I ‘preoccupati cronici’ e la loro sindrome: il GAD

Il Generalized Anxiety Disorder (GAD) è tra i disturbi d’ansia più diffusi nella popolazione generale e forse il disturbo che più frequentemente arriva all’osservazione del medico di medicina generale. Secondo gli studi epidemiologici, la sua prevalenza nel corso della vita si aggira intorno al 3-8%, rispetto all’1-2% del Disturbo di Panico, al 2.5% del Disturbo Ossessivo-Compulsivo ed al 3% della Fobia Sociale. Continua a leggere



L’uomo si sostiene davvero attraverso ciò che mangia?

Gli scienziati hanno esaminato alcuni importanti casi di persone che dicono di non mangiare o bere da anni rimanendo comunque in salute. Ciascuna indagine scientifica che ha supportato queste dichiarazioni risulta tuttavia controversa.

Da tempo nella tradizione buddista si crede che le persone che decidono di abbandonare la società per meditare e coltivare nelle montagne siano in grado di sopravvivere senza cibo, né acqua. Si dice che i loro corpi entrino in uno stato totalmente differente e, dal momento che il bisogno di mangiare li distrarrebbe dalla meditazione, siano in grado di superare questa necessità in modo soprannaturale.

Si dice che il corpo umano possa sopravvivere solo pochi giorni senza acqua e solamente tra i 30-40 giorni senza cibo. Alcune persone sono state talmente ispirate da queste affermazioni riguardanti il digiuno continuo e prolungato che hanno deciso di provarlo nonostante alcuni di loro siano stati talmente male da arrivare addirittura alla morte. Ma allora è davvero possibile vivere senza cibo? È la domanda che mi sono posta e che ho posto a Giorgio Bogoni, il nostro esperto di alimentazione fruttariana che da poco da pochi mesi ha terminato un seminario dove non ha né mangiato, né bevuto per oltre 4 giorni, al fine di abbandonare definitivamente il cibo. Continua a leggere



Donne operate al seno: come migliorare la qualità della vita

senoIl supporto psicologico integrato all’educazione alimentare nelle donne operate di tumore al seno: come migliorare la qualità di vita

La neoplasia del seno è il tumore più diffuso nel genere femminile. L’alta incidenza e l’alto tasso di sopravvivenza (80-90% a 5 anni) hanno determinato nei paesi occidentali un aumento della popolazione di pazienti in follow-up post-chirurgico. Le problematiche individuali delle pazienti e la riduzione delle difficoltà nel mantenere un’adeguata qualità della vita costituiscono obiettivi di trattamento che gradualmente si sono aggiunti agli endpoint clinici primari, un tempo concentrati principalmente sulla valutazione dei tassi di sopravvivenza e delle recidive. Continua a leggere