La Medicina Estetica del Terzo Millennio: l’approccio tridimensionale all’invecchiamento del volto

vitruvio“Mi interesso di medicina estetica da ormai più di 30 anni e sono stato uno dei pionieri in Italia della sua introduzione, sin dal 1980”, ci dice il Prof. Redaelli del Centro Medico Visconti di Modrone.

“La storia della bellezza, e quindi della medicina estetica, è probabilmente vecchia come la storia della medicina stessa. Basti pensare all’impiego nell’antico Egitto di olio animale, sale, alabastro, latte acido per il trattamento della pelle.
Vitruvio ormai 2000 anni fa aveva descritto tutte le misure del volto e del corpo umano: come dico sempre ai miei studenti, non dobbiamo inventare nulla! Tutto è già stato scritto e descritto centinaia di anni fa!

foto Redaelli

Prof. Redaelli del Centro Medico Visconti di Modrone

Da allora, con l’accrescersi del sapere medico-scientifico, sono stati fatti passi da gigante.
Scopo di questo articolo è illustrare per sommi capi lo stato dell’arte della medicina estetica, ripercorrendone le principali tappe nell’epoca contemporanea sino a delinearne le avanguardie.
E questo bisogno moderno di medicina estetica, non soggiace sicuramente alla sola filosofia, ma rientra sicuramente in un business sempre più delineato e sicuro. Non per nulla articoli scientifici che confermano quanto la bellezza sia importante, sono all’ordine del giorno.
Le tecniche per il miglioramento della superficie cutanea sono note già dalla fine del XIX secolo. Risale infatti al 1871, ad opera di Tibury Fox, l’impiego di fenolo al 20% come primo agente per il peeling chimico, metodica che verrà poi perfezionata nel 1882 da Paul G. Unna, mediante la descrizione della proprietà di acido salicilico , resorcinolo, fenolo e acido tricloroacetico, sostanze che vengono impiegate con il medesimo fine ancora oggi.

L’impiego di materiali iniettabili per l’aumento volumetrico dei tessuti, i famosi filler, inizia nell’ultima decade del 800. Sarà infatti Franz Neuber che nel 1893 sperimenterà per primo l’utilizzo di grasso autologo come riempitivo. Sei anni più tardi, nel 1899, Robert Gersuny raccomanderà l’uso di paraffina. Questo materiale diventerà di uso assai comune negli anni successivi, salvo poi essere abbandonato a causa dei numerosi effetti collaterali, soprattutto la formazione di granulomi a seguito di una reazione da corpo estraneo. Sarà poi la volta, nel 1965 ad opera di Thomas Rees, del primo studio sull’impiego di silicone, la cui applicazione verrà ristretta nel 1976 dalla FDA americana. Questo materiale si presentava infatti come facilmente iniettabile ma, a distanza di tempo, dava altrettanto facilmente origine a fenomeni di migrazione ed estrusione, essendo oltretutto non riassorbibile. Sempre negli USA nel 1981, a distanza di 4 anni dai primi risultati pubblicati da Terry R. Knapp, viene approvato il primo filler facciale a scopo squisitamente cosmetico: il collagene. Questa sostanza, riassorbibile, di derivazione bovina, umana o sintetica rappresenterò il principale filler per i 20 anni successivi sino all’introduzione nel 1998, dopo gli studi dello svedese Michael Olenius, dell’acido ialuronico. Quest’ultimo materiale, anch’esso riassorbibile, sostituirà di fatto il collagene in ragione della sua estrema sicurezza, poiché caratterizzato da un potere allergizzante molto basso. Oggigiorno i fillers basati su acido ialuronico sono di fatto lo standard tra i prodotti volumizzanti, con un esteso range di soluzioni idonee per la correzione dei più disparati difetti facciali e del corpo intero: rughe più o meno profonde, ridefinizione dei contorni, mesoterapia. A riprova della straordinaria duttilità dell’acido ialuronico occorre ricordare i buoni risultati che ogni giorno otteniamo nei nostri ambulatori nel trattamento dei solchi naso-genieni, delle rughe della marionetta, di quelle a codice a barra, nel ribilanciamento dell’area zigomatico-malare, nella ridefinizione delle labbra e del bordo mandibolare, il tutto senza la necessità di esecuzione di particolari test allergici specifici ed in assenza di gravi effetti collaterali.
I moderni materiali, se di ditte conosciute, sono completamente tollerati dall’organismo. Sono anni che non vedo più quegli strani gonfiori, a volte possibili specie sulle labbra. Anzi, devo dire che i moderni acidi ialuronici finiscono per essere ottimi prodotti anche per l’idratazione dei tessuti. I pazienti difficilmente tornano come erano all’inizio delle cure, per il miglioramento proprio dei tessuti trattati.
Vi è poi un altro materiale innovativo che vede i suoi natali negli stessi anni: l’acido polilattico. Si tratta di un polimero dell’acido lattico, sintetico, biodegradabile, riassorbibile, che si comporta come bioristrutturante del tessuto profondo, determinando l’aumento volumetrico dei tessuti molli, ottenuto mediante la stimolazione della sintesi del collagene.
Si tratta dunque di un meccanismo completamente diverso da quello utilizzato dai vari fillers.
Le indicazioni principali al suo utilizzo nel ringiovanimento del volto sono rappresentate dall’atonia e dall’atrofia tissutale,con dei risultati apprezzabili.
Gli anni ’90 del secolo scorso sono poi testimoni del debutto con finalità meramente di un’altra sostanza oggi molto di moda: la tossina botulinica. Risale infatti al 1992 la pubblicazione da parte di due oftalmologi canadesi, Jean e Alastair Caruthers, del primo articolo sul trattamento delle rughe glabellari mediante tossina botulinica A.
Nella pratica corrente questa sostanza, in grado di modulare la contrazione muscolare, è utilizzata per il trattamento di tutte quelle situazioni in cui gli inestetismi sono originati da una iperattività del muscolo: alcune rughe frontali, le rughe glabellari, le zampe di gallina, alcune rughe periorali. Inoltre la tossina botulinica trova un’ottima indicazione per la cura della iperidrosi plantari e ascellari.
Non si deve poi dimenticare il grande capitolo dei laser ad uso estetico. Anche in questo campo i progressi fatti dal lontano 1965, anno in cui Leon Goldman propose l’impiego di un laser a rubino per il trattamento dei tatuaggi, sono enormi.
Oggi in commercio sono disponibili diverse tipologie di laser per il trattamento di un variegato insieme di inestetismi: dai laser vascolari impiegati per il trattamento delle teleangectasie ai laser CO2 frazionati utilizzati per il ringiovanimento facciale.

