Genitori separati: chi dà le regole ai figli?

bambino_disobbedienteLa mamma impone un orario di rientro, ma papà deroga e quando i figli sono con lui mangiano solo pizza: sembra un caos, in realtà è la soluzione. Nuova vita, nuove regole, nuovi problemi. Separazione atto secondo, ovvero l’educazione dei figli dopo lo scioglimento di un’unione: è questo il problema centrale che assilla la maggior parte delle madri e dei padri dopo una separazione o un divorzio. A denunciare la difficoltà di gestire con l’ex le responsabilità educative sono soprattutto le mamme, che nella maggior parte dei sono i genitori affidatari. Essendo loro a dividere la quotidianità coi figli, si debbono sobbarcare il carico più gravoso di oneri, decisioni, regole da impartire e da far rispettare, misure estreme da prendere quando la situazione si fa ingovernabile.
Quando i padri “boicottano”…

Un compito difficile, che rischia di diventare impossibile per l’azione di sabotaggio che a volte esercitano i padri, non aderendo più alla linea educativa prima condivisa. Le norme che la madre impone saltano nel fine settimana col padre: gli orari di rientro che lei cerca di far rispettare si dilatano magicamente quando i figli stanno con lui; il tatuaggio che lei ha vietato è il regalo che lui fa per il compleanno e così via.

…e quando diventano troppo severi
Capita anche il contrario, quando è il padre, per non perdere autorevolezza, a irrigidirsi su posizioni che l’ex moglie giudica eccessive. E la guerra continua: alle accuse di boicottaggio di lei fanno eco i disagi di lui, che deve modulare la sua paternità su nuove abitudini. Nel mezzo i figli che imparano presto a trarne anche vantaggio, profittando dei sensi di colpa e dei conflitti irrisolti dei genitori. Che fare? Come svolgere al meglio la funzione di madre e padre, quando manca un orientamento educativo comune?

Le regole per le mamme
Due stili educativi: meglio di uno
“Il papà mi permette di mangiare sul divano e tu no.” E con questo? Dalla mamma ci sono delle regole, a casa del papà altre. Tu cucini bio, lui lo porta in pizzeria. Lui pretende compiti perfetti, a te basta li faccia… C’è un mondo che lo spingerà a trasgredire le regole che gli hai dato; che sia suo padre a dargliene un assaggio può non essere un male. Già abituato all’alternativa, col tempo farà le sue scelte con maggiore serenità.
Quando sono con il padre, non controllare
Durante i fine settimana col padre i tuoi figli non si fanno sentire. E tu ti attacchi al cellulare: “Dove siete andati oggi ?”, “Cosa avete mangiato?”, “State bene?”. Resisti all’impulso: la tua ansia nuoce. Lascia che siano loro a raccontare al rientro e se non dicono più di tanto, pazienza. Il rapporto tra loro e il padre è – appunto – soprattutto loro. Se non ci sono reali ragioni per indagare, non invaderlo.

Le regole per il papà
Crea un nuovo stile

Il fatto di non condividere più la quotidianità coi figli innesca il timore di non poter più fare parte attiva della sua vita. Per questo, non fissarti su ciò che di tuo figlio ti perdi ogni giorno, ma concentrati sulle possibilità di cui disponete oggi per usarle tutte: puoi accompagnarlo a scuola o andarlo a prendere almeno qualche volta ogni settimana; assistere regolarmente alle partite di basket o ai saggi di danza; organizzare il vostro fine settimana intorno a un interesse comune. Non sono soluzioni di ripiego rispetto a prima, ma i primi tasselli della tua nuova vita con lui.

Apprezza il tempo-svago
Dato che trascorrete insieme i fine settimana, deputati per definizione allo svago, temi di scivolare senza volerlo nel ruolo del padre-amico, mentre la mamma continua a fare la mamma. Ma condividere momenti di rilassatezza ha i suoi vantaggi: ci si lascia andare con più facilità alle confidenze, si fanno insieme cose divertenti, si sovvertono orari o regole all’insegna dell’anarchia della domenica. Sperimenterai il versante più caldo della paternità che non minaccia il tuo ruolo normativo di padre, ma arricchisce la vostra relazione.

Lascia perdere gli interrogatori
Per non sentirti tagliato fuori dalla sua vita, ogni volta che incontri tuo figlio lo sottoponi a un interrogatorio: “A scuola come va? A casa? Con gli amici? Lo sport?”. Unica risposta, quando arriva: “Tutto bene”. Non prendertela, è normale. I figli non sopravvalutano il linguaggio, soprattutto se è convenzionale e parlano se c’è qualcosa da dire. L’importante è che, quando fiuti un problema, con pazienza tu riesca a farlo aprire più di quanto, di suo, non faccia.

 

Silvia Trevaini

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