La mastoplastica mista, cioè l’intervento al seno, consiste nel posizionare delle protesi al silicone subito sotto la ghiandola mammaria ( tecnica sottoghiandolare), oppure sotto il muscolo pettorale ( tecnica sotto- muscolare). La scelta dipende dalle caratteristiche fisiche. Se la donna è molto magra, è opportuno optare per la soluzione sotto- muscolare per evitare che, in occasione di un qualsiasi movimento distensivo, o contrazione dinamica del seno (come sollevare pesi), si percepisca la presenza della protesi e, quindi, di un seno non naturale. Oggi però, è possibile soddisfare l’esigenza di ottenere un seno prosperoso e in modo molto naturale anche in donne magre con una metodica innovativa e non invasiva, ci spiega la dottoressa Gabriela Stelian, dello studio medico Prisma di Milano, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. La soluzione è la “mastoplastica additiva composita”, che prevede l’inserimento delle protesi in silicone con la tecnica sotto ghiandolare, con l’aggiunta del proprio grasso, prelevato in altre zone del corpo. Quindi ben venga qualche rotolino di grasso a cui attingere.
Come avviene l’inserimento del grasso
In contemporanea all’intervento di mastoplastica additiva, il chirurgo preleva il grasso in eccesso, attraverso apposite cannule. Dopo aver centrifugato e depurato di tutte quelle sostanze “sporche” per ottenere un concentrato di cellule staminali e grasso “vivo”, lo inserisce sempre attraverso cannule molto sottili, direttamente nel seno. Il grasso serve ad avvolgere e “imbottire” la protesi, aumentando così lo spessore del tessuto sottocutaneo contribuendo a rendere meno evidente la protesi stessa e ridurre, sia alla vista e sia al tatto, la sensazione di seno ricostruito.
Il post intervento
È possibile avvertire una sensazione di indolenzimento, simile a quello che si prova dopo un inrenso allenamento dei pettorali, che si attenua progressivamente nel giro di due-tre giorni. Subito dopo l’intervento, per le due- tre settimane successive si consiglia di indossare un apposito reggiseno per favorire il corretto posizionamento delle protesi. È possibile la ripresa dell’attività professionale e sociale dopo 48 ore.
I vantaggi
I vantaggi di questa tecnica sono tanti. Si tratta di un intervento chirurgico meno invasivo di quello tradizionale (sotto- muscolare). L’inserimento della protesi nella fascia sotto ghiandolare rende l’intervento meno doloroso e riduce i tempi di recupero. Non prevede l’anestesia generale, bensì quella locale. Il risultato è un seno che segue i movimenti del corpo e quindi conferisce un aspetto naturale. Non esiste la possibilità di rigetto poiché il grasso trapiantato è della persona stessa.
Gli svantaggi
È impossibile conoscere preventivamente il tempo del riassorbimento del grasso. Trattandosi di una sostanza vitale, ha un ciclo di vita che varia da persona a persona. Ciò non significa che il seno perda pienezza e rotondità da un giorno all’altro; può ridursi, malgrado le protesi. È comunque, un inconveniente facilmente correggibile, poiché è possibile, mediante un intervento in anestesia locale, ripetere il lipofillilng (inserimento di grasso autologo).
I suggerimenti
Si consiglia controlli annuali. Le protesi mammarie non hanno una data di scadenza, ma dopo dieci anni può aumentare il rischio di rottura. È quindi necessario verificare periodicamente il loro stato di salute. È opportuno scegliere la struttura sanitaria idonea a questo tipo di intervento e assicurarsi che il medico sia chirurgo specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica.
I costi
Trattandosi di un intervento che prevede più tecniche combinate ( la mastoplastica additiva, il prelievo di grasso e il successivo suo inserimento), i costi possono variare da 6mila a 8mila euro in base alla complessità dell’intervento.
Videonews