Infine vorrei concludere presentando quelle che possono considerarsi le nuove frontiere nel campo della medicina estetica che consistono sia nell’impiego di nuovi materiali/sostanze, sia nell’utilizzo di materiali ormai consolidati con finalità nuove.
L’impiego di plasma autologo ricco in piastrine (PRP) rappresenta quasi certamente il migliore esempio della prima categoria. Iniziali studi, incoraggianti dal punto di vista dei risultati, dimostrano come l’impiego di questo emoderivato ricco in fattori di crescita (es. TGF, PDGF …) determina un miglioramento dei processi di guarigione/riparazione con benefici sulla qualità della cute, della sua superficie, elasticità, rugosità. Inoltre è stato proposto un suo impiego per la cura della calvizie.
Nella seconda categoria rientrano indubbiamente la tecnica di rinoplastica medica e l’impiego dei fili di Sospensione.
Il primo esempio si caratterizza per l’utilizzo di due materiali già noti, l’acido ialuronico e la tossina botulinica, in un campo che tradizionalmente vede l’impiego esclusivo della chirurgia. I risultati ottenuti sono piuttosto convincenti. In casi selezionati è possibile infatti, mediante particolari tecniche di medicina estetica, porre rimedio ad inestetismi nasali di minore entità come: alcuni nasi piangenti, piccole cifosi, anomalie da tono muscolare, invecchiamento nasale.
Lo studio del singolo paziente, i suoi difetti, l’utilizzo di materiali assolutamente sicuri, l’utilizzo nella maggior parte dei casi di cannule smusse invece che di aghi traumatici, permettono correzioni sicure, con rischi lontanissimi dalla chirurgia, in assenza praticamente totale di qualsiasi dolore.
E alla sera potrete andare al concerto che avete prenotato mesi prima. Ecco la vera mini invasività. Amo così tanto questa tecnica che ho scritto l’unico libro scientifico mondiale sull’argomento.

I fili Silhouette soft sono dispositivi nuovi costituiti però, ancora una volta, da materiali ben sperimentati come l’acido polilattico. Questi presidi, una volta posizionati nel tessuto sottocutaneo mediante un piccolo forellino fatto mediante un piccolo ago e previa una piccola anestesia locale, sono in grado di affrontare moderati cedimenti cutanei consentendo quindi un ottimo rimodellamento dell’ovale del volto, in particolare nel terzo medio ed inferiore del volto.
Il bordo mandibolare, ad esempio, sempre molto difficile nella correzione medica, senza chirurgia, beneficia moltissimo di questo ultimo metodo di correzione.
Come sottolineato metodo completamente medico, ambulatoriale.
La moderna medicina estetica è una vera nuova specialità, branca della medicina che come avete potuto vedere, si compone di numerosi aspetti che affrontano i diversi tipi di invecchiamento. L’approccio tridimensionale resta la strategia vincente e solo il medico estetico possiede quel knowhow fondamentale per affrontarlo con la dovuta competenza e completezza.
Nel nostro centro, situato nel cuore di Milano, abbiamo la possibilità di correggere tutti questi difetti in assoluta sicurezza.
L’utilizzo di materiali ottimi e delle tecniche più aggiornate conosciute in particolare dal sottoscritto che passa metà del suo tempo tra congressi e corsi medici, e dai miei colleghi del centro, permettono quella sicurezza di risultati e quella naturalezza indispensabili specialmente se parliamo di…”medicina Estetica”.”

 

trevaini50.jpg (50×63)Silvia Trevaini

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