L’importanza degli oli da massaggio nel trattamento olistico

Regalarsi un massaggio è l’approccio ottimale per ritrovare un momento di pace e relax nella propria quotidianità, sempre più influenzata dai ritmi frenetici della società moderna. Prendersi cura del proprio corpo non può che giovare a tutti le sfere sensoriali e percettive del nostro essere, da quella più fisica a quella più sottile emotiva e psicologica.

Ciò che valorizza il trattamento olistico sono sicuramente le capacità e la professionalità dell’operatore, ma altresì il contesto in cui egli opera. Creare il giusto ambiente ed utilizzare prodotti di qualità sono tutti elementi che concorrono a rendere l’esperienza unica e caratteristica.

Sul panorama del wellness esistono numerose tipologie di massaggi, differenti in termini di tecnica ma spesso accomunati dal fatto che utilizzano oli vettori in grado di veicolare ed amplificare l’azione manuale dell’operatore.

Come riconoscere allora, un buon olio da massaggio? Approfondiamo l’argomento insieme a Luigi Romiti, docente di tecniche erboristiche presso Prosperae.

Non esiste una risposta univoca. La scelta dipenderà infatti da numerosi fattori, alcuni più oggettivi, legati all’obiettivo ed agli eventuali disturbi muscolari da trattare, altri più legati alle preferenze personali sia dell’operatore che della persona trattata.

Sicuramente il corretto mix di oli permetterà a questi ultimi di lavorare in sinergia potenziando l’effetto finale del trattamento.

L’olio da massaggio è un prodotto cosmetico a tutti gli effetti e come tale sarà possibile leggere in etichetta la composizione completa identificata in maniera univoca dall’INCI (International nomenclature of cosmetic ingredients). In base a tale nomenclatura sono indicati tutti gli ingredienti in ordine decrescente di presenza; quindi al primo posto troveremo le componenti preponderanti ed in fondo alla lista quelle presenti in minor percentuale.

L’olio da massaggio è solitamente costituito da un singolo olio vettore o da una miscela di oli differenti a cui poi è stata addizionata una fragranza. Preferire formulati costituiti esclusivamente da oli di origine vegetale e non di origine minerale (tipo: paraffina liquida, identificabile in etichetta con la dicitura “paraffinum Liquidum”). Talvolta per preservare e prolungare la conservazione del formulato vengono aggiunti degli antiossidanti che ne evitano l’irrancidimento in seguito all’esposizione all’ossigeno atmosferico o ad eventuali radiazioni solari. Preferire antiossidanti come vitamina E (INCI: Tocopherol), suoi derivati (INCI: Tocopheryl acetate) od un derivato della vitamina C (INCI: Ascorbyl Palmitate). Indipendentemente dalla composizione il primo consiglio per conservare correttamente il vostro olio sarà quello di mantenerlo lontano da fonti di luce e di calore e riporlo in una bottiglia di vetro scuro di volume proporzionato al contenuto effettivo (per evitare un eccessivo volume di aria).

Anche l’origine del vegetale (da agricoltura biologica o convenzionale, da raccolta spontanea etc..) ed il modo con cui questi oli vengono estratti, farà la differenza.

Preferire oli estratti a freddo con solo processi fisici ed eventualmente deodorati con il solo vapore acqueo. Anche se non sono destinati al consumo alimentare e quindi ingeriti, preserveranno un profilo biochimico ed organolettico più completo. Se non esplicitamente scritto, numerosi oli vegetali, anche in ambiti alimentare (tipo girasole soia, mais etc..) vengono estratti con solventi organici (tipo esano) poi eliminati durante la processazione e sottoposti a variazioni di temperatura che potrebbero impoverirli in termini di vitamine e sostanze antiossidanti.

trevaini50Silvia Trevaini

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