“Basta un tuo vicino infilato nell’intestino e la glicemia migliora”. Ecco l’innovativa metodica dell’Endobarrier. È una delle ultime frontiere nel trattamento del diabete mellito di tipo due. Niente chirurgia: si fa tutto per via endoscopica passando dalla bocca. I risultati sono efficaci anche nella perdita del peso in eccesso. Una metodica innovativa per la cura del diabete ed efficace anche nel trattamento dell’obesità che, grazie ha un involucro, consente al cibo di saltare il primo tratto dell’intestino regolando la secrezione di insulina e glucagone, oltre che riducendo l’assorbimento complessivo di alimenti: l’ Endobarrier è una nuova procedura che unisce una minima invasività a ottimi risultati a lungo termine. Si tratta di un tubicino di materiale plastico che ricopre l’interno di tutto il duodeno( la prima parte di intestino che comincia subito dopo lo stomaco) e della prima parte del piccolo intestino.
Ha una lunghezza di 60 cm e impedisce il contatto – dunque l’assorbimento- degli alimenti con la parete di questo tratto di intestino. Dal momento che questa la zona in cui vengono attivati gli ormoni dell’insulina e del glucagone, prodotti dal pancreas, si verifica una rimodulazione delle secrezioni ormonali che determina un miglior controllo della glicemia nel sangue anche senza l’utilizzo di farmaci per il diabete, ipoglicemizzanti orali e insulina. Ogni punto in meno di emoglobina glicata significa ridurre del 20% le probabilità per il paziente di andare incontro a eventi ischemici a livello cardiaco.
Considerando che in Italia la popolazione diabetica è stimata in circa 5 milioni di persone, le potenzialità di una metodica capace di abbattere questi costi sono notevoli. Tuttavia il sistema sanitario Nazionale ancora non copre questo tipo di intervento. Nato come trattamento per la cura del diabete melato di tipo 2, l’Endobarrier ha dato ottimi risultati anche nella terapia dell’obesità.
Durante la terapia, con questo sistema si perdono circa 20 chili. Già nelle prime settimane, l’ ago della bilancia comincia spostarsi e si nota anche una significativa diminuzione del senso di fame.L’idea di fondo è simile a quella del più tradizionale intervento di bypass gastrico:escludere una parte di intestino dall’assorbimento degli alimenti.
In quel caso di operazione chirurgica irreversibile con resezione intestinale e resezione gastrica, mentre i rischi collegati alla metodica endoscopica sono nettamente inferiori ed è un tipo di intervento molto molto meno invasivo.
Oltre agli aspetti psicologici, estetici e di qualità della vita, l’obesità è una patologia che espone chi ne è affetto al rischio di diabete, con tutte le complicanze a esso correlate (cardiopatie, infarti, insufficienza renale, arteriopatie degli arti inferiori. L’obesità È un problema multifattoriale. Può avere anche cause genetiche, metaboliche, ormonali. Senz’altro uno dei principali fattori dovuto al tipo di nutrizione ( pensiamo al numero di obesi negli stati uniti) , ma non è l’unico. Si ipotizza che esista un carattere di ereditarietà: quando i genitori sono obesi, spesso anche i figli lo sono, anche se in questo caso può dipendere dal tipo di alimentazione seguito dalla famiglia.
Silvia Trevaini
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