Più della metà del peso corporeo dell’individuo è costituito da acqua. Per mantenere l’equilibrio tra “entrate” e “uscite” una persona adulta e sana dovrebbe berne in media 1,2 litri al giorno, considerato che più o meno un altro litro viene introdotto attraverso l’alimentazione. Quando il desiderio d’acqua diventa compulsivo e incontrollabile si è con ogni probabilità in presenza di un disturbo che gli esperti chiamano polidipsia psicogena primaria o potomania: una vera e propria patologia psichiatrica che si manifesta con il bisogno prepotente di assumere liquidi, in particolare acqua, in misura decisamente sproporzionata al reale fabbisogno dell’organismo e anche in assenza di sete. Da non confondere con la dipsomania, ovvero il consumo smodato di liquidi dannosi, generalmente alcolici. La potomania fa parte delle patologie legate al controllo degli impulsi. Il fenomeno è osservabile con relativa frequenza in pazienti psichiatrici cronici, in particolare con diagnosi di schizofrenia, ma origine e natura del fenomeno sono ancora poco conosciuti e ne rendono il riconoscimento diagnostico di difficile inquadramento. Le principali manifestazioni cliniche sono rappresentate da poliuria, ovvero l’emissione giornaliera di una quantità di urina superiore ai tre litri, e intossicazione da acqua. Continua a leggere