Gli studi pubblicati negli ultimi anni confermano che i pazienti affetti da malattia parodontale hanno maggiore probabilità di contrarre malattie cardiovascolari.
Infatti i batteri responsabili dell’infezione del cavo orale possono entrare nel circolo ematico ed essere trasportati nei vasi sanguigni a organi lontani come il cuore, il fegato e i reni. Vediamo cosa ci ha detto a riguardo il dott Mauro Malvini dello studio Ars Medica Dentistica di Monza (nella foto).
“Oggi la malattia parodontale è considerata un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie sistemiche; infatti i pazienti che soffrono di malattia parodontale presentano valori più elevati di proteina C reattiva e altri parametri infiammatori.
Un recente studio ha inoltre dimostrato che, nelle zone affette da malattia parodontale sono stati rilevati batteri nelle placche ateromatose delle arterie coronariche nel 90% dei soggetti con malattia parodontale conclamata.
Come ci si accorge di avere un granuloma?
Queste lesioni sono molto spesso asintomatiche, cioè possono insorgere senza che il paziente avverta nulla, diventano sintomatiche solo quanto passano dalla fase cronica a quella acuta con la conseguente comparsa di un ascesso.
Più spesso vengono scoperte in seguito all’esecuzione di una radiografia dentale (preferibilmente DENTASCAN)
Se vi è uno o più granulomi dentali come devono essere trattati?
Se il granuloma è di piccole dimensioni ed è circoscritto all’apice della radice è possibile che una corretta devitalizzazione (ritrattamento, se il dente è già stato devitalizzato) possano far riassorbire tale lesione.
Se invece il granuloma ha dimensioni considerevoli e ha distrutto gran parte dei tessuti di sostegno del dente stesso bisogna ricorrere alla chirurgia ovvero all’apicectomia (resezione della parte apicale della radice) e all’estrazione del dente stesso con l’immediato inserimento di un impianto”.
Silvia Trevaini
Videonews