La ragade anale è la malattia dell’ano più frequente dopo le emorroidi complicate.
Si manifesta con una ulcerazione in corrispondenza delle commissure, nella porzione distale del canale anale, una sindrome dolorosa locale che si riacutizza dopo le evacuazioni, l’ipertono dell’apparato sfinteriale.
Diffusa nella popolazione adulta di entrambi i sessi con prevalenza nella donna, è spesso associata a stipsi cronica ed utilizzo di catartici protratto nel tempo.
“Il principale fattore etiopatogenetico della ragade anale è l’evacuazione di feci dure e voluminose con lacerazione dell’anoderma.
La ragade acuta si caratterizza per il dolore vivo ed intenso alla defecazione e la sua persistenza anche per alcune ore, per l’ipertono sfinteriale a riposo e la presenza di materiale ematico sulla carta igienica”, ci spiega il chirurgo e proctologo Dott.ssa Maria Danila Fusi del Centro Medico Visconti di Modrone.