La scherma è, per definizione, l’arte di offendere e di difendersi mediante l’uso di armi bianche. Sono tre i tipi di armi che si possono usare: il fioretto, la spada e la sciabola.
Queste si differenziano, oltre che per la forma, anche per il bersaglio da colpire e per il modo di farlo. Nel fioretto il bersaglio valido è il tronco e il colpo deve essere portato con la punta dell’arma, così da fare accendere una luce di segnalazione. Essendo però un’arma convenzionale occorre seguire alcune regole affinché l’arbitro assegni la stoccata.
Anche la sciabola è un’arma convenzionale, cioè soggetta al giudizio dell’arbitro, ma con essa si può colpire sia di punta che di taglio e controtaglio, e il bersaglio valido è il tronco, comprese braccia e testa. Nella spada invece vige la regola che chi tocca per primo vince, come negli antichi duelli, e tutta la superficie corporea è valida, compresi i piedi, le mani, la testa.
Fisiologia
Questo sport ha subito molte evoluzioni con il passare degli anni, e, se prima aveva un’importanza fondamentale la componente aerobica, ora, con la formula di gara ad eliminazione diretta, la componente anaerobica è divenuta preponderante. La scherma è certamente uno sport asimmetrico, per questo è necessario compensare il lavoro svolto dall’arto dominante con una ginnastica specifica per l’arto controlaterale. I muscoli più sollecitati durante l’assalto sono il quadricipite della gamba che, nella posizione di guardia, e’ posta davanti, ma tutti i muscoli degli arti inferiori sono largamente coinvolti nei rapidissimi cambiamenti di direzione che lo schermitore effettua muovendosi lungo la pedana. La muscolatura addominale e quella dorsale sono utilizzate per ritrovare continuamente l’equilibrio sia nei tentativi di evitare la stoccata che in quelli per portarla a segno. Il braccio, ma soprattutto l’avambraccio uniscono la forza alla destrezza per poter effettuare i fini movimenti di finte, controfinte, attacchi e parate che lo schermitore utilizza per colpire l’avversario. Le doti fisiche che si acquisiscono con questo sport, quali forza, resistenza alla velocità e coordinazione, si uniscono alla capacità di discriminare le varie situazioni in tempi brevissimi, per poter prendere rapidamente una decisione valutando rischi e benefici di un determinato movimento. Lo schermitore deve essere, ai giorni nostri, un vero atleta, ma in ogni assalto deve competere contro un avversario che, come lui, cercherà di sorprenderlo, di effettuare mosse contrarie alle sue, in una partita a scacchi giocata ad altissima velocità.
Allenamento
L’allenamento dello schermidore consta di due fasi:
l’allenamento tecnico
l’allenamento atletico
Per la preparazione tecnica ci si avvale delle lezioni con il maestro (è uno dei pochissimi sport dove anche pluricampioni olimpici prendono ogni giorno lezione col maestro); con il maestro vengono eseguite le azioni e le loro contrarie, cercando sempre nuove soluzioni, e ripetendole a tal punto che diventino automatiche a fronte dello stimolo, rappresentato dall’azione dell’avversario. Successivamente, ci si confronta con altri schermitori per assalti quotidiani in modo da mettere in pratica gli esercizi svolti col maestro, simulando un vero e proprio incontro.
L’allenamento atletico deve dividersi in:
Sviluppo della forza, ottenuto mediante l’uso di macchine ergometriche (come legpress e leg extension) finalizzato all’aumento delle masse muscolari degli arti inferiori. Sono molto importanti esercizi di pliometria (che comportano la condizione di contrazione-allungamento) per sviluppare, da parte del muscolo, la capacità di usufruire dell’energia elastica.
Sviluppo della velocità, su brevi distanze.
Sviluppo della resistenza alla velocità.
Alimentazione
Anche schermitori di alto livello presentano una percentuale di grasso corporeo che non è di molto inferiore a quello di soggetti sedentari di pari età. Il consumo calorico è piuttosto elevato ma, non essendo uno sport di resistenza, la percentuale di grasso non viene particolarmente intaccata. L’alimentazione prima della gara deve essere ricca di carboidrati, mentre nelle fasi di intensa preparazione occorre arricchirla di proteine sia animali che vegetali. Poiché le gare si effettuano nell’arco di due giorni e gli schermitori indossano divise abbastanza pesanti, occorre reidratare con integratori idrosalini le perdite di acqua legate alla sudorazione. Durante le pause dei combattimenti, è meglio assumere zuccheri a lento assorbimento intestinale, questo stabilizza la glicemia e in particolare evita il rischio che un rapido assorbimento di zuccheri in condizioni di stress causi una brusca ipoglicemia reattiva. Durante la fase di recupero, la dieta deve essere varia e completa di oligoelementi.
Silvia Trevaini
Videonews