La domanda che da anni fa impazzire nutrizionisti e sportivi è: “Meglio correre o camminare per dimagrire?”.
Secondo il quotidiano britannico Guardian “camminare è più sano che correre”, mentre per l’Health Magazine “ per perdere peso meglio correre che camminare”. Iniziamo con il sottolineare che perdere peso non è sinonimo di “ essere in forma ”, per intenderci si può dimagrire anche di 10 kg ma non essere in salute e avere il colesterolo, i trigliceridi, la glicemia e il valore della pressione elevati. “In altre parole possiamo dire che sì, camminare a passo sostenuto, o in pendenza, è un po’ più salutare (in termini di quadro clinico) che correre; mentre correre è in certi casi più efficace per calare di peso.
“Ciò che è importante, è convincersi a fare movimento”: ci spiega la dottoressa Sara Cordara, nutrizionista, specialista in scienza dell’alimentazione ed esperta in nutrizione sportiva presso il centro polispecialistico Prisma Medical Advances di Milano. Ciò nonostante, ricordo che la corsa è uno degli sport amatoriali più diffusi e presenta molteplici benefici in chi la pratica. Però se eseguita in modo incongruo, tuttavia, questa attività può portare ad un sovraccarico dei muscoli, dei tendini e dell’osso.
Camminando consumi meno calorie ma bruci più grassi che correndo (dimagrisci meno ma sei più in salute)
Un recente studio tutto italiano condotto dalla Clinica Pediatrica dell’Università di Verona e pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism ha identificato nella camminata costante a 4 km/h, per intenderci quella che si tiene quando si porta a spasso il cane o quando si fa una comune passeggiata, la perfetta andatura “sciogli grasso”, cioè quella che consuma la maggiore percentuale di calorie (il 40%) derivante dai grassi. In altre parole, gli studiosi hanno dimostrato che, a parità di tempo, se è vero che più si va veloce e più si consumano calorie, è altrettanto vero che la fonte di energia utilizzata (grassi o zuccheri) cambia significativamente a seconda del tipo di sforzo. Maggiore è lo sforzo, maggiore è l’utilizzo di carboidrati. Diminuendo l’intensità del movimento, invece, l’organismo attinge sempre meno dai carboidrati per preferire come fonte energetica i depositi adiposi. Quindi la minore spesa calorica nel cammino è bilanciata da un maggiore consumo di grassi.
Un esempio pratico è dato da una persona sovrappeso di 70 kg che cammina per 40 minuti a 4 km/h bruciando 150 calorie e 6 g di grasso. Se la stessa persona, però, cammina a 6 km/h, brucia le stesse calorie nel tempo inferiore di 27 minuti, ma i grassi consumati si riducono a soli 3 grammi. Inoltre, la camminata è risultata la scelta migliore per prevenire la pressione alta, il colesterolo e il diabete: i principali imputati per le malattie cardiache. Questo è quello evidenziato dai ricercatori. Fondamentale è anche la continuità del lavoro svolto. Camminare almeno 30 – 40 minuti, senza pause, fa consumare più calorie che camminare lo stesso tempo, ma intervallandolo: se camminate per 30 minuti consecutivi, bruciate in media 60 calorie in più di chi fa una passeggiata spezzata in tre intervalli di 10 minuti l’uno. Concludendo, almeno tre sedute settimanali sono necessarie a garantirsi un sano e duraturo dimagrimento o mantenimento del peso forma.
Conclusioni
La gente cerca continuamente delle scuse per evitare di fare sport e restare seduti davanti alla tv, ricordiamoci che volere è potere ! I continui studi dimostrano una cosa sola: che sia la corsa o la passeggiata, entrambe migliorano la salute dell’individuo, abbattendo in maniera significativa i rischi legati alle malattie cardiovascolari.
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