Donare è un dono

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La generosità è una delle qualità spirituali che è necessario  fare proprie per completare un percorso verso la liberazione; ed è una virtù che risiede in qualsiasi tradizione religiosa e spirituale. Tutti hanno qualcosa da donare, si legge anche sugli scaffali dei supermercati. Al di là della finalità commerciale, un po’ subdola, è una affermazione molto vera. La generosità è un atteggiamento naturale su cui si  basa il ciclo della vita.

I regali della natura

Alcuni versi nelle scritture Vediche affermano che la generosità degli elementi della natura, il sole, la luna, il vento fa si che la terra ci dia i suoi doni, senza aspettarsi alcun ringraziamento. L’universo stesso è un’intricata rete di azioni di dare e ricevere. Più semplicemente, immagina le relazioni che intervengono per fare funzionare quotidianamente la vita di una città o di una famiglia: ci sono tanti azioni date per scontate che invece sono atti di gratitudine. Se è vero che la nostra essenza si offre alla generosità , il nostro ego, al contrario, ha sempre timore di non avere abbastanza. Preoccupato di perdere qualcosa, ha bisogno di mantenere viva l’immagine di un futuro stabile. Quindi, in ogni atto di generosità, nasce in noi un tira e molla tra il sentimento di dare e condividere con sincerità e quello di perenne vuoto da colmare. Questo è il motivo per cui praticare la generosità è un atto per espandere i limiti della nostra spiritualità. Ogni volta che realizziamo un atto di gratitudine, un pensiero di vero amore incondizionato, senza aspettarci  nulla in cambio, la nostra essenza si rinforza. Ci apre al’amore, all’abbondanza, all’unione verso gli altri e le paure dell’ego si allentano.

Per dovere o per amore

Dare, regalare, può nascondere molte insidie del nostro ego, ed è bene esserne consapevoli. Alcune azioni possono mascherare un disegno di comprare fedeltà, avanzamenti di carriera, sociali, o di corruzione. Oppure usiamo la generosità per compensare altre lacune del nostro animo o i nostri sensi di colpa. È il caso di un genitore che non dedica abbastanza tempo a un figlio e compensa comprandogli giocattoli. O al contrario, diamo la possibilità di tempo, perché ci sentiamo colpevoli per altri tipi di assenze. Sono tutte sfaccettature di una generosità poco equilibrata. C’è poi anche il rischio di una certa ossessività, quando gli atti di generosità diventano routine. Il primo assegno che firmi per Medici senza Frontiere ti rende felice e appagato, quando poi la richiesta di soldi diventa una routine , allora questa tua generosità nel rispondere con donazioni a cadenza fissa potrebbe compensare qualche tuo oscuro senso di colpa. C’è un’importante differenza tra una generosità scaturita dall’etica del dovere e quella che nasce dal cuore, esattamente come è più appassionante danzare con una persona che adori piuttosto che con un educato sconosciuto.

Senza rimorsi  e rimpianti

La generosità semplice e pura ha tre segni distintivi. La prima qualità è che nasce da una rettitudine morale, che mette da parte qualsiasi influenza dell’ego, è quasi una sorta di ispirazione, direi una sorta di illuminazione; Le persone più generose che ho incontrato offrono le loro azioni senza neanche pensarci, accade e basta, alla stregua della natura. La seconda qualità che la vera generosità contiene è l’equilibrio: non è ossessiva e non è programmata, non porta alla rovina e non indebolisce chi la riceve. Per terzo, la generosità non ha rimorsi. Ma, secondo me, anche quando senti che l’impulso della generosità è forzato, quando il sentimento di donare tempo, soldi o altro  ti viene naturale come una doccia fredda, fallo lo stesso.  Sarà una pratica che darà comunque molti insegnamenti e benefici. La generosità ci trasforma: più la esercitiamo, più l’atto si affina; come la meditazione, come praticare le scale su uno strumento musicale.

Donare è liberatorio

Ogni volta che si dona qualcosa rimane il sentimento di attaccamento a quel “ qualcosa”.  Questo rinforza la disposizione al non attaccamento alle cose materiali, è un antidoto non solo per curare l’egoismo, ma anche la paura di perdere ciò che pensiamo di possedere. Ci dobbiamo rendere consapevoli che siamo uno e che la felicità di altre  persone è importante quanto la nostra , per godere completamente quel senso di appartenenza al resto del mondo.

 

Silvia TrevainiSilvia Trevaini

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