il riso rosso fermentato è oggi l’integratore alimentare più utilizzato contro l’ipercolesterolemia, a dosi di 200 mg al giorno.
Da sempre conosciuto in Cina
Questo tipo di riso è un alimento tradizionale della cucina cinese: si usa come “contorno insaporente” delle pietanze. Per esempio, è un ingrediente della famosa “anatra alla pechinese”, ma entra anche nei processi produttivi di vini e aceti. Inoltre, in Cina, è da lungo tempo utilizzato dai medici come rimedio per i problemi di circolazione, di digestione e persino per trattare la diarrea. Viene classificato, inoltre, come alimento rinvigorente.
Come integratore
Può essere associato a:
• estratto di Barnaba: tiene sotto controllo gli zuccheri, vanta un’attività antiossidante molto utile per la salute delle arterie.
• Coenzima q10: antiossidante che contrasta l’ossidazione del colesterolo cattivo (LDL), il principale nemico del sistema cardiocircolatorio.
• Acido folico e vitamine del gruppo B: abbassano i livelli di omocisteina nel sangue. L’omocisteina è un aminoacido che, se in eccesso, è in grado di aumentare il rischio cardiovascolare.
• Estratto carciofo: vanta un’azione protettiva nei confronti del fegato, organo fondamentale del metabolismo.
Silvia Trevaini
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